"Quella garibaldina della mia trisavola", alla Rocca la presentazione del libro della Iacobucci

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Rocca dei RettoriRocca dei Rettori

L’ultima fatica letteraria di Angela Iacobucci si occupa ancora di una donna.

Il Risorgimento, la fine della “enclave” pontificia di Benevento, l’Unità d’Italia, ma anche un pezzo di storia della propria Famiglia: in sintesi questo il contenuto del libro "Quella garibaldina della mia trisavola" (2000diciassette edizioni) di Angela Iacobucci che sarà presentato il prossimo martedì 20 giugno 2017, alle 17.00, nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori nell'ambito della III Edizione della collettiva d'Arte Sinergie diretta da Antonella Botticelli.

Con la giornalista Elide Apice a fare da moderatrice, interverranno, oltre all’Autrice: la Dott.ssa Emilia Tartaglia Polcini; il Prof. Aniello Cimitile, già Rettore dell’Università del Sannio e past President della Provincia di Benevento, e Maria Pia Selvaggio, della Casa editrice2000diciassette.

Dopo il saggio dedicato ad Ipazia, la finissima intellettuale, scienziata, filosofa, martire della libertà di pensiero e di espressione del IV secolo dopo Cristo, la Iacobucci stavolta ferma la macchina del tempo a 157 anni or sono, quando il movimento garibaldino beneventano e sannita, intenzionato, nel contesto più ampio della lotta per l’Italia unita, a mettere fine a circa 800 anni di storia di Benevento possedimento papale, si avvalse anche dell’opera coraggiosa di alcune donne a fianco di Salvatore Rampone e degli altri patrioti. E proprio tra queste donne Iacobucci ha rintracciato un ramo della sua Famiglia attivamente impegnato a fare la rivoluzione.

“Location” più appropriata, dunque, per la presentazione di un volume dedicato al Risorgimento sannita non poteva trovarsi. Infatti, la Provincia di Benevento fu proclamata il 25 ottobre del 1860 per volere di Giuseppe Garibaldi, che lo aveva promesso ai patrioti beneventani a condizione che questi ultimi fossero riusciti a liberare la Città dai pontifici prima ancora che egli entrasse nella Capitale del Regno: ed infatti il 3 settembre del 1860, con un’azione solitaria, Salvatore Rampone cacciò l’ultimo Rettore (o Governatore) pontificio, ammainando dalla Rocca dei Rettori il vessillo del Papa-re ed issando il tricolore italiano, mentre Garibaldi riuscì ad entrare in Napoli con i suoi Mille solo quattro giorni dopo.

Dunque, la Rocca dei Rettori è stato il centro stesso di una complessa partita politico-istituzionale durata secoli e chiusasi di fatto nel giro di tre ore: tanto infatti passò quel 3 settembre tra l’ingresso di Rampone nel Castello e l’uscita definitiva del rappresentante del Papa-re dalla Città.

Il libro di Angela Iacobucci, costituente il primo “romanzo storico” dato alle stampe dalla Casa editrice2000diciassette, è dunque dedicato a quel periodo cruciale della nostra storia nazionale e locale. Negli ultimi anni, in occasione del 150° della proclamazione dell’Unità d’Italia, si è assistito ad un rifiorire di pubblicazione storiche sull’argomento ed, inevitabilmente, a polemiche e contrapposizioni tra le diverse scuole di pensiero.

Secondo la Casa editrice sannita, "Quella garibaldina della mia trisavola" della Iacobacci, affiancata, in fase di revisione del testo, da Marcella De Mercurio, «aprirà un bel margine di dibattito e confronto, nel momento in cui forte si leva il vento della "controstoria"». Il libro, nella sua ricostruzione di pagine importanti della storia del nostro passato, testimonia come la Casa Editrice voglia «concepire la scrittura come privilegiato percorso di comunicazione e riflessione, nella prospettiva ultima di contribuire al confronto culturale e storico».
Nella quarta di copertina di "Quella garibaldina della mia trisavola" si legge: «raramente la narrazione costruita sulla Storia offre al lettore il senso perfetto dell’aderenza dei fatti alla fantasia dell'Autore. L’opera della Iacobucci coniuga in maniera superba ricerca e storytelling, tiene legati in una forma non scindibile il fascino della Storia e l’arsura della narrazione. La prosa è liquida, senza retorica e senza sfarzi di fantasia. L’apprezzerà il lettore avido di trame e ne rimarrà affascinato chi è assetato di conoscenze storiche di un’epoca letta ancora in chiaroscuro. E’ un salto vertiginoso nella Storia e nei Tempi, si incrociano le vite di personaggi ai quali viene restituita la dignità di guerrieri coraggiosi e che resteranno nella memoria del Lettore. L’Autrice ha scolpito le personalità dei protagonisti – sia di quelli realmente esistiti che degli altri frutto di fantasia- in maniera potente e rettilinea, con prosa maliarda. E’ convincente l’inchiesta documentale come decisa l’impostazione narrativa. E documento e narrazione si sposano in maniera sublime, con la guida sapiente e persuasiva di una maestra di cerimonie di raro spessore culturale e di grandi capacità narrative».

Docente nei licei, Angela Iacobucci, nativa di Guardia Sanframondi, si è dedicata con passione all’insegnamento. Da sempre referente per la Settimana Scientifica ha dedicato alcuni lavori alla scuola.



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