L'uomo e l'artista Ciletti raccontati da Gambuti

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La memoria, individuale e collettiva, è la terra fertile in cui piantare i semi della speranza e coltivare i germogli della vita futura: questa la riflessione che sottende il dettato narrativo del testo “Nicola Ciletti, racconto breve dell’uomo e dell’artista (Edizioni Realtà Sannita)” di Luigi Antonio Gambuti. Il libro assolve il compito di ravvivare la memoria storica e umana del proprio territorio e dei suoi figli tratteggiando la trama esistenziale dell?fuomo e dell?fartista fortorino.

Nel cammino espositivo dell’agile scritto, robuste basi documentali e bibliografiche e originali fonti epistolari strutturano l’emblematico racconto che, ordito con perizia e passione, valica gli angusti confini della biografia per trarre più ampio respiro nel campo del romanzo, raccontando così il vissuto personale e sociale del protagonista in un intreccio di parole, colori e poesia e radicando il narrato nei solchi del vero.

Gli eventi della vita e dell’attività artistica di Nicola Ciletti emergono così nelle tinte dell'esordio e delle prime esperienze di studio, si immalinconiscono poi nei toni delle successive amare esperienze napoletane e sannite quando ormai l’uomo e il pittore, tormentosamente consapevole delle ingiustizie e delle miserie dell’umile sua gente, eleggerà definitivamente il popolo come soggetto e oggetto della sua arte, scoprendo così la vocazione profonda del suo essere, e la cifra profonda dell’inquieto suo sentire. Il narrato insegue rispettosamente la memoria fino alle pagine fosche della seconda guerra mondiale che si tingono di sangue nel drammatico resoconto dello stesso Ciletti, assumendo poi, nel riflesso quieto dell’età matura, la vigoria e l’onestà della verde terra fortorina, nella descrizione puntuale dell’attività amministrativa del sindaco Ciletti, riposando infine nelle tinte della poetica dolcezza dei solitari anni del Serrone.

Una scrittura queslla del Gambuti che dipinge l’anima di Ciletti, una scrittura sincera, priva di artifici, intrisa d'emozione, fino ad assumere, in alcuni momenti, l’intensità della poesia. E’ specchio lucente il narrato, laddove concede alle parole di trascolorare nell’espressività pittorica cilettiana (arricchite con riproduzioni dei dipinti) riuscendo a evocare la profondità di Ciletti, poeta dei colori e della vita.
Emilia Dente



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