L'Opinione. Abolire le Province e' vero risparmio? I dati dell'Upi dicono di no

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Provincia di BeneventoProvincia di Benevento

In questo difficile momento economico-sociale vissuto dal Paese, tutti invocano l’abolizione delle province, come se dalla loro cancellazione dipendesse il risanamento dei conti dello Stato. La Uil sannita ne analizza le implicazioni e spiega i risultati.

Probabilmente nessuno di coloro che la invocano sa veramente di che cosa si sta parlando. L’abolizione delle province, se mai verrà realizzata, riguarderà solo gli organi rappresentativi: consigli, giunte, assessori e presidenti, che costano al bilancio pubblico non più di 350-400 milioni l’anno.

L’Upi (Unione delle province italiane) ha calcolato che ogni anno le province spendono circa 12 miliardi di euro, anche se 6 miliardi non sono facilmente comprimibili poiché trattasi di rimborsi di prestiti e spese per la manutenzione del patrimonio immobiliare.

Seppur vi fosse la dismissione di parte di esso, non si otterrebbe molto, a meno che non si pensi di vendere edifici scolastici e strade. Quanto al personale, spesso è stato trasferito per mobilità da altre amministrazioni ed è stato chiamato a svolgere le nuove funzioni attribuite dalle leggi Bassanini. Insomma, al massimo si potrebbero risparmiare 2 miliardi e mezzo di euro l'anno.

Ricapitolando, le province spendono circa 12 miliardi di euro l’anno, dei quali circa 8 miliardi e mezzo per spesa corrente, circa 3 miliardi per spese in conto capitale e poco più di mezzo miliardo per rimborso di prestiti. Si tratta, comunque, di spese con trend decrescente dal 2008.

Pensare di poter tagliare di colpo 10 miliardi, significa illudersi che abolite le province, la spesa possa limitarsi a finanziare il solo costo del personale, pari a circa 2,5 miliardi di euro. Le cose, per la verità, sono un po’ più complicate. Prima di tutto perché non è possibile azzerare la spesa per il rimborso dei prestiti: aboliti gli enti, qualcuno dovrebbe pur accollarsela, per evitare di cagionare danni ai creditori. La spesa in conto capitale, a sua volta, appare molto difficile da ridurre.

In larghissima misura dovuta a interventi di manutenzione, ampliamento, ristrutturazione e gestione dello sterminato patrimonio immobiliare, composto da 125mila chilometri di strade e da circa 5mila edifici scolastici. Anche se si dovessero abolire le province, queste spese dovrebbero comunque essere sostenute.

Ritornando al personale, va detto che esso dovrebbe essere trasferito ad altri enti: se passerà alle regioni il suo costo aumenterà perché, di solito, i contratti collettivi decentrati integrativi, a parità di qualifica, prevedono remunerazioni maggiori.

Se a farsi carico delle funzioni delle province dovessero essere i comuni, su quelli piccoli graverebbero oneri per loro insostenibili. “L’idiozia” - afferma il sindacato - “è mettere mano alle province senza rivedere nel suo complesso tutto l’ordinamento delle autonomie locali, discussione che imporrebbe un dibattito pubblico che oggi non c’è. Quali funzioni delle province potrebbero essere trasferite a un comune di 200/300 oppure di 3.000/5.000 abitanti? Anche unendosi in nuovi enti territoriali (le unioni dei comuni), questi piccoli comuni non avrebbero mai le strutture tecniche e amministrative per farsi carico di funzioni così complesse”.

Le conseguenze, secondo la UIL, sarebbero quindi “disastrose perché la provincia risponde alla logica di collegare in una sola entità amministrativa decine o centinaia di comuni minori con una città media o grande che ne è il capoluogo”. Peraltro, il disegno di legge costituzionale del governo Letta prevede che “entro sei mesi dalla data della sua entrata in vigore, le province sono soppresse e sulla base di criteri e requisiti generali fissati con legge ordinaria sono individuate dallo Stato e dalle Regioni, nell'ambito delle rispettive competenze, le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni”.

Quindi – conclude il sindacato “di nuovo l’individuazione di un ente di area vasta! Un vero paradosso: abolire le province e poi creare ex-novo l’ente che le sostituisca per mano delle regioni. Col rischio che la regione Campania, come al solito, non faccia nulla e possa essere commissariata, in via sostitutiva, dallo Stato”.

Secondo la Uil, invece, spiegata l’inutilità dell’operazione “abolizione delle province” tesa a risparmiare risorse, “l’esperienza di questi ultimi anni dice che dovremmo abolire le regioni. Le regioni a statuto ordinario sono nate nel 1970 con l'attuazione degli articoli 117 e seguenti della Carta costituzionale quali enti pubblici territoriali dotati di sovranità derivata, con funzioni proprie delegate e ripartite. L’intento era quello di creare un decentramento amministrativo sotto il profilo dell’autonomia finanziaria, amministrativa e legislativa, alleggerendo il pesante apparato statale. Sta di fatto, però, che col passare degli anni le regioni sono diventate dei piccoli stati nello Stato. Molte volte le previsioni in astratto cozzano con la realtà che è diversa dalle belle idee. Le regioni, diventate carrozzoni inutili e inservibili, costano miliardi di euro l’anno e non producono risultati apprezzabili per i cittadini. Sicché, una riforma seria di tutto il tessuto istituzionale della Repubblica italiana dovrebbe prevedere la riscoperta dello Stato nazionale, con una nuova riforma del titolo V della Costituzione, e un funzionale decentramento amministrativo da assegnare alle province. Queste ultime meglio riuscirebbero a svolgere quel ruolo di amministrazione delle esigenze dei cittadini, che è venuto meno nella quasi totalità dell’esperienza regionale”.

Al segretario della UIL del Sannio, Fioravante Bosco, sembra opportuno soffermarsi sul “danno che scaturirebbe in capo al Sannio nel caso venisse abolita la provincia di Benevento. L’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città e dei piccoli comuni, che senza province resterebbero abbandonati a se stessi. E il Sannio, a causa della sua fragilità demografica e dell’assenza di veri uomini politici, pagherebbe il prezzo maggiore nel caso questa scelta scellerata venisse portata a compimento”.

“Il Sannio” - continua Bosco - “in questi ultimi anni, ha perso l’autonomia di importanti enti sul territorio (Banca d’Italia, Enel, Telecom, Napoletanagas, per citarne alcuni) e ha visto il trasferimento ad Avellino della direzione di alcuni uffici periferici dello Stato, così come sono state soppresse importanti linee ferroviarie e di trasporto pubblico locale. Anche la Cisl ha perso la sua autonomia e ora vorrebbero mettere le mani sulla Uil, trasferendone la responsabilità di conduzione ad Avellino. Vorrei ricordare, soprattutto a chi ha cariche istituzionali, che dopo l’eliminazione della provincia di Benevento, andrebbero via, una dopo l’altra, la prefettura, la questura, il comando provinciale dei carabinieri, della guardia di finanza e del corpo forestale dello stato, l’Inps e i pochi uffici periferici statali che ancora operano nel Sannio con un’autonoma dirigenza. Un danno irreversibile che farebbe del Sannio un territorio di caccia e di conquista di bande di criminali e di nuovi barbari. Le prime avvisaglie sono le continue razzie in case private, banche, uffici postali, esercizi commerciali e sul patrimonio pubblico che criminali disposti a tutto stanno perpetrando con audacia sempre crescente in territorio sannita”.

“Nella zona a confine con il napoletano e il casertano” - conclude il segretario provinciale della Uil - “andrebbe intensificata la presenza delle forze dell’ordine per favorire il controllo del territorio. In alcuni momenti sembra di rivivere un nuovo Far West. Ai nostri parlamentari - ne sono rimasti solo due dopo le elezioni politiche di qualche mese fa – consiglio, piuttosto che appiattirsi su logiche demagogiche calate dall’alto, di cercare di costruire su fatti concreti vere possibilità di sviluppo per il nostro Sannio, considerato che la situazione in cui versano gli enti territoriali (provincia commissariata, comuni e comunità montane senza risorse, società partecipate sull’orlo del fallimento) non promette nulla di buono”.



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