Dall'UE agli Stati Uniti d'Europa, convegno con Casucci e Casini

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Un evento nato non solo per ricordare la giornata dell’Europa che cade il prossimo 9 maggio ma per guardare anche al dopo elezioni francesi.

Si svolgerà il prossimo 4 maggio a Benevento presso l’Istituto Cattaneo - ore 17.00 - il convegno “Dall’Unione Europea agli Stati Uniti d’Europa” promosso dall’Associazione Culturale “Impegno Civico” a discuterne: Felice Casucci dell’Unisannio ed il sen. Pierferdinando Casini oltre a loro, saranno presenti anche Filippo Bencardino e Giovanni Zarro.

“Macron – spiega Zarro – ha vinto il primo turno delle elezioni francesi con un messaggio prò Europa senza ambiguità. Un messaggio in cui la possibilità di progresso in Francia è legata al destino del progetto europeo. Strategia elettorale rischiosa di questi tempi! Ha pagato. Macron nel discorso dell’altra domenica, scorsa, ha parlato di rifondare l'Europa. Se dovesse vincere al secondo turno, cosa probabile, sarà importante capire cosa questo voglia dire per il futuro dell'area euro e per l'Italia in particolare. Innanzitutto, qualsiasi proposta di rifondazione del progetto europeo debba fare i conti con un crescente malcontento. Anche in Francia, più del 40 per cento degli elettori si è espresso o contro l'Europa (chi ha votato per Le Pen) o per un'Europa impossibile (chi ha votato per Mélenchon). La seconda è che la Francia, nonostante abbia un forte potere negoziale, è un Paese debole e sicuramente il junior partner in un reiterato asse franco-tedesco promotore della proposta rifondativa. La Francia ha bisogno di riforme, ma anche di politiche di inclusione Per questo motivo ha bisogno di un'Europa le cui regole consentano di accompagnare le riforme con un sostegno della domanda. Inclusa quella pubblica. Nulla di rivoluzionario. Nessun europeista convinto immagina che Macron non inizierà le trattative chiedendo la riforma dei Trattati (Roma, Maastricht e Lisbona) e l'abolizione delle regole fiscali. I Trattati non sono leggi qualsiasi e la scelta di cambiarli non può diventare terreno immediato di negoziazione. La riforma dei Trattati che implichi una maggiore condivisione del rischio nell'eurozona, con conseguenti aspetti anche redistributivi tra un Paese e l'altro, richiede un referendum. Il cui esito non è affatto scontato. Oggi! E l’Italia? Quale è il suo ruolo?L'Italia è troppo debole oggi per avere un ruolo di leadership in un progetto di rifondazione dell'Europa, ma ha una parte importante da giocare. La si può giocare se si smette di fare demagogia e si capisce che il progresso, da noi come in Francia, è indissolubilmente legato alla stabilità e alla coesione dell'Unione; se si capisce che bisogna uscire dalla logica che attribuisce tutti i nostri mali all'austerità e all'imperialismo vessatore dei tedeschi; se si riesce a stare sul doppio binario della politica nazionale e di quella europea. Con Macron, se dovesse riaprirsi un dialogo costruttivo che ci dia più spazio di azione in politica economica, avremmo una nuova opportunità. Sarebbe un peccato perderla”.



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