Attestati con le scuse

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Ottobre. La figlia al padre che rientra casa: “Papà, il Tiggì della Rai nazionale ha detto che, per una classifica, Benevento è il penultimo capoluogo di provincia in Italia per la qualità dell’ambiente”.
Il padre, persona informata sui (mis)fatti locali: “Ma no, non è proprio così. Siamo laggiù perché il Comune non ha fornito, quando doveva, alcune notizie su cui l’indagine di Legambiente si fonda. Tale mancanza ci ha molto penalizzato, più di quanto avrebbe nuociuto l’eventuale emersione di dati negativi”.
La figlia: “Meno male, non solo per noi che ci viviamo, ma anche in generale, perché quel centoduesimi ci aveva fatto fare proprio una bruttissima figura”.
Il padre: “Per noi è così, ma la figuraccia rimane e pure la reputazione determinata dal penultimo posto, quelle non ce le leva nessuno. In pochi, qui in città, sappiamo e sapremo che l’esito è molto dipeso dalla sciatteria e dall’incapacità degli amministratori, fuori Benevento, invece, non lo saprà nessuno. Nella società della comunicazione, poi, l’effetto annuncio è decisivo. Per gli italiani, ormai, qui l’ambiente è pessimo: punto e basta”.

E’ proprio grave quello che è tornato ad accadere al Comune di Benevento, con la giunta di centrosinistra, dopo che era accaduto, in precedenza, col centrodestra. Per accidia o insipienza si trascurano le richieste di dati di importanti monitoraggi. Amministratori e funzionari comunali, perfetti passacarte, quando interpellati, se non hanno già le cifre sotto mano, al più, inoltrano un’ulteriore propria formale richiesta ad altro ente (quasi sempre permeato dallo stesso zelo…). E pensano che quel proprio pezzo di carta possa fungere, un domani, da “pezza d’appoggio” per scrollarsi le eventuali responsabilità. Oppure gli stessi attori di Palazzo Mosti non ne comprendono l’importanza e, presi dalle “tante altre cose da fare…”, lasciano inevase quelle richieste. Li immaginiamo pensosi a dirsi: “In fondo, cosa cambia se diciamo o meno a Legambiente quanto biossido d’azoto si respira tra il Sabato e il Calore, quante polveri sottili sono disperse nell’aria, al pari dell’ozono? O se rendiamo noto il livello delle percentuali di dispersione nella rete dell’acqua potabile. E dovremmo pure metterci direttamente a censire zone a traffico limitato, isole pedonali, giardini storici o parchi per bambini qui a Benevento… Ma chi se ne tiene! Se il sindaco fa pagare lo stipendio per mesi a un assessore, da lui messo in condizione di non poter più operare, avendogli sottratto le deleghe, nessuno potrà rimproverarci: al confronto, noi siamo dei lavoratori indefessi”.
Cari lettori, uno dei pochi punti di forza che la piccola e interna città di Benevento può vantare è l’essere rimasta estranea, sostanzialmente, nei decenni scorsi, ai processi d’industrializzazione e quindi d’avere una decente qualità ambientale tale da poter attrarre. Nel vagheggiamento del capoluogo come città di cultura e, più recentemente, anche d’arte, immancabilmente, chi ne regge le sorti o ne ha ricevuto i voti per più ambiti lidi, aggiunge la possibilità di viverci a misura d’uomo. Per il livello della sicurezza, certamente, molto migliore che nelle zone della fascia costiera campana e poi per la sua salubrità. Una notizia del genere - penultimi in Italia, ultimi in Campania - ha per ciò un effetto deprimente e sfregiante notevolissimo. Per metabolizzarlo se va bene - se cioè a Palazzo Mosti decideranno di non continuare a rigirarsi i pollici e a rispondere a chi li interroga - ci vorrà un anno. Ma, sia chiaro, per poter ripristinare un dato che sarà solo meno avvilente. Perché, ad esempio, questa città non ha un depuratore delle acque che così finiscono nei suoi due fiumi, degni di miglior sorte per quanto nei secoli le hanno donato. E ha pure una pessima qualità delle acque a uso potabile (84° posto), per la raccolta differenziata (75°), per la qualità ambientale del trasporto pubblico (79°) e dei mezzi privati in circolazione (performance avvilenti si ritrovano anche in materia di verde pubblico).

Ma il mondo della politica, della gestione della cosa pubblica va avanti, comunque, indipendentemente da quel che fa, non fa o inopinatamente provoca. Senza alcuna remora, infatti, il penultimo Comune di Benevento, pochi giorni dopo il responso, diffonde una nota in cui informa che premierà a Palazzo Mosti studenti e insegnanti delle Medie e delle Elementari. Novecento alunni hanno partecipato, a fine 30 settembre, alla manifestazione ambientalista “Puliamo il Mondo” e riceveranno - proprio dai penultimi - degli attestati di merito per le iniziative didattiche organizzate e per aver anche pulito strade e giardini pubblici, contribuendo al successo dell’iniziativa. Che i bambini debbano essere premiati non v’è dubbio, così come va biasimato l’Ente che, senza alcun senso d’opportunità, immediatamente dopo l’infamia causata del 102° posto, decide di consegnarglieli. Ma, se proprio così dev’essere, chi materialmente consegnerà questi attestati abbia almeno la decenza, mentre lo fa, come Amministrazione Comunale in carica di chiedere scusa. A ognuno delle piccole e dei piccoli beneventani che non li meritano.



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