Caso Garlasco, 'giallo' sui post dell'amico suicida di Sempio: erano messaggi in codice?

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Caso Garlasco, 'giallo' sui post dell'amico suicida di Sempio: erano messaggi in codice?Caso Garlasco, 'giallo' sui post dell'amico suicida di Sempio: erano messaggi in codice?

(Adnkronos) - Potrebbero nascondersi messaggi 'in codice' nei post pubblicati su Facebook da Michele Bertani, l'amico d'infanzia di Andrea Sempio - il 37enne indagato nell'inchiesta della procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi - morto suicida nel 2016. La sua pagina da nove anni è rimasta aperta ed è 'pubblica', quindi accessibile a tutti, inclusi gli inquirenti, che non hanno bisogno quindi di fare alcuna acquisizione di quei misteriosi post. Leggerli, però, può aiutarli a ricostruire il giro di amicizie di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta della procura di Pavia e dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano. 

"La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà", scriveva citando una canzone dei Club Dogo il 19 gennaio 2016 Bertani, che su Facebook era registrato come Mem He Shin, espressione che nella mistica ebraica richiama il quinto nome di Dio. Ed è utilizzando la Cabala che si è scoperto che quel messaggio, pubblicato a poco più di un mese dalla condanna definitiva di Alberto Stasi per l'omicidio della fidanzata e un paio di mesi prima del suicidio del suo autore, potrebbe nasconderne un altro.  

Il giornalista Luigi Grimaldi su X e poi 'Il Tempo' e il settimanale 'Gente' hanno svelato nei giorni scorsi che, se si eliminano le lettere maiuscole, le minuscole rimaste - a eria' ta elle oe he euno sa -, trasmutate nell’alfabeto ebraico, formano la frase che tradotta in italiano significa "C'era una ragazza lì che sapeva".  

Non è certo l'unico post in cui Bertani scrive alternando lettere minuscole e maiuscole, come di uso tra i giovani in quegli anni. Il giorno precedente, il 18 gennaio 2016, il ragazzo ad esempio scriveva sulla sua bacheca Facebook "?..in tHe CanTinE work in progress...". Impossibile accertare - a nove anni dalla sua morte - se la sua volontà fosse quella di inserire un messaggio nascosto nel suoi post, così come è suggestivo, a 18 anni dal delitto (ne erano trascorsi oltre otto nel gennaio 2016), collegare le frasi che Bertani pubblicava sui social all'omicidio, per cui il ragazzo non è mai stato indagato e in alcun modo collegato.  

L'unico filo che lo unisce al giallo di Garlasco è al momento l'intercettazione ambientale in cui nel 2017 Sempio - indagato allora come oggi per l'omicidio di Chiara Poggi - rivolgendosi all'amico morto suicida quasi un anno prima, si chiede "perché ti impicchi? Adesso che ti sei impiccato che cosa hai ottenuto? Sei morto, sei morto". Tre giorni prima, sempre parlando di Bertani, il 37enne - intercettato in auto - aveva detto “Da 0 a 18 anni tutte le c… le abbiamo fatte assieme, tutte le cose le abbiamo fatte assieme”. 

Frasi che - ora che Sempio è nuovamente indagato per l'omicidio - accendono la curiosità sui post pubblicati dall'amico un anno prima, poco prima di suicidarsi. L'interesse investigativo per quei messaggi, tuttavia, al momento è legato solo alla ricostruzione del giro di amicizie di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta sull'omicidio di Garlasco. 



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