"Trovato il corpo di padre Dall'Oglio", ma vescovo Aleppo e sorella smentiscono

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"Trovato il corpo di padre Dall'Oglio", ma vescovo Aleppo e sorella smentiscono

(Adnkronos) - "I resti di Padre Paolo Dall'Oglio, sacerdote e attivista interreligioso italiano, sono stati ritrovati nel cimitero di Furusiyya a Raqqa, a più di 11 anni dalla sua scomparsa. Padre Paolo era stato rapito da Jabhat al-Nusra nel luglio 2013, dopo essere entrato a Raqqa nel tentativo di mediare il rilascio dei detenuti e di promuovere la pace". Lo sostiene la radio siriana FM Al-Balad, secondo cui "una commissione specializzata di Qamishli è giunta a Raqqa e ha proceduto all'esumazione del corpo, un'azione che potrebbe porre fine al mistero che circonda la sorte di Padre Paolo negli ultimi anni". Ma la notizia viene subito smentita all'Adnkronos in modo categorico dalla sorella di Padre Paolo, Francesca Dall'Oglio, che parla di "fake news". E anche dal vescovo di Aleppo.  

"Non c'è alcuna certezza", conferma ad Adnkronos il vescovo latino e vicario apostolico di Aleppo Hanna Jallouf, che siano di Padre Dall'Oglio i resti ritrovati a Raqqa. Dopo che la notizia del ritrovamento è circolata sui media siriani, Jallouf ha subito cercato conferme presso le autorità religiose nel Paese. ''Ho parlato con il nunzio apostolico di Damasco Zenari e neanche lui è stato informato, nessuno lo aveva avvisato - spiega il religioso - Ho parlato anche con i gesuiti, con i frati a Damasco e a Homs, ma nemmeno loro hanno notizie in merito''. Jallouf mostra sconforto perché ''non c'è stata accortezza, nella diffusione della notizia, né per la famiglia, né per l'ordine gesuita. Non sappiamo chi ha messo in giro questa informazione''. 

Nel ricordare Dall'Oglio, ''preghiamo perché venga alla luce la verità su di lui'', il vescovo di Aleppo sorride: ''hanno trovato un corpo in abiti religiosi? Lui non li ha mai indossati''. 

"Sono tranquilla perché sono passati quasi dodici anni e ne ho viste tante", dice ad Adnkronos Francesca Dall'Oglio, raccontando di aver avuto una prima segnalazione "venerdì sera" di voci che circolavano online, le ennesime da quando il 29 luglio del 2013 si perdevano a Raqqa le tracce di Padre Paolo Dall'Oglio. "Un mio canale è riuscito a parlare con chi ha messo in giro questa notizia - racconta - Si tratta di una persona che ha parlato con il fratello di uno sceicco imprigionato, credo a Qamishli, e che diceva che il corpo di Paolo era stato sepolto in un maneggio a Raqqa. Non in una fossa comune, sepolto da solo". 

A questo punto, Francesca Dall'Oglio - che non ha mai abbandonato la speranza di sapere cosa sia accaduto a suo fratello - racconta di aver "sentito il Syria Justice and Accountability Center (Sjac), organizzazione che lavora sulle fosse comuni a Raqqa e di aver ricevuto dal fondatore, Mohammad Al Abdallah, già domenica un messaggio che ipotizzava 'fake news'". "Mi ha detto che avrebbe verificato con i team a Raqqa e ieri mi è arrivata la smentita", prosegue, spiegando di aver avuto conferma che "non è partita nessuna delegazione da Qamishli" anche da "un'altra operatrice del Sjac con cui ho parlato ancora ieri mattina". Al Abdallah, puntualizza Francesca Dall'Oglio, "non mi ha mai parlato del ritrovamento". "E' una fake news", rimarca più volte, precisando di aver avvisato anche gli altri fratelli di Padre Paolo.  

"Quello di Paolo è un caso internazionale e interessava a molti che non uscissero notizie sue, né da vivo né da morto", conclude Francesca Dall'Oglio, sorella del gesuita romano che ha passato metà della sua vita in Siria, a Deir Mar Musa, dove ha fondato una comunità monastica dedita al dialogo interreligioso. 



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