Debito Pubblico. Draghi boccia i mini-bot

Venti di crisi soffiano sull'Europa, alimentati dai dazi statunitensi e dal rischio reale di una scomparsa del multilateralismo che ha dominato il dopoguerra.

È quanto sostiene il governatore della BCE Mario Draghi, che a cinque mesi dalla fine del suo mandato ha deciso di lasciare invariati i tassi "almeno fino alla prima metà del 2020". Parlando dell'Italia Dragh i ha detto di attendersi un piano "di medio periodo di riduzione del rapporto debito-Pil", e ha bocciato l'ipotesi avanzata dalla Lega dell'emissione di mini-bot. "O sono valuta parallela e dunque illegali, o sono debito che aggrava lo stock", ha detto.

A spingere il governo di Roma a più miti consigli, se la proposta della Commissione di avviare una procedura per debito eccessivo non dovesse bastare, potrebbero pensarci "i mercati". Moody's, società statunitense privata di rating, ritiene che "un deterioramento della fiducia degli investitori avrebbe come effetto quello di mettere sotto pressione il governo spingedolo a rivedere la propria politica".

Ma per comprendere la questione, non lasciamo suggestionarci dai tecnicismi. Basta un po' di buonsenso e di logica: se la Pubblica Amministrazione ha dei debiti, deve semplicemente pagarli! Nei bilanci della PA dovrebbero essere già stati stanziati i fondi prima di decidere di spenderli. Perché non obbligare semplicemente la PA a pagare celermente i fornitori?

Se invece di seguire questa strada, si è mettessero i cosiddetti mini-bond, significa semplicemente che la PA, per pagare le aziende che forniscono servizi o fanno Lavori Pubblici, fa ricorso al debito. Ergo si farebbe crescere ulteriormente il debito pubblico. E chi lo ripagherà? 


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