Musk e Trump, sulla rottura pesano gli interessi del patron di Tesla e la gestione del potere
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(Adnkronos) - Elon Musk e Donald Trump separano le loro strade. Se tre indizi fanno una prova, due notizie sanciscono un divorzio. La prima è nei numeri registrati da Tesla in Europa, con un crollo delle vendite che ne ha dimezzato il volume ad aprile rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. La seconda è la critica aperta dell'imprenditore miliardario alla legge di spesa voluta dal presidente miliardario, in palese contraddizione con la missione del Doge, il dipartimento per l'efficienza governativa. Una contrapposizione di interessi che con il passare dei mesi è diventata sempre più ingombrante.
Interessi che si misurano in denaro. Da una parte c'è quello bruciato da Tesla per l'adesione totale del suo visionario fondatore all'avventura trumpiana, dall'altra c'è quello che, andando oltre la propaganda della campagna elettorale, serve a far funzionare una macchina complessa come quella dello Stato americano.
E quando i conti non tornano anche le alleanze tra miliardari vanno in crisi. Perché non bastano più la spinta ideologica o l'infatuazione per il potere pubblico a bilanciare i pericolosi segnali che arrivano per la tenuta dei propri affari privati. Musk sta perdendo denaro e rischia di compromettere il suo impero e, dato che tutto si può dire dell'imprenditore tranne che sia uno sprovveduto, il passo indietro ha una lettura facile: non c'è più alcuna convenienza a restare al fianco di Trump.
Più complessa resta l'interpretazione della relazione di Trump con Musk, vista dal punto di osservazione del Presidente degli Stati Uniti. Esaurita l'euforia della vittoria, cui i soldi e il sostegno del patron di Tesla hanno evidentemente contribuito, sono emerse le contraddizioni e si è allungata l'ombra della presenza ingombrante dell'imprenditore, che ha finito per isolare il Presidente dal resto dell'amministrazione, occupando con la sua personalità e i suoi metodi estemporanei tutto lo spazio politico disponibile. Anche l'interpretazione trumpiana della realtà, alla fine, si è rilevata più complessa e articolata delle decisioni a colpi di tweet sventolate da Musk in faccia a chiunque, senza troppa distinzione di ruoli, appartenenza e storia politica. (Di Fabio Insenga)