Il paradosso dello SPID: usato per i bonus ma non per prenotare una visita
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L’Italia sta avanzando nella digitalizzazione in modo discontinuo: se da un lato diversi servizi pubblici continuano a mostrare criticità in termini di accessibilità ed efficienza, dall’altro alcune realtà del settore privato si stanno dimostrando capaci di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalla digitalizzazione.
Se si chiede a un cittadino italiano qual è la sua esperienza con i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, le risposte spesso oscillano tra frustrazione e rassegnazione. Nonostante gli sforzi degli ultimi anni, molti settori strategici continuano a mostrare criticità evidenti.
Il posizionamento dell’Italia nel contesto europeo
Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) 2024, pubblicato dalla Commissione Europea, l’Italia occupa il 19° posto tra i 27 Paesi dell’Unione Europea per livello complessivo di digitalizzazione. Nella specifica categoria “Integrazione digitale dei servizi pubblici”, il nostro Paese raggiunge un punteggio di 56,3 su 100, ben al di sotto della media europea, che si attesta a 72,4. Un dato importante riguarda l’uso giornaliero dei servizi online: in Italia, solo il 48% delle persone li utilizza regolarmente, contro il 68% della media europea.
Tra le poche infrastrutture digitali realmente funzionanti in Italia c’è lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, nato come strumento per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione, negli anni si è progressivamente affermato come sistema versatile e sicuro, utilizzato ormai in svariati settori. Con l’identità digitale SPID è possibile ottenere il passaporto, fissare appuntamenti per visite mediche, accedere alle informazioni sulle pensioni tramite INPS o visualizzare i dati scolastici dei propri figli, il tutto comodamente online, senza la necessità di recarsi personalmente agli uffici competenti. Lo stesso sistema viene utilizzato anche per registrarsi su piattaforme di gioco online legali, usufruendo di vantaggi come i bonus senza deposito con SPID, promuovendo l’uso di strumenti digitali affidabili e controllabili.
Il sistema SPID è stato lanciato nel 2016 e, da allora, offre la possibilità di accedere anche a diversi servizi online del settore sanitario, tra cui la prenotazione di visite mediche e la consultazione dei referti. Tuttavia, la sua presenza non è sufficiente a garantire una reale digitalizzazione di tale settore. Il problema principale risiede nella scarsa implementazione a livello regionale: mentre alcune aree del Paese offrono servizi sanitari digitali completi e integrati, altre faticano ancora a rendere accessibili strumenti di base. A questo si aggiunge una limitata conoscenza dello SPID tra i cittadini e una mancanza di supporto per chi non è abituato a usare gli strumenti digitali. Il risultato è che, nonostante l’esistenza delle tecnologie, molti italiani continuano a dover fare i conti con lunghe attese, procedure cartacee e difficoltà nell’accesso ai servizi.
Settori in cui la digitalizzazione ha dato risultati concreti
Alcuni settori si sono dimostrati all’avanguardia nella digitalizzazione: il sistema bancario, ad esempio, vede il 76% degli italiani utilizzare quotidianamente l’app della propria banca, con il 90% delle operazioni effettuate in modalità digitale. Anche l’e-commerce continua a crescere, raggiungendo nel 2024 un giro d’affari di 52,3 miliardi di euro, trainato dai pagamenti contactless e dalle consegne rapide. Parallelamente, il mondo del lavoro ha mantenuto modelli agili: il 61% delle aziende italiane utilizza strumenti digitali per gestire forme di smart working ibrido.
La PA ha molti servizi digitali, ma pochi sono davvero accessibili. Serve più cultura digitale, risorse e supporto agli utenti. La tecnologia da sola non basta, deve essere resa semplice. Solo così il digitale sarà accessibile a tutti.