Guerra Israele-Iran, missili nel cielo e musica alla festa: il video virale
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(Adnkronos) - Un sassofonista suona in un rooftop bar vicino a Beirut, la musica accompagna il party che va avanti, mentre gli ospiti che ballano riprendono con gli smartphone le tracce dei missili partiti dall'Iran verso Israele, che attraversano il cielo alle sue spalle. E' la guerra al tempo dei social, che restituisce scene surreali, in cui si sovrappongono frammenti di vita notturna in un locale alla moda alle conseguenze di una escalation che sta facendo morti, da una parte e dall'altra, e che rischia di portare l'intero Medio Oriente in un conflitto sempre più esteso.
Il video pubblicato sui social è diventato immediatamente virale, con il commento che ricorre, 'Meanwhile in Lebanon', a evidenziare quanto la distanza fra pace e guerra, tra musica e missili, si possa accorciare in un frammento di cronaca che riproduce una realtà solo apparentemente distopica. Nello specifico, il commento pieno di odio di questo tweet aggiunge sdegno alla sorpresa per quello che si vede nel video. Aiuta a capire quanto le immagini possano avere peso e quanto possano essere strumentalizzate.
Vista dalla prospettiva di quel rooftop, la guerra diventa spettacolo, le tracce luminose dei missili sembrano un videogioco o, al massimo, fuochi d'artificio. Ma il percorso che fanno finisce esattamente dove porta ogni singolo atto di guerra: alla distruzione, ai feriti, ai morti. Basta invertire il punto di osservazione, e cambiare smartphone, per capovolgere la narrazione: le immagini che può catturare chi è sotto le bombe sono quelle del dolore, della paura, degli effetti letali prodotti dagli stessi missili.
Il cielo è lo stesso, lo spazio fissato nell'obiettivo di uno smartphone è relativamente poco e chi guarda da un rooftop continua la propria vita. Ma la musica prodotta da quel sassofono ha veramente poco a che fare con quello che succede sia al punto di partenza sia al punto di arrivo di quei missili. Considerato, ovviamente, che piovono da una parte e dall'altra. (Di Fabio Insenga)