Ucraina, Tajani “Cessate il fuoco? Non sono ottimista”
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MILANO (ITALPRESS) – “Avevo detto che non si sarebbe raggiunto un cessate il fuoco prima della fine di quest’anno. Non sono molto ottimista perchè Putin vuole andare avanti. Lui ha un esercito di 1 milione di persone, i militari vengono pagati il doppio di quanto viene pagato un operaio medio nella Federazione Russa. Tutta l’industria e quindi di fatto l’economia della Federazione Russa è orientata alla difesa e molte imprese si sono convertite. Quindi lui fatica a fare marcia indietro e la sua speranza è quella di poter conquistare sempre più territorio”. Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani ospite della trasmissione “Morning News” su Canale 5.
Tajani ha poi affermato che sarà “inevitabile infliggere altre sanzioni, però mirate agli aspetti finanziari in modo da impedire a Putin di finanziare le proprie truppe. Quello è il modo migliore per cercare di convincerlo a più miti consigli e arrivare ad un cessate il fuoco, ma è un’impresa molto difficile. Noi contiamo molto sulla mediazione americana, stiamo facendo tutto ciò che è possibile anche noi per sostenere questa iniziativa”.
Per Tajani “l’Ucraina ha veramente una grande forza che è la voglia del popolo di difendere il proprio territorio. D’altronde i soldati russi vengono dall’estremo Oriente e dalla Siberia e non hanno nessuna ragione morale per combattere, mentre gli ucraini hanno una determinazione altissima perchè difendono le loro case, le loro famiglie, le loro industrie. Quindi c’è veramente un grande senso di amore per la propria patria e sono molto più motivati rispetto ai soldati russi. Questo però non è sufficiente, servono gli aiuti che l’Ucraina deve ricevere dall’occidente”.
Il vicepremier si è quindi soffermato anche su Iran e Gaza. “Trump vuole dimostrare che l’arrivo della nuova amministrazione provoca cambiamenti nel mondo. Ma è una missione molto molto complicata perchè in Medio Oriente c’è questa presenza dell’Iran che è preoccupante perchè è in grado di produrre la bomba atomica: c’era quasi arrivata e ci riproverà se non si arriva ad un accordo che disinneschi questo pericolo”.
Quindi un appello a Israele: “Noi siamo amici di Israele, ma basta con i bombardamenti a Gaza. Purtroppo Israele non ascolta molti di questi appelli: è ovvio che Hamas deve fare la sua parte e deve liberare gli ostaggi, ma anche Israele deve comprendere che non si può continuare con questa carneficina della popolazione civile che non ha nulla a che vedere con Hamas”.
– foto Ipa Agency –
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