Dissalatore mobile marino, visita alla nave di Marnavi al porto di Napoli

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Dissalatore mobile marino, visita alla nave di Marnavi al porto di NapoliDissalatore mobile marino, visita alla nave di Marnavi al porto di Napoli

NAPOLI (ITALPRESS) – La crisi climatica impone soluzioni urgenti ma sostenibili per garantire l’accesso all’acqua potabile di qualità, specialmente nelle isole minori e negli arcipelaghi.

E Fondazione UniVerde e Fondazione Marevivo, che da anni promuovono il dibattito pubblico sul diritto all’acqua potabile e sulla protezione del mare, hanno promosso a Napoli, insieme a SOS Terra, una visita al dissalatore mobile marino realizzato da Marnavi.

Tecnici ed esperti di Marnavi, durante la visita all’impianto, hanno illustrato le diverse fasi di processo per ottenere un’acqua di qualità, sicura e a basso impatto ambientale.

Era presente una folta delegazione, formata dal generale Massimiliano Conti, Vice Capo Gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica); dall’ammiraglio Vincenzo Leone, Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera; dall’ammiraglio Pierpaolo Budri, Capo di Stato Maggiore del Comando Logistico della Marina Militare; dal Contrammiraglio Gaetano Angora, Direttore Marittimo della Campania e Comandante del porto di Napoli; da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde; Rosalba Giugni, Presidente Marevivo; Valerio Rossi Albertini, Fisico atomico-molecolare al CNR, Docente presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e divulgatore scientifico televisivo;, Carmen Di Penta, Direttore Generale Marevivo; Giuseppe Di Duca, Direttore Fondazione UniVerde e Consiglio Direttivo SOS Terra ETS.

Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde: “Il dissalatore mobile marino offre la soluzione più sostenibile ed efficace, specialmente per le isole minori e gli arcipelaghi, poiché in grado di garantire la fornitura costante di acqua potabile di alta qualità, rispondendo pienamente al diritto dei cittadini di usufruire di risorse idriche sicure, dal punto di vista sanitario, e remineralizzate secondo le normative vigenti.

In un contesto nazionale caratterizzato da crescente stress idrico e difficoltà di approvvigionamento, questa innovazione italiana si presenta come una risposta estremamente flessibile, modulabile ed efficiente.

L’adozione del dissalatore su nave è cruciale laddove è fondamentale evitare la proliferazione di dissalatori fissi sovradimensionati per via delle esigenze di alta stagione e di quelli pseudo amovibili, spacciati per mobili.

Le infrastrutture a terra hanno un notevole impatto paesaggistico, sono fortemente energivore e sono dannose per gli ecosistemi costieri e marini.

Si tratta di una scelta di buon senso e responsabilità ambientale.

La ricerca scientifica, infatti, ha più volte evidenziato che gli scarichi di salamoia ad alta concentrazione, prodotti dagli impianti fissi, rappresentano una seria minaccia agli habitat e alla biodiversità, specialmente per la salvaguardia delle nostre incontaminate Aree Marine Protette.

È questo il significato dell’iniziativa di oggi e dell’appello che rivolgiamo alle Istituzioni per una efficace azione normativa del settore, finalizzata a promuovere l’innovazione tecnologica made in Italy, già supportata da progetti di ricerca europei”.

Rosalba Giugni, Presidente Marevivo, sottolinea che: “Vista l’importanza di disciplinare al meglio questa materia, ci rammarica constatare che la Legge SalvaMare sia ancora lettera morta in attesa dei decreti attuativi, tra cui quello relativo all’Articolo 12 che stabilisce criteri stringenti e controlli ambientali sui dissalatori, a testimonianza del fatto che la volontà del legislatore nel regolamentare tali impianti era quella di tutelare l’ambiente marino e costiero.

La norma, senza i decreti di attuazione specifici, rischia di perdere totalmente la sua efficacia.

Il Decreto Siccità, oltretutto, peggiora l’attuale quadro permettendo deroghe all’obbligo di VIA per i dissalatori.

La dissalazione su nave permette il superamento delle criticità; promuovere questo genere di impianti, considerato il loro impatto ambientale pressoché nullo, è un’importante iniziativa che rappresenta una valida soluzione nella direzione più volte auspicata da Marevivo”.

Per il generale Massimiliano Conti, Vice Capo Gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ‘la sicurezza idrica è una priorità nazionale.

Operiamo nel solco del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e delle misure del PNRR – Missione 2, Componente 4 per tutelare la risorsa idrica, dentro un quadro di governance che comprende la Cabina di regia per la crisi idrica.

In questo percorso, le soluzioni tecnologiche devono essere integrate nel ciclo idrico: efficienza energetica, uso delle rinnovabili, riduzione delle perdite, riuso delle acque e monitoraggi trasparenti restano i nostri criteri guida.

Il progetto del dissalatore marino mobile – sviluppato da realtà italiane e implementato su un’unità navale dedicata – propone una produzione offshore con rilascio del concentrato in acque profonde e diluizioni in navigazione, riducendo l’impatto sul suolo e sul paesaggio e consentendo una rapida messa in servizio in emergenza.

La flessibilità dell’assetto nave-impianto consente di servire più isole con economie di scala, mentre gli adempimenti effettuati sotto la supervisione del Registro Navale Italiano hanno definito una nuova classe di unità per la produzione e il trasporto di acqua potabile.

Sono aspetti coerenti con i nostri obiettivi: massima compatibilità ambientale, qualità dell’acqua per l’uso umano e miglioramento dell’efficienza energetica (fino a +30% il risultato atteso)’.

Secondo l’ammiraglio Vincenzo Leone, Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, “la proposta del dissalatore mobile marino è di assoluto interesse e valore.

Come Guardia Costiera monitoreremo l’utilizzo di questa unità innovativa.

Riteniamo il progetto sfidante e in linea con le più innovative politiche di attenzione alla natura, come facciamo quotidianamente, affiancheremo gli armatori e le comunità costiere e insulari.

È noto che i dissalatori tradizionali, quelli fissi a terra, siano anche produttori di emissioni e impattanti sull’ambiente.

Questa tecnologia, al contrario, offre una soluzione brillante: acquisisce acqua pulita in alto mare, la dissala e rilascia la salamoia in mare aperto, evitando così riflessi negativi sulle aree costiere e salvaguardando gli ecosistemi marini, soprattutto quelli più delicati delle nostre isole minori”.

Mentre per Pierpaolo Budri, Capo di Stato Maggiore del Comando Logistico della Marina Militare, “il tema dell’approvvigionamento idrico delle isole minori è da sempre uno dei Compiti istituzionali della Difesa che, con la Marina Militare, assicura da anni il rifornimento con le proprie unità porta-acqua, garantendo un servizio essenziale alle comunità locali.

Oggi, di fronte alle nuove sfide poste dalla crisi climatica, è fondamentale coniugare questa missione con soluzioni tecnologiche innovative, capaci di unire efficienza e sostenibilità ambientale.

La Forza Armata è impegnata in questo percorso attraverso l’impiego di navi a basso impatto ambientale e la progressiva riqualificazione energetica delle proprie infrastrutture a terra, con l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi ad alta efficienza.

La Difesa, in stretta collaborazione con istituzioni, enti di ricerca e realtà industriali, intende continuare a contribuire attivamente allo sviluppo di soluzioni rispettose dell’ambiente marino e al servizio delle comunità insulari e costiere, contribuendo alla tutela del mare e al progresso sostenibile del Paese”.

Valerio Rossi Albertini, Primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico televisivo, è convinto che “il dissalatore mobile marino è una risorsa essenziale, specialmente in regime di cambiamento climatico.

Abbiamo già affrontato lunghi periodi di siccità e sappiamo che le piccole isole e gli arcipelaghi necessitano di rifornimenti agevoli e di acqua potabile di alta qualità.

Il problema cruciale dei dissalatori fissi a terra è la salamoia: la forte concentrazione salina del residuo a cui la biodiversità costiera non sopravvive.

La nave dissalatrice offre una soluzione giusta e intelligente per superare questo ostacolo, per due motivi principali.

Primo, la dissalazione progressiva, ossia l’estrazione della risorsa idrica dal mare può essere graduale e controllata, riducendo l’impatto complessivo.

Secondo, la dispersione in alto mare della salamoia che viene rilasciata lungo il percorso di navigazione.

In questo modo, la concentrazione salina del residuo sarà solo di poco superiore a quella del mare stesso, azzerando di fatto gli impatti ambientali e tutelando le specie acquatiche”.

I sistemi tradizionali di dissalazione fissa, ad alto consumo energetico e con un forte impatto sugli ecosistemi costieri, sono ormai anacronistici in Aree Marine Protette, isole minori e arcipelaghi.

La scelta di prediligere la nave con dissalatore a bordo non solo tutela habitat e biodiversità marina, ma offre anche una soluzione modulabile, pragmatica e lungimirante per i piani di sicurezza idrica, specialmente durante la stagione turistica, è stato sottolineato.

Inoltre, è stato evidenziato come la tecnologia italiana del dissalatore mobile marino, progettato e realizzato da Marnavi, rappresenta la risposta più rapida, sicura ed economicamente vantaggiosa a queste sfide.

Questa innovativa tipologia di impianto made in Italy, già operante, è stato spiegato, rappresenta un esempio tangibile di come l’innovazione tecnologica italiana possa coniugare efficacia, sostenibilità e tutela del patrimonio ambientale costiero e marino, offrendo una soluzione sicura, da un punto di vista sanitario, e a basso impatto per le comunità insulari.

Un’alternativa dalla valenza tecnologica e scientifica riconosciute, nel 2017, dall’allora Ministero dello Sviluppo Economico e dal CNR.

In particolare, nella relazione istruttoria del CNR per il Bando Horizon 2020 – PON 2014/2020 si attesta che “la qualità del progetto è elevata sia con riferimento agli aspetti tecnici che a livello di innovazione proposto e dei risultati attesi” e che, tra l’altro, “la dissalazione in movimento consentirebbe di limitare alcuni impatti tipici degli impianti posti sulla terraferma o su piattaforme off-shore”.

Una relazione che consentì al MiSE di ammettere il progetto, realizzato in collaborazione con altra primaria azienda del settore, ai benefici dello strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea.

– foto ufficio stampa Fondazione UniVerde –

(ITALPRESS).



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