Tumore vescica, oncologo: "Informazione e buone pratiche per ridurre rischio del 40%"
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(Adnkronos) - "Il carcinoma uroteliale è una delle forme tumorali più diffuse al mondo, rappresentando, in linea di massima, la quarta per incidenza (maggior incidenza nell'uomo ma con trend in salita nella donna). Nella maggior parte dei casi questo tumore interessa la vescica (70-80%) e in forma minore le alte vie escretrici, ovvero ureteri e pelvi renale, e l'uretra". Così Sergio Bracarda, direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni e presidente della Società italiana di uro-oncologia (Siuro), in occasione del tour di sensibilizzazione sul tumore uroteliale 'Non girarci intorno', promosso da Merck. L'iniziativa, pensata per il Bladder Cancer Awareness Month, si lega al Giro d'Italia, uno degli eventi sportivi più seguiti nel nostro Paese, di cui Merck è official partner e del quale segue le tappe, proponendo presso il villaggio del Giro uno stand dove il pubblico riceve materiali divulgativi sulla patologia e partecipa a momenti di 'edutainment'.
"Uno degli aspetti più insidiosi del carcinoma uroteliale è la difficoltà nella diagnosi precoce - prosegue l'esperto - Il principale campanello d'allarme è l'ematuria, ossia la presenza di sangue nelle urine. Tuttavia, questo sintomo è facilmente confondibile con infezioni o condizioni infiammatorie, in particolare nelle donne, il cui apparato urinario è anatomicamente più esposto a infezioni. L'ematuria non deve quindi generare ansia immotivata, ma nemmeno essere trascurata in quanto potenziale campanello d'allarme".
Fondamentale quindi arrivare a una diagnosi tempestiva. "La diagnosi precoce si avvale di una serie di strumenti, a partire dall'ecografia delle vie urinarie - illustra Bracarda - esame non invasivo, ma dipendente dall'esperienza dell'operatore. A questo può seguire la citologia urinaria, utile per individuare cellule anomale, soprattutto nei tumori a crescita piatta, spesso più aggressivi e difficili o impossibili da rilevare con l'ecografia". Quando il sospetto persiste "si ricorre a esami endoscopici come la cistoscopia o, per le alte vie, la ureteroscopia, o ad esami Tc con mezzo di contrasto" e in particolare alla cosiddetta UroTac, una Tc in cui si valuta in dettaglio l'apparato escretore, e che possono chiarire sia dubbi diagnostici che l'estensione della malattia".
La maggior parte dei tumori vescicali (circa 2 terzi) - riporta una nota - si presenta in forma superficiale, limitandosi cioè al rivestimento interno della vescica (urotelio) senza intaccare la parete muscolare sottostante. "Queste forme hanno una prognosi più favorevole e possono essere trattate con interventi endoscopici conservativi come la resezione transuretrale (Turbt: resezione transuretrale di tumore vescicale) - precisa Bracarda - Le forme muscolo-infiltranti, invece, richiedono trattamenti più complessi, che possono includere chirurgia, chemioterapia e radioterapia, in modo singolo o combinato, con un crescente interesse per approcci conservativi (preservazione della vescica), in parte già di uso corrente e in parte ancora da validare all'interno di studi clinici".
Tra i principali fattori di rischio spicca, ancora una volta, il fumo di sigaretta. "E' responsabile di almeno il 50% dei tumori uroteliali", ribadisce Bracarda. Anche alcune esposizioni lavorative, come quelle ai coloranti industriali, rappresentano un rischio per chi vi è esposto, anche se questo rischio è molto meno presente di prima. Ad oggi, non esistono programmi di screening sistematico per il carcinoma uroteliale, ma l'ematuria resta un segnale d'allarme da non ignorare, soprattutto in soggetti esposti a fattori di rischio. In questo contesto, la prevenzione primaria attraverso uno stile di vita sano riveste un ruolo cruciale. "Una corretta informazione e l'adozione di buone pratiche - dice Bracarda - potrebbero ridurre globalmente l'incidenza dei tumori del 40%. Va inoltre tenuto presente che tra fattori di rischio oncologici e cardiovascolari c'è un ampia sovrapposizione: mangiare bene e bere poco, fare attività fisica e non fumare sono indicazioni che valgono per tutti".
La Siuro sostiene la campagna 'Non girarci intorno', promossa in concomitanza con il Giro d'Italia. Un'iniziativa che lega sport e salute per sensibilizzare il pubblico su una malattia di cui si parla ancora troppo poco. "Il tumore della vescica, come altri che riguardano l'apparato urogenitale, è stato per anni avvolto da un velo di riservatezza - conclude Bracarda - Ma l'informazione è il primo passo verso la prevenzione: solo conoscendo il problema si può imparare a riconoscerlo e ad affrontarlo con tempestività"