Welcome Rights, un calcio all'odio e al razzismo. A cena con i migranti per chiedere diritti

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Una cena con tutti i migranti presenti sul territorio. È l’iniziativa messa in piedi dalCentro Sociale Autogestito Depistaggio, il Collettivo Wand e la scuola di italiano Oltreconfine. L’appuntamento è per domani, venerdì 13 novembre alle 20.00, presso CSA di via Mustilli.

Alla base c’è la condivisione, la voglia di stare insieme senza differenze di colore, di razza e perchè no anche sessuali. ‘Welcome Rights’ è questo il nome dato all’idea nata dal Collettivo Wand che ha trovato sponda nel CSA Depistaggio e la scuola di italiano Oltreconfine.

Welcome Rights, a cena con i diritti”, prende visibilmente spunto dal Reefuges Welcome la piattaforma berlinese create per portare aiuto ai migranti divenuto poi un hashtag grazie al Borussia Dortmund dopo l’invito rivolto a 220 rifugiati per assistere al match di Europa League contro l'Odds Ballklubb. La sigla è apparsa poi su tanti striscioni nelle ‘curve’ calcistiche tedesche mentre la pista aperta dai migranti attraverso i Balcani vedeva le opposizioni dei governi locali e conseguente chiusura delle frontiere e l’innalzamento di muri lungo i confini. “L'idea – spiega Lelio Romano – è quella di costruire una rete alternativa al modello attuale di società: solidale, mutualistica, cooperativa e soprattutto che si muova da basso e si autodetermini nella rivendicazione dei diritti, di tutti i diritti”.

" Abbiamo pensato a questa iniziativa perché ci rendiamo conto che la comunità LGBT non può restare indifferente di fronte all'ecatombe si sta verificando nei nostri mari - dichiara Giulia Tesauro del collttivo Wand -  Quella che noi portiamo avanti e quella che anche i migranti portano avanti è una richiesta di diritti, diversi ma pur sempre diritti, e a ben guardare i diritti giuridici non sono altro che l'espressione di una richiesta più profonda che è quella di essere riconosciuti e garantiti per quello che si è, di vedere la propria individualità tutelata e non uniformata a un presunto ideale di normalità. Sappiamo che la chiusura dei migranti verso l'omosessualità possa essere forte. Molti di loro provengono da paesi in cui l'omosessualità è un crimine per cui è prevista la pena di morte. Il nostro scopo è proprio quello, di creare un ponte tra le culture, uno spazio di apertura per cui i confini diventino fini comuni".

L’iniziativa è semplice, una cena, dove ognuno porta qualcosa – vietati i cibi a base di carne di maiale – con tutti i migranti presenti sul territorio sannita, dove ognuno porta qualcosa da condividere. Anche perchè, si legge sul volantino, “continuano gli sbarchi sulle coste a delineare un quadro che non è mai stato così critico. Flussi migratori che mai come oggi hanno coinvolto la nostra nazione e anche la nostra città che ospita quattro centri di accoglienza. E mentre dilaga un razzismo mascherato di buonismo, o peggio ancora, mentre ci si gioca il consenso elettorale a suon di luoghi comuni, il mare continua ad essere una culla di cadaveri e migliaia di persone sono costrette dalla guerra o dalla povertà a lasciare la propria terra. È per questo che abbiamo deciso di iniziare un percorso insieme con una festa, perchè la voglia di stare insieme e di far festa, di star bene, conti sempre più della paura e dell’odio”. 

Michele Palmieri



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