Università del Sannio: etica ed estetica nella conversazione con Giovanni Rossetti

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Nella Sala Conferenze di Palazzo De Simone del Dipartimento Pe.Me.Is., “I Lunedì Letterari” hanno ospitato Giovanni Rossetti, autore del saggio “Le radici estetiche dell’etica in Gregory Bateson”. Docente di Filosofia presso l’Istituto Magistrale “Guacci” di Benevento, nel 1999, con Horst Künkler, ha fondato Sophia – Rivista di dialoghi interculturali. Il libro è, in parte, l’esito di una ricerca condotta nell’ambito del Dottorato di Filosofia e Politica presso il Dipartimento di Filosofia e Politica dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e di un breve periodo di ricerca negli USA, nell’archivio di Gregory Bateson.

Il titolo della tesi di dottorato, di cui il libro è la prima parte, “Forma e processo nell’opera di Gregory Bateson. Per una comprensione delle radici estetiche dell’etica”, rimanda immediatamente ad un’ipotesi e a un’equivalenza. “L’ipotesi – ha spiegato Rossetti - è che la dimensione estetica sia il terreno entro cui l’etica si radica; l’equivalenza è invece tra la forma come carattere più proprio dell’eticità e il processo come struttura originaria della percezione estetica”.

“Naturalmente – ha spiegato l’autore - saremmo quasi tentati di fare il contrario, cioè di attribuire all’estetica il carattere formale, ma dal testo emerge che l’ordine cui la forma rimanda è un ordine prodotto da regole, certo non sempre chiare e distinte, ma che nell’etica si mostrano con maggiore evidenza. Più volentieri conviene invece vedere nel processo una sorta di struttura dinamica la cui complessità sfugge a ogni tentativo di classificazione logico formale e che si dà quasi sempre come un risultato immediato e non più irreggimentabile. Il che è proprio ciò che caratterizza la percezione e l’estetica in generale”.

Il dialogo con Gregory Bateson conduce l’autore alla necessità di una nuova filosofia della natura, che integri il bene e la bellezza, l’etica e l’estetica. “Per questo – ha concluso Rossetti - è auspicabile una comprensione profonda di cosa significhi ‘estetica’, perché, per dirla come Bateson, essa è qualcosa a cui “ricorrono continuamente tutti gli organismi, e non solo i critici d’arte e i filosofi””.



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