Truffa sui bonus edilizi, misure cautelari per 14 soggetti tra Avellino e Napoli

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AVELLINO (ITALPRESS) – La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino ha applicato 14 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti soggetti (4 in carcere, 6 agli arresti domiciliari, 3 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e un ulteriore soggetto all’obbligo di dimora e della misura interdittiva di esercitare la professione di commercialista per un periodo di un anno) per i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e auto riciclaggio.

Le attività investigative, avviate anche tramite l’analisi di rischio in collaborazione con il Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno delineato un complesso disegno criminoso finalizzato al fraudolento conseguimento di contributi statali relativi ai cosiddetti “bonus edilizi”, in particolare per interventi di riqualificazione energetica (ecobonus).

Il modus operandi prevedeva l’utilizzo di “prestanome”, ai quali veniva formalmente affidata l’amministrazione e la rappresentanza legale di società compiacenti, al fine di indirizzare i conti, a queste ultime riconducibili, le somme di denaro illecitamente conseguite.

I soggetti comunicavano poi all’Agenzia delle Entrate la cessione di crediti relativi a lavori che in realtà non erano mai stati eseguiti o riguardavano immobili catastalmente inesistenti.

Il contesto delittuoso, agevolato dal coinvolgimento di soggetti dotati di specifiche competenze professionali, ha generato un importo di spesa presunta per detti interventi pari a €2.771.037.936,00, da cui sono stati generati crediti fittizi per €1.654.786.540,00.

I crediti fittizi ceduti ammontano complessivamente a €90.111.044,00, con una successiva cessione a numerosi soggetti giuridici e/o persone fisiche, i quali li hanno utilizzati per compensare i propri debiti fiscali per un ammontare complessivo pari a €17.545.366,00.

Le cessioni eseguite sono risultate connotate da diverse anomalie, tra cui: la frammentazione delle comunicazioni di cessione all’Agenzia delle Entrate; la frequente intercambiabilità dei medesimi soggetti nei ruoli di cedente e cessionario; l’assenza di fatture di acquisto o la presenza di importi non coerenti con le spese dichiarate; l’inesistenza, nella quasi totalità dei casi, dei dati catastali dichiarati; il coinvolgimento di persone fisiche senza fissa dimora, decedute o con precedenti penali.

– Foto Guardia di Finanza –

(ITALPRESS).



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