Mostre, gli scatti di Elliott Erwitt a Palazzo Reale di Palermo

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Mostre, gli scatti di Elliott Erwitt a Palazzo Reale di PalermoMostre, gli scatti di Elliott Erwitt a Palazzo Reale di Palermo

(Adnkronos) - La Fondazione Federico II porta per la prima volta in Sicilia le opere di uno dei più grandi fotografi della storia: Elliott Erwitt. La mostra, presentata questa mattina alla stampa, aprirà al pubblico domani, 29 maggio, a Palazzo Reale di Palermo. L'artista è noto in tutto il mondo per i suoi scatti, divenuti simbolo della nostra società, veri e propri sistemi di riferimento antropologico per approfondire ed evocare gli accadimenti storici più importanti. Erwitt rappresenta una delle figure più influenti e originali del mondo della fotografia perché fu capace di catturare con una visione unica momenti di vita quotidiana, rendendoli in immagini iconiche che combinano umorismo e profondità di osservazione. Già presidente della celebre Magnum Photos, Elliott Erwitt sintetizza nelle sue opere l’interesse per l’uomo e il gusto dell’attimo che sa cogliere con ineguagliabile magia.Tra i suoi soggetti preferiti figurano i cani: la sua capacità di osservare e rappresentare le abitudini di questi animali e dei loro proprietari ha dato vita a immagini che raccontano molto sulla società e sulle relazioni umane. Le sue fotografie canine sono state raccolte in diversi libri, veri e propri riferimenti per gli amanti della fotografia e degli animali.  

Non meno importante è il suo lavoro come fotografo di personaggi famosi. Erwitt ha immortalato figure leggendarie come Marilyn Monroe, John F. Kennedy, Muhammad Ali, realizzando veri e propri ritratti che vanno oltre la semplice schematizzazione, per rivelare introspezioni e aspetti sorprendenti dei suoi soggetti. Celebre è la foto di Marilyn Monroe con il vestito che si solleva, scattata sul set di 'Quando la moglie è in vacanza', un’immagine che è diventata parte dell’iconografia del XX secolo, con un valore pressoché identico a quello dei più noti quadri della storia dell’arte. "La Fondazione Federico II – dichiara Gaetano Galvagno, presidente dell'Ars e della stessa Fondazione - vuole essere protagonista della scena internazionale, proponendo al quasi milione di visitatori che nell'anno 2024 hanno ammirato le bellezze storiche del Palazzo Reale di Palermo, un’importante offerta espositiva dal respiro cosmopolita. Con la mostra di Elliott Erwitt, il Palazzo Reale continua a vivere un’appassionante stagione di arte contemporanea, regalando ai fruitori un intero secolo di cronaca e di raffinati studi che l’artista ci presenta attraverso il suo obiettivo fotografico". 

"Elliott Erwitt – commenta Biba Giacchetti, co-curatrice della mostra, una delle massime conoscitrici di Erwitt a livello internazionale - non è stato solo un fotografo, ma un narratore visivo senza eguali, capace di trasformare l’istante in storia, il quotidiano in arte, l’ironia in poesia. Le sue immagini evocano in chi le osserva emozioni che si muovono su registri diversi, dalla commozione al sorriso, fino al divertimento più spontaneo. Scomparso nel novembre del 2023 all’età di 95 anni, ci ha lasciato un’eredità immensa: un archivio di fotografie che attraversano epoche, culture e sentimenti con un linguaggio universale, invitandoci a guardare il mondo con più indulgenza e meraviglia, mettendosi sempre al nostro fianco in quella leggerezza profonda che lui stesso definiva 'The Art of Observation'".  

"Elliott Erwitt - dice il co-curatore Gabriele Accornero - è, come le sue fotografie: ironico, enigmatico, sfuggente, aereo. Dietro a tutto questo si percepiscono una grande personalità e un’acuta intelligenza, quasi spiazzanti. II valore artistico dell’opera di Erwitt pare raggiungersi quasi incidentalmente, non è mai perseguito e forse per questo è così spesso centrato. Non si addicono a Erwitt sterili schemi di lettura mutuati dalla Storia dell’Arte, lui si preoccupa solo di fare buone fotografie; le fotografie di Erwitt sono generalmente leggere, spensierate, luminose. Ma ciò non toglie che alcune immagini assurgano a manifesti". Elliott Erwitt (Elio Romano Erwitz) nacque il 26 luglio 1928 a Parigi da genitori russi di origine ebraica. Morì nel sonno nella sua casa di New York il 29 novembre 2023. A più di novant’anni, e fino alla sua morte, ha continuato ad osservare il mondo con occhi curiosi e a catturare, con la sua inconfondibile miscela di umorismo e profondità, l’essenza della condizione umana.  

Il suo lavoro rimane una testimonianza della potenza della fotografia come strumento di comunicazione e di comprensione del mondo, capace di superare barriere linguistiche e culturali per parlare direttamente all’anima delle persone. La mostra è di altissimo livello qualitativo: il team curatoriale ha scelto, infatti, una selezione inedita con le foto più iconiche e significative dalla summa della produzione del maestro, con in mostra le serie Icons, Kolor, Family, Self Portrait. Anche dal punto di vista quantitativo il visitatore si trova di fronte ad una mostra imponente: oltre 190 opere visibili di cui 110 in mostra e oltre 80 in una Video proiezione in HD. Determinante la grande dimensione delle immagini sia in Black&White sia in Kolor, tutte presentate con passe-partout e cornici museali, con oltre 40 opere in dimensione 100x150 cm. L'allestimento è stato specificamente progettato per assicurare un’immersione emozionante nel percorso.  

La mostra è anche un omaggio allo sguardo affettuoso, ironico e profondamente umano che l'artista rivolge all'universo femminile, con uno spazio interamente dedicato. Nel 2015 Elliott Erwitt dedicò un intero volume alle donne. Charles Flowers, nella premessa del libro, scrive: "Con quattro ex mogli, quattro figlie adulte e quattro nipotine — per non parlare delle molte donne che, nel corso dei decenni, non si sono collocate in nessuna di queste categorie — Erwitt ha accumulato molte risposte alla domanda sulla natura delle donne". 

Fa da sfondo sonoro alla visita una playlist tratta dallo storico concerto in Central ParK Manhattan di Simon& Garfunkel, quel luogo dove in una Penthouse Studio è vissuto Elliot e dove la mostra ritrae in una videointervista originale il fotografo comunicandone il lato umano. La Mostra è accompagnata da un catalogo Edizioni Fondazione Federico II e da una linea dedicata di merchandising.  

La sua carriera ebbe inizio dopo gli studi di fotografia al Los Angeles City College. Le sue abilità non passarono inosservate, infatti nel 1948, quando incontrò Robert Capa, venne invitato a unirsi alla Magnum, dove avrebbe lavorato con Henri Cartier-Bresson e Marc Riboud. Tale ambiente e i relativi confronti costituirono le basi per la sua visione artistica, frutto di un equilibrio perfetto tra reportage e poesia visiva. Ciò che distingue il lavoro di Erwitt è la sua capacità di trovare momenti di straordinaria bellezza e significato nelle situazioni più ordinarie, di cogliere l’ironia e l’assurdo della condizione umana, creando immagini che fanno sorridere e riflettere allo stesso tempo.  

Nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra, che si è tenuta questa mattina, è stato ufficializzato anche un progetto di inclusione sociale voluto fortemente dal presidente Galvagno per la Fondazione Federico II. Per la prima volta, quattro persone con disabilità hanno firmato un contratto di lavoro stagionale che li porterà a lavorare nel Complesso Monumentale di Palazzo Reale per i mesi estivi proprio in concomitanza con i grandi flussi che si prevedono per la mostra di Elliott Erwitt. L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Federico II con il Patrocinio del ministero della Cultura, del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Napoli. 



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