Stefano Benni, oggi la camera ardente: da Pennac a Feltrinelli chi c'era per lo scrittore
16:43:25 189

(Adnkronos) - Nel cuore di Bologna, sotto le logge del Pavaglione, il cortile dell’Archiginnasio si è trasformato in un luogo di commozione ma anche di ironia per l'ultimo saluto a Stefano Benni. È qui che oggi, dalle 11 alle 17, si tiene la camera ardente dello scrittore, poeta, umorista e voce inconfondibile della letteratura italiana, scomparso martedì scorso all’età di 78 anni dopo una lunga malattia .
L’atmosfera è sospesa tra il dolore e il sorriso, proprio come nei suoi libri. Una lunga fila di persone attraversa il cortile, in silenzio, con lo sguardo basso e il cuore pieno. Lettori di ogni età, dai ragazzi con lo zaino in spalla agli anziani con un libro sottobraccio, si fermano davanti al feretro per un ultimo saluto. Alcuni lasciano fiori, altri citano a voce bassa frasi tratte da Bar Sport o La compagnia dei Celestini. C’è chi piange, chi ride ricordando le sue battute, chi semplicemente resta in silenzio.
Tra i presenti, volti noti e amici di lunga data. Daniel Pennac, lo scrittore francese che Benni aveva fatto conoscere al pubblico italiano, è tra i primi ad arrivare. Il suo discorso è un capolavoro di tenerezza e malinconia: “Lupo, coraggio, che arriviamo tutti tra poco”, dice rivolgendosi all’amico. Pennac racconta di quando Benni voleva aprire uno studio di psicoanalisi per insetti e animali: “Una formica individualista, un cane che non sopportava l’odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide”. Il pubblico ride e piange insieme.
Accanto a Pennac, il figlio di Benni, Niclas, visibilmente commosso, parla della “marea di testimonianze di affetto” ricevuti in questi giorni. “C’è chi mi ha detto che ha trovato l’amore grazie a un libro di mio padre, chi si è sentito meno solo, chi si è rialzato nei momenti difficili. Alcuni mi hanno persino mandato foto di tatuaggi a forma di fiocco di neve per ricordarlo”.
Presenti anche Alessandro Bergonzoni e David Riondino, amici e compagni di scena, l’editore Carlo Feltrinelli, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e l’assessora regionale Isabella Conti. Feltrinelli ricorda il sodalizio iniziato nel 1980: “Con Stefano abbiamo attraversato mezzo secolo di editoria. I suoi libri hanno dato identità alla nostra casa editrice. Era un longseller, non un bestseller: voleva essere letto a lungo, e lo sarà”.
Nel chiostro del Teatro Arena del Sole, dalle 12 alle 15, si alternano letture ad alta voce delle sue opere. Le parole di Benni risuonano tra le colonne antiche, come se fosse ancora lì, a osservare con ironia il mondo che ha raccontato con passione e rabbia, con poesia e sarcasmo. La camera ardente non è solo un addio, ma una celebrazione. Un rito collettivo che unisce generazioni, stili, pensieri. Bologna lo saluta come si saluta un amico, un maestro, un compagno di viaggio. E mentre il sole filtra tra le arcate, qualcuno sussurra: “Ci vediamo al Bar Sport, Lupo”.