Papa Leone XIV inaugura il pontificato: "Una Chiesa unita per un mondo diviso"
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(Adnkronos) - Nel pieno di un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche, guerre, crisi ambientali e profonde fratture sociali, Papa Leone XIV ha dato inizio al suo ministero petrino con un messaggio che guarda lontano: unità, carità e missione. Nell'omelia pronunciata in Piazza San Pietro davanti a 200.000 fedeli e 156 delegazioni internazionali e 39 ecumeniche, Robert Francis Prevost ha indicato la rotta per un pontificato che si propone come guida spirituale in un mondo frammentato, ereditando la lezione pastorale e universale di Papa Francesco, scomparso solo poche settimane fa.
Le prime parole di Leone XIV sono state cariche di memoria e gratitudine verso il predecessore. La scomparsa di Papa Francesco, avvenuta a ridosso della Pasqua, ha lasciato una comunità ecclesiale scossa, "come pecore senza pastore". E proprio dalla luce della Risurrezione, ha detto il nuovo Papa, la Chiesa ha attinto la forza per affrontare questo passaggio epocale. Il riferimento al Conclave - definito come un momento in cui lo Spirito ha "accordato i diversi strumenti musicali" - sottolinea la volontà di preservare l'unità nella diversità: un tema ricorrente nell'omelia e, con ogni probabilità, un filo conduttore del nuovo pontificato.
Papa Leone XIV - il cui nome richiama esplicitamente Leone XIII, padre della dottrina sociale della Chiesa, regnante dal 1878 al 1903 - si è presentato con parole di grande umiltà: "Sono stato scelto senza alcun merito", ha detto, dichiarando di voler essere "servo della vostra fede e della vostra gioia". Una formula che richiama tanto San Paolo quanto le recenti stagioni sinodali volute da Francesco: una Chiesa "in uscita", che accompagna e ascolta, più che comandare.
Il passaggio più denso teologicamente è stata l'interpretazione del dialogo tra Gesù e Pietro nel Vangelo di Giovanni, dove il verbo greco 'agapao' - l'amore gratuito di Dio - incontra la risposta umana più fragile, fatta di amicizia ('phileo'). È qui, dice Leone XIV, che nasce il vero primato di Pietro: non nel potere, ma nella capacità di "amare di più", fino al dono della vita.
"La Chiesa di Roma presiede nella carità", ha ribadito il Papa, richiamando un'antica espressione della tradizione cristiana. E proprio questa carità, intesa come servizio e dono, è la chiave per interpretare il suo ruolo: non un "capo posto al di sopra degli altri", ma un fratello tra i fratelli, pastore che cammina con il popolo.
Non è un messaggio puramente spirituale: è una visione ecclesiologica precisa, con implicazioni concrete sul piano della sinodalità, della corresponsabilità e dell'ecumenismo. Leone XIV ha parlato di una Chiesa composta da "pietre vive", da costruire insieme "nella convivenza delle diversità". Una frase che suona come una conferma della strada aperta dai processi sinodali degli ultimi anni.
Accanto alla riflessione sul ruolo del Papa, l'omelia ha lanciato un messaggio chiaramente rivolto al mondo: la Chiesa, ha detto Leone XIV, deve essere "lievito di unità e di pace" in una società attraversata da divisioni, disuguaglianze, violenze e sfruttamento ambientale. La denuncia è chiara: "Un paradigma economico che sfrutta la Terra ed emargina i poveri" non è compatibile con il Vangelo.
Non è mancato l'appello al dialogo interreligioso e all'incontro con chi "coltiva l'inquietudine della ricerca di Dio". L'obiettivo, ha spiegato Papa Prevost, è costruire "una sola famiglia umana", in cui l'unità non significa uniformità, ma riconciliazione tra le differenze.
Nel finale, il richiamo all'enciclica "Rerum Novarum" di Leone XIII, promulgata il 15 maggio 1891, non è stato solo un omaggio storico: è una scelta d'identità. Il nuovo Papa ha ripreso una domanda del suo predecessore ottocentesco: "Se la carità di Dio prevalesse nel mondo, non cesserebbe forse ogni dissidio?". La sua risposta sembra essere un sì convinto, e indica che il suo pontificato non si limiterà alla guida spirituale, ma avrà anche un'impronta fortemente sociale, protesa verso la giustizia, la pace e l'equità.
L'inizio del ministero di Papa Leone XIV segna un passaggio delicato e decisivo nella storia recente della Chiesa cattolica. Dopo la stagione carismatica di Francesco, il nuovo pontefice sembra voler custodire quell'eredità per rilanciarla in una forma nuova: meno centrata sulla figura papale, più fondata sulla comunione, sulla corresponsabilità e sull'ascolto dello Spirito.
"Questa è l'ora dell'amore", ha proclamato. Se questa visione si tradurrà in scelte concrete - riforme, gesti, alleanze, intese - lo diranno i prossimi mesi. Ma fin dal primo giorno, Papa Leone XIV ha voluto chiarire che il suo pontificato non sarà una gestione del potere, bensì una testimonianza d'amore.
(di Paolo Martini)