Garlasco, 18 anni fa il delitto. Genitori "in silenzio per Chiara"
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(Adnkronos) - Nessun anniversario speciale perché il dolore non conosce tempo. Oggi la famiglia di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, si ritroverà nel pomeriggio - come ogni anno - nella chiesa cittadina per ricordare la ventiseienne uccisa 18 anni fa da Alberto Stasi, l'allora fidanzato condannato con rito abbreviato a 16 anni di carcere.
Una pena che sta per finire per Stasi - è detenuto nel carcere milanese di Bollate in regime di semilibertà - ma non per mamma Rita Preda, per il papà Giuseppe e il fratello Marco Poggi tornati al centro della cronaca negli ultimi mesi quando la Procura di Pavia ha riaperto le indagini sull'omicidio. "Non vogliamo dire niente. Vogliamo solo trascorrere l'anniversario da soli e in silenzio" sono le parole che i familiari affidano all'Adnkronos.
Per il delitto di via Pascoli è stato nuovamente indagato Andrea Sempio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi, il condannato - che si è sempre detto innocente - che per due volte non è riuscito a ottenere la revisione del processo davanti ai giudici della Corte d'Appello di Brescia. Due come le archiviazioni che ha già intascato. Sul caso è in corso l'incidente probatorio in cui nulla, al momento, è emerso sull'indagato.
Intanto la Procura di Pavia ha confermato che il Dna maschile trovato sulla garza non sterile utilizzata per raccogliere (dalla bocca) la traccia biologica di Chiara Poggi, per escluderla dalle tracce trovate nella villetta dove è stata uccisa, deriva da una contaminazione. Si tratta di un uomo morto prima della ventiseienne e che con la giovane ha condiviso solo il tavolo dell'autopsia avvenuta a Vigevano.
La Procura di Pavia "ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici" - ha dato atto ieri una nota del procuratore capo Fabio Napoleone - e tali verifiche comparative - non previste nell’ambito dell’incidente probatorio - sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, consulenti incaricati dalla procura, "al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti".
I consulenti hanno comunicato in estrema sintesi quanto segue: "Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una 'garza', e/o di una pinza utilizzata per 'trattenere' tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia" avvenuta poco prima dell’esame autoptico sulla salma di Chiara Poggi.