India-Pakistan, Islamabad riunisce l'autorità nucleare: "Nessuna de-escalation"
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(Adnkronos) - Il premier pakistano Shehbaz Sharif ha convocato una riunione d'emergenza dell'Autorità di Comando Nazionale (Nca) nel mezzo dell'escalation di tensioni con l'India. L'organismo, che adotta decisioni su controllo, comando e operazioni delle armi nucleari, dovrebbe riunirsi oggi stesso, secondo il ministro degli Esteri, Ishaq Dar.
Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha avuto nelle ultime ore un colloquio con il capo dell'Esercito pakistano, Asim Munir, continuando "a sollecitare entrambe le parti" alla "de-escalation" e ha offerto "l'assistenza degli Stati Uniti per avviare colloqui costruttivi per evitare futuri conflitti", ha fatto sapere la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce.
Rubio ha quindi avuto colloqui telefonici con il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, e il vicepremier e ministro degli Esteri del Pakistan, Ishaq Dar. Rubio, ha reso noto la portavoce, ha sottolineato come "entrambe le parti debbano trovare modi per la de-escalation e ristabilire la comunicazione diretta per evitare errori di calcolo".
''Nessuna de-escalation''. Anzi, il Pakistan ''risponderà nel momento opportuno'' ai ''danni che l'India ci ha causato'', ha dichiarato intanto il portavoce dell'esercito del Pakistan Ahmed Sharif Chaudhry nel corso di una conferenza stampa, spiegando che Islamabad non ha intenzione di allentare la tensione con l'India.
"Non faremo alcun passo indietro: con i danni che l'India ci ha causato, sono loro che dovrebbero pagarne le conseguenze", ha detto. "Finora ci siamo protetti, ma daremo una risposta nei tempi da noi stabiliti", ha aggiunto.
Ieri le autorità pakistane hanno accusato l’India di aver violato la propria sovranità con una serie di attacchi militari lanciati nei giorni scorsi, in risposta all’attentato del 22 aprile a Pahalgam, nel Kashmir indiano, costato la vita a 26 persone. In una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri di Islamabad, Shafqat Ali Jan, ha parlato di "comportamento irresponsabile" da parte di Nuova Delhi, che avrebbe spinto "due potenze nucleari sull’orlo di un conflitto armato".
Jan ha negato qualsiasi coinvolgimento del Pakistan nell’attacco, rivendicato dal gruppo jihadista "Fronte di Resistenza", e ha definito "assurde" le accuse indiane. "Finora non è stata fornita alcuna prova credibile. Invece, l’India ha violato la Carta delle Nazioni Unite bombardando il nostro territorio e uccidendo civili, tra cui bambini", ha dichiarato, riferendosi alle cinque vittime civili nelle ultime 24 ore nella parte pakistana del Kashmir.
Il portavoce ha inoltre denunciato la distruzione di moschee e danni alla diga idroelettrica di Neelum-Jhelum, parlando di "violazioni delle convenzioni internazionali", e ha accusato l’India di usare anche la gestione dell’acqua come strumento di pressione. "L’India si presenta come vittima del terrorismo, ma ignora il proprio ruolo nel favorirlo in Pakistan", ha affermato, avvertendo che Islamabad "si riserva il diritto di adottare tutte le misure necessarie per difendersi".
Le forze armate pakistane avrebbero intanto condotto nuovi attacchi con droni contro il Kashmir indiano colpendo anche la città di Jammu, ha riferito all'Afp una fonte del ministero della Difesa indiano, dopo che il Pakistan aveva in precedenza negato di aver compiuto tali attacchi. La fonte ha affermato che "i droni sono stati avvistati a Jammu e Samba" nel Kashmir amministrato dall'India e a Pathankot nel vicino stato del Punjab.