Rinunciano ai gratta e vinci e alle slot machine. Due commercianti di Benevento dicono no all'azzardo

16:49:14 5440 stampa questo articolo
No slot, no azzardoNo slot, no azzardo

Nei loro negozi non si vendono gratta e vinci e non sono ammesse le slot machine. E' la decisione adottata da tre edicolanti di Benevento che hanno aderito al progetto Caritas "no slot, no azzardo".

Tre commercianti di Benevento hanno detto no alla vendita dei gratti e vinci e all’installazione delle slot machine per dire a gran voce no all’azzardo! Un progetto messo in piedi dalla Caritas Benevento che ha raccolto il grido lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana sulla pericolosità sociale del gioco d'azzardo. Un fenomeno in crescita anche tra i giovani.

L'impegno della Caritas di Benevento è quello oggi di smuovere le coscienze e spingere nella direzione di un commercio etico, puntando alla “presa” di responsabilità da parte della società civile per "trasformare le strutture di peccato in strutture di relazioni significative".  La prima ad aderire all'iniziativa è la storica Edicola Di Rienzo al viale Principe di Napoli al Rione Ferrovia, poi Francesco De Vita, edicolante di viale Mellusi.

“Una slot – spiega Angelo Moretti coordinatore Caritas di Benevento - porta il vantaggio di 700 euro al mese. Dobbiamo aiutare un commerciante, un barista, a sentirsi migliore anche se meno ricco, e al tempo stesso a non indebitarsi o addirittura chiudere il suo negozio per la mancanza dell'azzardo”.
Una scommessa bella grossa anche questa “ma concreta” sottolinea Moretti che insieme alla Caritas di lavoro da fare ne ha e non poco.

Il quotidiano “Il Mattino” nel dicembre 2015 riportava dati abbastanza allarmanti dove la provincia di Benevento risultava settima in Italia per gioco d’azzardo e scommesse, lLa prima in Campania per la spesa in slot machine (900 euro pro capite) e il movimento di denaro intorno al fenomeno rappresenta l’8% del Pil provinciale. Tradotto: migliaia di persone a rischio.

Eppure in questa città c’è chi ha saputo rischiare lo stesso. “Mi dispiacerebbe se prendessi quei soldi”, “non voglio indurre le persone a spendere e rovinarsi la vita con queste cose, ne va della mia coscienza”, hanno spiegato all'Avvenire Francesco De Vita e Monica Di Rienzo titolari delle due edicole. “Per i nostri eventi e le nostre iniziative chiederemo ai nostri sponsor di andare ad acquistare presso quei rivenditori, in modo che quanto perdono, realizzando un’azione educativa, possano magari recuperarlo attraverso azioni di finanza sostenibile ed etica”. Per tutti coloro che aderiranno all'iniziativa ci sarà la possibilità di sfoggiare il ‘Bollino etico’.

Michele Palmieri



Articolo di Consumatori / Commenti