Ucraina, negoziati in Turchia senza Putin: la mossa dello zar irrita Zelensky

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Ucraina, negoziati in Turchia senza Putin: la mossa dello zar irrita ZelenskyUcraina, negoziati in Turchia senza Putin: la mossa dello zar irrita Zelensky

(Adnkronos) - Negoziati in Turchia con Volodymyr Zelensky ma senza Vladimir Putin. E' questo lo scenario che sembra delinearsi nel nuovo capitolo della guerra tra Ucraina e Russia, con il leader del Cremlino intenzionato a dare forfait al presidente ucraino dopo aver dettato data e luogo per l'inizio dei colloqui che potrebbero, almeno in teoria, portare alla pace.  

Al suo posto domani a Istanbul, stando almeno a quanto riferiscono i media, una delegazione guidata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dal consigliere del Cremlino per gli affari internazionali Yuri Ushakov. Una mossa, quella dello 'zar, che per la controparte ucraina dimostrerebbe ancora una volta che Putin "non vuole la fine della guerra, non vuole il cessate il fuoco, non vuole alcun tipo di negoziato". 

Zelensky, dal canto suo, non si arrende e promette che farà "di tutto" perché domani "questo incontro possa svolgersi", aggiungendo che farà anche "di tutto" per arrivare a un cessate il fuoco. "Abbiamo dimostrato di essere assolutamente costruttivi, chiarendo che vogliamo la fine della guerra. Nel frattempo la Russia continua a dimostrare il contrario con ogni mossa. Se Putin non verrà all'incontro e ci sarà un altro gioco, sarà l'ultimo segnale del fatto che non sono pronti a porre fine al conflitto", le parole del leader di Kiev che ha quindi chiesto in un appello rivolto agli Stati Uniti e agli altri Paesi occidentali dure sanzioni alla Russia qualora l'incontro dovesse saltare. 

Se Putin diserterà i colloqui in Turchia, "ci dovrà essere il pacchetto più forte di sanzioni mai varato" contro la Russia, ha detto, perché sarebbe "un chiaro segnale del fatto che non vogliono mettere fine e non metteranno fine alla guerra". E ancora: "Mi aspetto almeno un pacchetto forte di sanzioni da parte degli Stati Uniti, sanzioni contro la Russia. Queste non saranno più sanzioni per l'aggressione o l'occupazione. Ci sono già stati abbastanza compromessi. Dovrebbero essere invece sanzioni per la mancanza di volontà di cessare il fuoco. Deve essere il pacchetto di sanzioni più forte di sempre". 

D'altra parte l'Ucraina, ha detto ancora, "ha accettato tutti i segnali e le proposte avanzate da varie parti, dagli Stati Uniti, dai Paesi europei e da altri partner. Abbiamo preso in considerazione sia le iniziative dichiarate pubblicamente che quelle dietro le quinte".  

Intanto Zelensky dovrebbe incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara tre oggi e domani. "Abbiamo concordato con il presidente Erdogan che lo incontrerò nella capitale turca", ha detto, spiegando che l'incontro avverrà il 14 o 15 maggio", a ridosso dell'inizio dei colloqui. 

Il presidente russo resta quindi l'incognita più evidente dei negoziati imminenti. E questo nonostante l'invito, solo pochi giorni fa, alle autorità di Kiev a riprendere i colloqui diretti interrotti nel 2022. Colloqui che dovrebbero avvenire secondo Mosca senza alcuna precondizione come, ad esempio, il cessate il fuoco di almeno 30 giorni chiesto da Zelensky ma anche dai 'volenterosi' leader europei. Un "ultimatum inaccettabile", secondo la Russia. 

Intanto, però, lo 'zar' è tornato a scagliarsi contro l'Occidente, 'reo' di applicare ancora nuove sanzioni contro Mosca. "Le principali economie mondiali stanno scivolando in recessione solo per farci del male. È come se comprassi un biglietto e poi non lo usassi per fare dispetto al controllore. Sono idioti", la stoccata del presidente durante un incontro con gli imprenditori russi.  

Le parole di Putin suonano come un nuovo messaggio ai leader europei che, in attesa di capire quale possibile svolta arriverà dai colloqui in Turchia, hanno nuovamente minacciato ulteriori sanzioni contro la Russia. E' il caso del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha parlato della nuova raffica di misure che attende Mosca in assenza di "reali progressi questa settimana" nel lavoro per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina. "Abbiamo concordato che se non ci saranno progressi reali questa settimana, lavoreremo poi insieme a livello europeo per un inasprimento significativo delle sanzioni", le parole di Merz. "Nel caso in cui il governo russo non accettasse" la proposta sostenuta dagli alleati di Kiev, nel mirino delle sanzioni finirebbero "altre aree, come il settore dell'energia e il mercato finanziario", ha affermato ancora insistendo sul fatto che "questa guerra deve finire". Ed è anche per questo, ha rimarcato, "che stiamo fornendo assistenza militare e, se necessario, se la guerra non si fermerà, continueremo a sostenere a livello militare l'Ucraina per gli anni a venire". 

Dello stesso parere anche i presidente francese Emmanuel Macron. "La nostra intenzione è di imporre sanzioni" se la Russia "confermerà il mancato rispetto" del cessate il fuoco in Ucraina, ha sottolineato, menzionando in particolare "sanzioni secondarie" che riguardano "servizi finanziari" o "idrocarburi". 

Così come Putin, non sarà a Istanbul nemmeno il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ieri il numero uno della Casa Bianca ha annunciato la partecipazione di funzionari statunitensi ai colloqui. Per gli Usa sarà così presente il segretario di Stato Marco Rubio, accompagnato dagli inviati speciali del presidente, Steven Witkoff e Keith Kellogg. 



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