Fast fashion, aumentano i prezzi a causa dei dazi di Trump

ROMA (ITALPRESS) – I dazi di Donald Trump sulle importazioni cinesi hanno colpito quasi ogni categoria di beni di consumo, ma soprattutto i siti e-commerce di fast fashion, Shein e Temu.

I due colossi hanno aumentato drasticamente i prezzi per i clienti statunitensi a partire dal 25 aprile.

Un aumento che ha mandato in confusione gli acquirenti sui costi aggiuntivi nascosti che dovranno affrontare, ma anche persone che si chiedono se continueranno a fare acquisti su Shein.

Tema e Shein che si approvvigionano in gran parte dalla Cina, erano riuscite fin ora ad evitare in larga misura il pagamento di dazi doganali e tariffe commerciali, grazie a un’esenzione sulle importazioni di beni di valore inferiore a 800 dollari, chiamata “de minimis”.

Ma Trump, firmando un ordine esecutivo all’inizio di aprile, ha rimosso questa esenzione.

Ogni giorno oltre 4 milioni di pacchi a basso costo, provenienti di Shein e Temu, arrivano negli Stati Uniti grazie a questa normativa, diventata ormai una chiave di volta per molti modelli di business di molti marchi cinesi.

I brand low cost producono annualmente milioni di tonnellate di rifiuti tessili sintetici, difficili da smaltire anche a causa delle sostanze tossiche presenti al loro interno. Oltre questo, marchi come Shein sono finiti più volte sotto i riflettori per le condizioni dei lavoratori, costretti a lavorare per più di 12 ore al giorno. Ma anche casi di lavoro minorile, dichiarati dalla stessa azienda. Dall’aumento dei prezzi sui siti low cost all’applicazione dei dazi, fino alla rimozione dell’esenzione del regime de minimis. Tutto ciò fermerà l’ascesa dei due colossi del fast fashion?

mgg/gtr


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