Il trucco c’è ma non si vede!

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“Shibboleth 2007”, l’installazione d’arte contemporanea di Doris Salcedo, presso la Tate Modern (il più importante museo di arte moderna di Londra) ha creato non pochi problemi. La fessura lunga 167 metri che spacca in due il pavimento della Turbine Hall, in quattro settimane, ha ferito ben quindici persone, quattro in modo grave. Eppure il personale sorveglia, ci sono ovunque volantini con su stampato: “attenti alla crepa”, insieme a poster affissi sui muri. Pare si stia pensando a ricoprire l’opera col plexiglass, possibilità, però, osteggiata dai puristi inglesi. E’ stato il Times a denunciare lo stato di cose. Per ottenere i dati dal museo londinese ha dovuto impugnare il Freedom of Information Act, la legge passata dal Governo Blair sull’accesso a informazioni ufficiali. Nonostante i pericoli, tuttavia, dall’8 ottobre, ben 850.000 persone sono accorse ad ammirare l’installazione, espressione, secondo l’autrice, delle divisioni e delle incomprensioni che si verificano tra popolazioni indigene e immigrati in Europa. Il titolo, infatti, è un’antica parola ebraica che denota l’appartenenza a una tribù. La Tate, inoltre, per volere dell’artista, non ha spiegato come sia stata creata la spaccatura. Il mistero è parte del messaggio. Il trucco sicuramente c’è, non si vede e ci si cade!



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