Aggressione a migrante, Cgil: "episodio non deve passare sotto silenzio"

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«Quando il fascismo e il razzismo si trasferiscono dai banchi di scuola alle piazze, cioè dallo studio del passato alla cronaca quotidiana, è indispensabile che si scenda in campo e vengano manifestati i sentimenti antifascisti e di solidarietà».

«La vile aggressione di ieri al Rione Libertà di Benevento del cittadino straniero ad opera di tre giovani (come al momento è stato ricostruito) con inseguimento, lancio di pietre e ferita alla testa (in pieno stile “squadracce” del “ventennio nero”) non deve passare sotto silenzio né essere considerato un episodio ordinario».

Così la Cgil Benevento è intervenuta sull’aggressione subita da un giovane migrante nella serata di ieri lungo il Ponte sul fiume Sabato al Rione Libertà.

“ I cittadini, la nostra democrazia – si legge nel documento No fascismo, No razzismo scritto dal sindacato – non possono abituarsi a questa “ordinarietà”. Quando si semina odio (e lo fanno pezzi di politica nazionale e locale); quando organizzazioni che si richiamano a “valori” fascisti possono presentarsi alle elezioni democratiche e, conseguentemente, occupare le piazze per trasmettere il loro truculento messaggio; quando, in una società dove aumentano le disuguaglianze a causa della sua organizzazione, si addebitano le responsabilità ai più deboli, agli immigrati che, quindi, vanno ricacciati via; quando la diversità delle culture non è considerata, da parte di chi si candida a governare il Paese, una ricchezza, ma il male da battere; quando si minimizza, e non solo da destra, sul pericolo dei rigurgiti fascisti, rifiutando l’approvazione di provvedimenti legislativi ormai urgenti per fronteggiare tali fenomeni; quando, e ancora non solo da destra, si sono alzate barricate contro l’approvazione della elementare legge (cosiddetta “ius soli”) che avrebbe consentito l’attribuzione della cittadinanza italiana ai tanti che sono nati in italia, qui crescono, giocano, studiano insieme a tutti i loro coetanei “italiani”; quando si sfruttano le preoccupazioni e le paure per le difficili condizioni economiche in cui versa buona parte d’Italia e per le incertezze sul futuro costruendo un nuovo capro espiatorio, l’agnello sacrificale: i migranti; allora è necessario che le organizzazioni democratiche e i cittadini si interroghino e avvertano i rischi di una deriva democratica. Tutto ciò potrà tradursi in voti, ma le macerie rischiano di seppellirci tutti. La CGIL è convinta che il popolo italiano sia in maggioranza di sentimenti democratici, antifascisti, antirazzisti e deve essere messo in condizione di poter esprimere tali sentimenti. In tal senso sono state occasione (una bella ventata di aria pulita) le tante manifestazioni seguite ai fatti di Macerata (vergognoso il fatto – sparatoria di un militante della destra contro cittadini di colore – e le giustificazioni di tanti politici interessati esclusivamente a “cavalcare la tigre”), culminate nella grande Manifestazione nazionale di sabato 24 febbraio a Roma, “Mai più fascismi, mai più razzismi”, convocata dalle 23 organizzazioni promotrici della raccolta delle firme per la campagna “Mai più fascismi”, tra le quali l’ANPI e la CGIL».

Secondo il sindacato: «La campagna di odio (con chiare venature di fascismo) va fermata con l’intervento deciso dello Stato, con l’applicazione puntuale delle sue leggi (se necessario anche nuove), ma decisiva è la partecipazione dei cittadini. Nel 70° anniversario della Costituzione della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza al regime nazifascista, non si possono tollerare mistificazioni, negazionismo, riduzionismo. Va ricordato con forza che il fascismo, con le violenti azioni per la presa del potere, con l’uccisione, incarcerazione, costrizione all’esilio di politici, intellettuali, cittadini oppositori del regime o che semplicemente la pensavano diversamente, con l’assalto alle sedi sindacali e dei partiti, con la cancellazione di tutti gli strumenti e i luoghi di democrazia, con il mantenimento del potere usando metodi violenti e con la fascistizzazione dello Stato e della società, con l’instaurazione di una violenta dittatura e l’eliminazione di tutte le libertà, con l’emanazione delle vergognose leggi razziali del ’38, con l’alleanza con il nazismo che lo rese complice e responsabile dei massacri della II guerra mondiale, dell’occupazione tedesca dei territori italiani, delle tante stragi perpetrate nelle nostre città, delle torture, delle retate ed invio in campi di concentramento di migliaia di ebrei, è stato il periodo più buio e criminale della nostra storia».

La Cgil ha poi concluso: «Quando il fascismo e il razzismo si trasferiscono dai banchi di scuola alle piazze, cioè dallo studio del passato alla cronaca quotidiana, è indispensabile che si scenda in campo e vengano manifestati i sentimenti antifascisti e di solidarietà».
 



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