San Giorgio del Sannio senza acqua. La denuncia al Tg5

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L’emergenza idrica dell’Irpinia e del Sannio al centro dei microfoni dell’ Indignato speciale. E’ polemica contro le istituzioni.

Nella rubrica dell’Indignato Speciale del Tg5 sono stati intervistati Emilio Frusciante, rappresentante del comitato cittadino H2O, e Raffaello De Stefano, presidente dell’Alto Calore. Durante l’intervista Frusciante si è lamentato della poca disponibilità d’acqua a San Giorgio del Sannio sebbene l’Alto Calore, essendo una delle fonti d’acqua più ricche d’Europa, disseti circa 5 milioni di abitanti. Nonostante le numerose proteste e gli esposti, ad oggi, non sono stati raggiunti risultati validi.

Come già affermato, quel che fa ancora più discutere è il fatto che l’acquedotto locale servi l’intera Puglia, eppure gli abitanti di San Giorgio sono costretti a dover razionare l’acqua, e non poche volte il comune ha trascorso intere giornate con i rubinetti vuoti. De Stefano, invece, ha denunciato i ritardi accumulati nei decenni sul terreno infrastrutturale: San Giorgio, infatti, è alimentato da un’adduttrice nazionale che risale al 1938 e nonostante siano stati fatti numerosi accorgimenti (tra cui un raddoppio nel 1979) la particolare posizione geografica del comune non ha permesso che la situazione cambiasse. Il presidente dell’Alto Calore ha, inoltre, richiamato l’attenzione sia delle istituzioni campane che della Regione Puglia, da cui il Sannio e l’ Irpinia si aspettano il dovuto ristoro.

Sul punto è poi tornato Andrea Pamparana, vicedirettore del TG5, che ha rivolto un appello alle Regioni interessate affinché si giunga ad una soluzione condivisa e funzionale per dare risposte ad una terra spesso dimenticata dalle istituzioni.
Considerato, inoltre, che ci stiamo avvicinando all’estate e a eventuali (e probabilissime) crisi idriche estive, la situazione è diventata piuttosto drammatica.

Proprio di recente, infatti, si è svolto un incontro a Napoli, nella sede dell’assessorato all’Ambiente, a cui ha partecipato anche lo stesso presidente De Stefano, il quale è tornato ancora una volta sulla questione.  “Non è possibile – ha dichiarato- che un territorio come il nostro, che, tra Puglia e Napoli, dà acqua a 5 milioni di abitanti non abbia il giusto riconoscimento.  Le istituzioni devono fare la propria parte. Usciamo da una gravissima crisi idrica, adesso si approssima l’estate, e quei finanziamenti promessi a gennaio ancora non ci sono. Non si può più attendere”.

Inoltre, secondo i rapporti mostrati nell’incontro di Napoli, fonti e bacini campane presentano una riduzione del livello di acqua in media del 30 per cento, con punte del 48. L’Irpinia, complici, tra le altre, le scarse piogge non fa eccezione. Tutt’altro. Per evitare eventuali chiusure e sospensioni del servizio idrico occorrono nuovi approvvigionamenti idrici e interventi tempestivi sulle reti. Come evidenziato anche dall’ Ambito territoriale ottimale (Ato) Irpinia-Sannio, per soddisfare le esigenze idriche in Irpinia e nel Sannio vanno anche assicurate le interconnessioni tra le reti. Senza queste, pur disponendo di enormi quantità di acqua, non si riuscirà a distribuirla.

In Italia, infatti, esistono oltre 5000 acquedotti che sfruttano le sorgenti nazionali e nel caso irpino la mancanza di un’ organizzazione unica ed integrata, non permette di quantificare la reale quantità di acqua che viene drenata in una direzione piuttosto che in un’altra. Per questo motivo, infatti, l’Ato si è più volte dichiarata a favore della creazione di un soggetto unico che, con un’ unica cabina di regia, possa assicurare una gestione efficacie delle risorse d’acqua, mettendoci, così, a riparo dalle crisi idriche.

Carmen Chiara Camarca



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