Servizio mensa scolastica. Dopo il Consiglio Comunale il M5S va all'attacco

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Nicola Sguera (centro) e Marianna Farese (dx) del M5SNicola Sguera (centro) e Marianna Farese (dx) del M5S

Si è dibattuto ieri in Consiglio comunale la questione inerente al servizio di mensa scolastica. Delusi i grillini che avevano presentato una mozione e oggi attaccano.

La questione mensa è stata una di quelle che più hanno condizionato la campagna elettorale. Ci si sarebbe, dunque, aspettata una gestione sapiente e memore degli errori commessi dalla precedente Amministrazione. Al contrario, se possibile, sia nel metodo che nel merito, si è peggiorato l’esistente”.

Questo il commento dei consiglieri Marianna Farese e Nicola Sguera, che a Palazzo Mosti rappresentano il Movimento 5 Stelle, a margine del Consiglio comunale di ieri dove a tenere banco è stato proprio il dibattito sulla questione della mensa scolastica. Due anche le mozioni presentate una proprio da Sguera che però non ha ricevuto i voti necessari.

“Avevamo ripetutamente sollecitato una soluzione condivisa – hanno continuano i pentastellati – con il coinvolgimento di tutti i soggetti in causa (rappresentanti dei genitori, associazioni, sindacati). La Giunta ha voluto procedere in splendida solitudine andando a sbattere. Il M5S di Benevento nel Consiglio comunale di ieri è intervenuto, dunque, come dovuto, per criticare la gestione dilettantesca della vicenda che ha portato, come già preannunziato da più parti, all’esito surreale: la vittoria dell’appalto provvisorio della ditta con cui il Comune aveva rescisso il contratto per comportamento antisindacale a maggio e che non era stata invitata alla gara. Il danno è fatto ed è sin troppo facile ipotizzare una fuga generalizzata dalla mensa (con la beffa per il Comune di dover pagare comunque la ditta per 600 pasti). Abbiamo cercato di ipotizzare, in maniera costruttiva – aggiungono – soluzioni ‘tampone’, che tengano conto delle novità emerse dalla oramai nota sentenza torinese, che rende possibile portare il pasto da casa, invitando l’Amministrazione a svolgere capillare opera di informazione su questa alternativa, mettendo intorno ad un tavolo rappresentanti delle famiglie, dirigenti e docenti per la gestione ottimale della cosa”.

Insomma il M5S con i suoi attivisti, spiegano Farese e Sguera, “si mobiliterà in ogni caso in tal direzione, pur ritenendo una sconfitta la crisi della mensa pubblica e uguale per tutti. Abbiamo ricordato altre due opzioni, da esplorare anche dal punto di vista normativo in tempi rapidi: la gestione pasto attraverso appalti autonomi visto che le scuole non sono obbligate ad attivare il servizio, e la possibilità di organizzare la consegna dei pasti da casa o da ristorazione libera alle scuole, tramite un unico soggetto individuato dai genitori (opzione che gruppi di genitori stanno già perseguendo autonomamente). Checché ne abbia detto il consigliere De Nigris, che lamentava la scarsa capacità propositiva dell’opposizione, ferma, a suo dire, su questioni meramente tecnicogiuridiche, il M5S ha invece sintetizzato il lavoro di discussione che dura da settimane all’interno del Meetup sulla tematica con proposte operative e argomentate. Ciò non ci hai impedito di aderire alla richiesta formulata dal consigliere Fausto Pepe, per altro in linea con una nostra sollecitazione, di annullamento della gara in autotutela”.

“Prendiamo atto – aggiungono i grillini – dell’esautoramento da parte del sindaco Mastella sulla questione mensa del suo Assessore, Amina Ingaldi, avendo, con atto formale, delegato Pina Pedà a curarla in tutti gli aspetti. Abbiamo trovato estremamente deludente l’intervento della Ingaldi, e preoccupante quando ha alluso «strane ingerenze sulla vicenda». Non avendo voluto chiarire, malgrado le nostre sollecitazione, a cosa alludesse, riponiamo qui le domande: chi ha ingerito e a danno di chi? Quando ciò sarebbe avvenuto? Esistono passi formali del Comune per andare a fondo nella vicenda o solo le indagini ‘private’ dell’Assessore basate sulle chiacchiere con amiche, come ci ha detto?”.

E concludono. “Intanto, il danno oramai sembra fatto, ed è improbabile porvi rimedio. Si può soltanto cercare, per questi mesi, di agevolare uno dei soggetti coinvolti, le famiglie con i bambini, augurandosi che, per il futuro, una questione di tale delicatezza sia gestita con meno improvvisazione”.

 



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