Meloni, il discorso all'Onu: "Serve una svolta, l'Italia c'è"

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Meloni, il discorso all'Onu: Meloni, il discorso all'Onu: "Serve una svolta, l'Italia c'è"

(Adnkronos) - "La Russia ha calpestato lo Statuto dell'Onu" con la guerra in Ucraina; a Gaza "Israele ha superato il limite", ma il riconoscimento della Palestina resta legato al rilascio degli ostaggi e all'esclusione di Hamas dai futuri assetti di governo, perché "chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato". Con toni netti, Giorgia Meloni ha richiamato l'Assemblea Generale dell'Onu alle proprie responsabilità, spaziando da Gaza all'Ucraina, dalle migrazioni alla riforma delle istituzioni multilaterali.  

Le convenzioni su migrazione e asilo "non sono più attuali" e vanno aggiornate, così come le Nazioni Unite, che devono trasformarsi in "una Casa di vetro". Infine, l'affondo contro le politiche green "insostenibili", accusate di "distruggere" le economie di Europa e Stati Uniti. Un discorso punteggiato da citazioni: quella di Papa Francesco sulla "terza guerra mondiale a pezzi" e quella di San Francesco, "il più italiano dei Santi". 

 

Dal palco di New York, Meloni ha descritto un mondo "sospeso tra guerra e pace", ricordando che oggi si contano "56 conflitti armati, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale". La premier ha ribadito la condanna dell'aggressione russa all'Ucraina: "La Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha deliberatamente calpestato l'articolo 2 dello Statuto dell'Onu", ha detto, sottolineando come l'attacco a Kiev abbia "riacceso diversi altri focolai di crisi" e aggravato le divisioni tra i membri delle Nazioni Unite. 

Sul Medio Oriente, Meloni ha riconosciuto che "Israele ha superato il limite con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese", ma ha ribadito che "è Hamas ad aver scatenato il conflitto" e che "chi ha scatenato la guerra non può essere premiato". La premier ha chiarito che l'Italia continuerà a sostenere la prospettiva dei due Stati, ma con dei paletti: "Il riconoscimento della Palestina deve avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina". Per Meloni, "Israele non ha il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo". 

 

Nell'intervento, Meloni ha ribadito la necessità di uscire dallo stallo: "Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte". E ha rilanciato il ruolo dell'Italia: "L'Italia c'è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio". Non è mancato un riferimento agli sforzi diplomatici degli Stati Uniti: la presidente del Consiglio ha definito "molto interessanti" le proposte discusse dal presidente Donald Trump con i Paesi arabi nelle ultime ore. "Siamo pronti ovviamente a dare una mano", ha promesso. 

Altro tema centrale del discorso di Meloni è stato la riforma delle Nazioni Unite: "Multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano, sono solo parole vuote. Dobbiamo riconoscere che è urgente una riforma profonda, pragmatica e realista". L'Italia, ha spiegato, non vuole "nuove gerarchie o seggi permanenti", ma un sistema "più rappresentativo ed efficiente". 

 

Ampio spazio anche al tema delle migrazioni: la premier ha definito "non più attuali" le convenzioni internazionali su asilo e protezione, nate "in un'epoca nella quale non esistevano le migrazioni irregolari di massa, e non esistevano i trafficanti di esseri umani". Secondo Meloni, interpretazioni "ideologiche e unidirezionali" di quelle regole da parte di "magistrature politicizzate" finiscono per "calpestare il diritto, invece di affermarlo". 

Il messaggio è chiaro: serve un aggiornamento delle norme, non per ridurre le garanzie, ma per renderle adeguate alle sfide di oggi. "Vogliamo costruire un sistema che sia al passo con i tempi, capace di tutelare i diritti umani fondamentali insieme però alla sacrosanta prerogativa di ogni Nazione di proteggere i propri cittadini e i propri confini, esercitare la propria sovranità, e governare il tema della migrazione", ha detto Meloni, sottolineando come il fenomeno "impatti soprattutto sulle persone più fragili". 

Nel passaggio dedicato all'Africa, la presidente del Consiglio ha rilanciato il Piano Mattei e annunciato la conversione di 235 milioni di debito nei prossimi dieci anni in progetti di sviluppo locale. Sul fronte ambientale, ha invece attaccato i "piani verdi" che rischiano di produrre "deserto industriale" e penalizzare la classe media: "Non si tratta di negare il cambiamento climatico, ma di affermare la ragione, con neutralità tecnologica e gradualismo delle riforme". In chiusura, Meloni ha legato l'anniversario degli 80 anni delle Nazioni Unite ai 70 dell'adesione dell'Italia, invocando coraggio per affrontare sfide globali sempre più complesse: "I combattimenti difficili - ha detto citando le parole del Santo di Assisi - vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare. Credo sia arrivato il tempo di dimostrare quel coraggio". (dall'inviato Antonio Atte)  



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