Israele ancora in fiamme, Netanyahu: "18 arresti per sospetto incendio doloso"
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(Adnkronos) - Israele brucia ancora. Continua anche oggi, 1 maggio, senza sosta l'attività dei vigili del fuoco per spegnere i roghi scoppiati sulle colline che circondano Gerusalemme. E dopo l'incitamento di Hamas a 'bruciare tutto', il premier Netanyahu fa sapere che 18 persone sono state arrestate per sospetto incendio doloso. Tuttavia per i vigili del fuoco la causa dei roghi resta ancora sconosciuta.
Le operazioni di spegnimento proseguono con il supporto dell’esercito e di aerei antincendio provenienti da sei Paesi europei - Ucraina, Spagna, Francia, Romania, Croazia e Italia - in arrivo alla base aerea di Hatzor. Nella notte, quattro aerei C-130J dell’aeronautica israeliana hanno effettuato oltre 95 lanci di materiale ignifugo, mentre unità di intelligence e logistica hanno mappato le aree colpite, distribuito oltre 300.000 litri d’acqua e attivato squadre di riserva e mezzi pesanti per contenere le fiamme.
Benjamin Netanyahu ha annunciato che 18 persone sono state arrestate per aver appiccato gli incendi nei dintorni di Gerusalemme. Ma fonti della polizia, citate dalla stampa israeliana, ridimensionano la stima del premier: i fermi sarebbero solo tre e non collegati ai roghi principali, ma ad altri tentativi di incendio in zone diverse. Parlando dal palco del concorso biblico annuale nella città, Netanyahu ha reso noto che uno dei sospetti incendiari è stato colto in flagrante, e ha sottolineato come il Paese stia affrontando un’emergenza complessa, con "danni significativi alla natura e alle persone". Le autorità locali dei vigili del fuoco non hanno ancora confermato le cause ufficiali dei roghi.
Netanyahu ha comunque parlato di "danni alla natura e alle persone", e promesso che il governo farà tutto il possibile per domare le fiamme e ricostruire le aree colpite.