NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – La storia di Francesco Boccalatte è quella di tanti ricercatori italiani, formati da un sistema universitario di alto livello ma costretti a cercare altrove le condizioni per crescere professionalmente. Nato a Torino, Boccalatte ha studiato medicina di laboratorio nella sua città e ha poi proseguito il suo percorso accademico con un dottorato in medicina molecolare al San Raffaele di Milano. Ma è stato il trasferimento negli Stati Uniti, nel 2015, alla NYU School of Medicine, a segnare la svolta: qui si è specializzato in ematologia oncologica, entrando in uno dei centri di ricerca più avanzati al mondo. Dopo quasi un decennio negli USA, nel 2022 ha vinto un bando Start-Up dell’AIRC per il rientro in Italia di cervelli altamente qualificati. Oggi dirige il laboratorio di genomica strutturale del cancro all’Istituto di Candiolo, vicino Torino, ma senza interrompere il legame con l’America: continua a insegnare e a fare ricerca al NYU Langone Health di New York.
In questa intervista, realizzata durante una sua visita alle Nazioni Unite e poco distante dal centro dove lavora negli USA, Boccalatte riflette sul tema della “fuga dei cervelli” italiani. Perché tanti ricercatori come lui partono? E cosa serve davvero per farli tornare?
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(Video e intervista di Stefano Vaccara)