Sinner, svanisce il sogno. Alcaraz re di Roma, vince gli Internazionali

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(Adnkronos) - Jannik Sinner ha perso la finale degli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro oggi, domenica 18 maggio, si è arreso a Carlos Alcaraz, che ha trionfato nel Masters 1000 di Roma in due set con il punteggio di 7-6 (5), 6-1. Alcaraz vince così per la prima volta sulla terra del Foro, mentre il Centrale deve rimandare il sogno di vedere la vittoria di un tennista azzurro nel torneo di 'casa', con l'ultimo successo italiano, nel tabellone maschile, che rimane quello di Adriano Panatta nel 1976.  

 

Ci sono giorni, che nessun appassionato di sport può perdersi. Partite, destinate a fare la storia. Sinner-Alcaraz assomiglia tanto a quell'Italia-Germania Ovest passata alla storia come 'la partita del secolo'. Sport diversi, contesti diversi, certo. Ma quella tra l'azzurro e lo spagnolo è una delle grandi rivalità del nostro tempo, con i protagonisti destinati a dominare il tennis per chissà quanti anni a venire. Come prima di loro era stato per Federer e Nadal, per Messi e Ronaldo, per Alì e Frezier. Diversi in tutto, accomunati dal talento. Sinner-Alcaraz sembra una sfida tra due filosofie, più che tra due tennisti. L'ordine che sfida il caos. Ma senza scomodare Nietzsche, in loro vive il dibattito che alimenta un'antitesi diventata, negli ultimi anni, costitutiva del calcio. L'eterna lotta tra 'risultatisti' e 'giochisti', le scuole di Mourinho e Guardiola applicate al tennis. E poco importa chi sia più forte. Il risultato, in giornate come queste, conta fino a un certo punto. Alla fine, a vincerci, è sempre lo spettacolo. E soprattutto le emozioni che solo lo sport, come poche altre cose al mondo, sa regalare.  

Tutti, sulle tribune arancioni 'carota' del Centrale, hanno la sensazione di star assistendo a un pezzo di storia. E quell'attesa, l'hype, come direbbe la Gen Z, si inizia a respirare ben prima di questo caldo pomeriggio romano. Attraversa le strade del Foro e incontra gli sguardi di tutti quelli che in queste due settimane hanno urlato e tifato per Sinner. Che hanno voluto ricordargli che, nonostante tutto quello che ha passato, è sempre lui il numero uno. E quando il completo nero di Jannik esce dal tunnel, il Centrale è pronto. L'intensità dell'urlo che lo accompagna in campo si era sentito solo contro Navone, al ritorno dopo i tre mesi di sospensione. Alzi la mano chi, quel giorno, pensava che Sinner potesse arrivare fino a qui. E chi immaginava che di fronte a lui, alla prima finale dal suo rientro, potesse esserci il rivale di sempre. Jannik aveva spiegato che, per poter avere una chance contro Alcaraz, avrebbe dovuto alzare ancora il livello. Ripartire dalla reazione con Paul e dimenticare quel primo set da incubo.  

E così Sinner entra in campo deciso, il braccio fermo, lo sguardo freddo. Rispolvera il servizio dei tempi migliori, si muove agile e veloce sulla linea di fondo, senza vesciche a rallentarne la corsa. Alcaraz invece prova a fare quello che gli riesce meglio. Non dà punti di riferimento, alterna i suoi colpi per non mettere in ritmo il dritto dell'azzurro. Si conquista la prima palla break della partita, Jannik la annulla con il servizio. I game passano, domina l'equilibrio. Lungolinea, palle corte, rovesci incrociati. I due rischiano molto poco, non vogliono regalare chance all'avversario. Solamente Alcaraz, come da pronostico, si concede un pizzico di follia, con una corta che si prende gli applausi del Foro. Ma lo spagnolo ogni tanto sbaglia. Un lusso che, con Sinner, non ci si può concedere. Al dodicesimo game Jannik si prende due palle break, lo spagnolo si salva. Il tie break che ne segue è la normale conclusione di una battaglia che ha toccato ogni angolo di campo, per l'estasi del Centrale. Alcaraz scappa subito sul 3-0 con due ace, Sinner insegue, firma cinque punti ma senza mai riuscire a piazzare nemmeno un mini break. Carlos chiude con una volée e si prende il primo set 7-6. 

La reazione di Sinner è rabbiosa, furente. L'azzurro vola subito sullo 0-30, ma Alcaraz lo riprende e lancia un "vamos" che ammutolisce il Centrale. La pressione che Carlitos ha detto di aver sentito in passato, quella rivalità che a un certo punto era diventata ossessione, non sembra pesare più sulle sue spalle. Lo spagnolo è su ogni pallina, limita gli errori e colpisce. Al secondo game conquista tre palle break, trasforma la prima. Alcaraz è, semplicemente, perfetto. E mai come oggi Sinner appare vulnerabile, perso, solo. Sbaglia di dritto, ha lo sguardo basso, il passo pesante. Gioca timido, impaurito, e Carlos lo infila ogni volta che può. Quando Alcaraz firma il suo secondo break e il tabellone segna 4-0, sul Foro, è calato il gelo. Quel sogno di rivedere un azzurro sul trono di Roma, 49 anni dopo l'ultimo trionfo di Panatta, sembra svanito. Il moto d'orgoglio di Sinner, sul finale di set, è troppo poco e troppo tardi. Jannik si arrende al suo rivale di sempre, che conquista il secondo set 6-1 e vince gli Internazionali d'Italia 2025. Ma questo per Sinner è soltanto il primo capitolo della sua 'nuova' storia, l'ultimo di una rivalità ancora lontana dalla parola 'fine'. (di Simone Cesarei) 

 



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