Gli italiani spendono meno per il cibo, agricoltura in crisi

ROMA (ITALPRESS) – Gli italiani guadagnano un po’ di più, ma non spendono di più. È questa la fotografia scattata dall’Istat con i conti economici del secondo trimestre 2025: il Pil cala dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, pur segnando un +0,4% su base annua. Numeri che nascondono un dato preoccupante: il- Made in Italy agroalimentare, da sempre fiore all’occhiello dell’economia nazionale, sembra non essere riuscito a dare alcun contributo alla crescita.

I redditi da lavoro dipendente sono saliti dello 0,9%, ma la spesa delle famiglie non si è mossa. Dopo gli anni dell’inflazione record, molti hanno imparato a ridurre gli sprechi e a razionalizzare gli acquisti. Crescono i discount e i prodotti a marchio del distributore, mentre arretrano i segmenti a più alto valore aggiunto: vini di fascia medio-alta, Dop, Igp e specialità regionali. Insomma, non si rinuncia a mangiare, ma si scelgono formati più economici e si rinviano gli “extra” di qualità.

Il quadro è complicato anche sul fronte agricolo. Il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca scende dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, confermando la fragilità di un settore colpito da cambiamenti climatici, costi elevati e una domanda interna che non riparte. Le imprese agricole devono fare i conti con margini ridotti e prezzi alla produzione in calo. Il rischio è duplice: da un lato un’agricoltura sempre più dipendente dall’export, dall’altro la desertificazione commerciale, con i piccoli produttori e i negozi tradizionali messi in difficoltà dalla concorrenza delle grandi catene. Il secondo trimestre del 2025 consegna quindi l’immagine di un’Italia sospesa: famiglie prudenti, agricoltura in arretramento e un settore agroalimentare che rischia di restare intrappolato in una spirale di stagnazione con ricadute su imprese, occupazione e territori.

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