'Il Fronte Per la difesa della Montagna' occupa il Tratturo per dire stop all'eolico

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Saturata quasi interamente l’area delle alture fortorine. Le richieste di autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici interessano sempre più spesso l’area dal Matese Sud-Orientale, fino ai rilievi dell’alto Tammaro ed al confine regionale con Molise e Puglia. L’altissima concentrazione di pale eoliche potrebbe portare alla scomparsa di un intero ecosistema, nonché, alla distruzione di intere zone ad interesse storico naturalistico. Il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna ha deciso quindi di passare dalle parole ai fatti e per tre giorni animerà i sentieri ed i luoghi che una volta accoglievano i pascoli sulla via della transumanza ed i viandanti. L’appuntamento è per questo fine settimana, a Piana Maselli in Santa a Croce del Sannio.

“Sui comuni del Matese Sud-Orientale, sulla valle del Tammaro e sulla valle del Fortore, già abbondantemente degradata da installazioni di migliaia di pale eoliche, sono arrivate, in Regione Campania, richieste per la realizzazione di impianti eolici che risulteranno devastanti per l’economia locale tradizionale allevamenti, pascoli e produzioni biologiche e coltivazioni di qualità) e per gli habitat prioritari tutelati dalla Comunità Europea (così come anticipato da ilquaderno.it, alcuni mesi or sono, ndr)”.

“Gli impianti eolici autorizzati – si legge nel documento che annuncia l’occupazione pacifica del Regio Tratturo – o che hanno già ricevuto la valutazione di impatto ambientale, sono 61, per un potenziale nominale di 1.222 MW e un totale di circa 620 macchine eoliche, alte 150 metri, con fondazioni in cemento armato profonde 30 metri che devasteranno oltre che l’ambiente subaereo, anche il sottosuolo, con l'inevitabile inquinamento delle falde acquifere oltre al condizionamento della circolazione sotterranea. Per lo steso territorio sono in attesa di valutazione altri progetti per circa 1.500 pale eoliche”.

Insomma un’immensa fabbrica di energia elettrica costruita anche su aree protette come Siti di Interesse Comunitario (n. 3 SIC) e Zone di Protezione Speciale (n. 2 ZPS), che si intersecano con quattro zone SIC del Molise, in prossimità di Parchi Regionali (Parco del Matese) Oasi di Protezione (Oasi di Campolattaro).

“Questa situazione – spiegano dal Fronte Sannita. in Difesa della Montagna - si è resa possibile perché la Regione Campania non si è mai dotata degli strumenti fondamentali per inserire correttamente sul territorio gli impianti FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), compresi gli impianti eolici che hanno un pesante impatto sul territorio.Non solo la Regione è inadempiente ma ha permesso, con deroghe e sotterfugi, di poter installare impianti eolici anche in aree che in altre regioni sono considerate non idonee”.

“Non avendo programmato, né razionalizzato, né individuato i siti non idonei, di fatto- continuano – ha reso disponibile ogni sito, anche quelli tutelati dalla Comunità Europea di “Rete Natura 2000” come le aree ZPS e aree SIC ed habitat prioritari. La Regione Campania prima di attivare le procedure di valutazione e autorizzazione degli impianti eolici avrebbe dovuto legiferare adottando il piano Energetico Regionale, adeguarsi alle Linee Guida nazionali di cui al D.M. 10/09/2010, individuare i ‘Siti Non Idonei’. Solo con questi strumenti sarebbe stata in grado di inserire correttamente e civilmente gli impianti eolici nel contesto territoriale. Invece ha selvaggiamente autorizzato impianti eolici che sarebbero stati bocciati nelle regioni che si sono adeguate alle leggi nazionali”.

Eolico Selvaggio, le responsabilità della Regione.

“La Regione Campania, in questa ostinata mancata applicazione di leggi e regolamenti, è riuscita ad autorizzate impianti eolici in modo indiscriminato sull'alto Sannio beneventano ed irpino: ma non solo, ha anche arrogantemente autorizzato molti progetti, in dispregio dei diritti delle regioni confinanti. Infatti sono stati autorizzati sette impianti eolici in aree contermini con la regione Molise ed uno, San Bartolomeo in Galdo, in aree contermini con la Regione Puglia, senza che queste regioni fossero state mai convocate in Conferenza dei Servizi, anche se la legge prevede che le regioni confinanti debbano essere convocate in presenza di impianti eolici progettati ad una distanza inferiore a 50 volte l'altezza di una macchina eolica”.

“Questo – sentenziano – la dice lunga su come è stata gestita la “partita eolica” in Regione Campania. Lo stesso è accaduto quando ci si è trovati di fronte alla valutazione di impianti ricadenti in aree contermini con siti archeologici o naturalistici di particolare pregi come il Regio Tratturo, cosa che prevede la presenza ‘fisica’, in Conferenza dei Servizi, di funzionari del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali. Anche in questo la Regione Campania ha autorizzato senza tener conto delle disposizioni di legge”.

L’appello al Presidente De Luca.

“Queste – asseriscono ancora nel documento – sono solo alcune delle motivazioni per cui chiediamo al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, l'annullamento in autotutela di tutte le autorizzazioni concesse dalla precedente amministrazione regionale guidata da Stefano Caldoro, per garantire i diritti delle popolazioni dell'Alto Sannio beneventano ed irpino e per i diritti negati alle regioni confinanti”.

“Per questo motivo – concludono – e per rafforzare e supportare questa richiesta, già inoltrata al presidente della regione, Vincenzo De Luca, nei giorni 4-5 e 6 settembre occuperemo simbolicamente un tratto del Regio Tratturo ‘Pescasseroli-Candela’ all'altezza di Santa Croce del Sannio. Nei tre giorni di presidio permanente saremo a disposizione di chiunque volesse venire ad incontrarci per spiegare le nostre ragioni. Riteniamo che l'eolico non sia la strada giusta per migliorare le condizioni delle popolazioni dell'Alto Sannio. Anzi, riteniamo che sia un'operazione economico-speculativa ad esclusivo vantaggio delle società eoliche, mentre le popolazioni vedranno il proprio territorio, le risorse naturali, i prati, i pascoli, l'allevamento in altura, la pastorizia, le colture biologiche, le produzioni di qualità, le attività economiche, l'agriturismo, le produzioni artigianali, irrimediabilmente devastateNoi questo non lo vogliamo, poiché il destino del territorio lo deve decidere chi il territorio lo vive quotidianamente, cercando il più possibile di rispettare la legge e il prossimo”.

Il programma.

Venerdì 4 settembre.


Ore 09.00: Accoglienza ed installazione del campo.
Ore 18.00: Discussioni sull’eolico.
Ore 20.00: Cena.
Ore 22.00: Canti e Balli intorno al fuoco.

Sabato 5 settembre.

Presidio del Regio Tratturo.
Ore 15.00: Visita alle aziende agricole che operano sul territorio del Regio Tratturo.
Ore 18.00: Assemblea ed elaborazione del documento di occupazione.
Ore 20.00: Cena.
Ore 22.00: Canti e Balli intorno al fuoco.

Domenica 6 settembre.

Escursione lungo il Regio Tratturo (16 chilometri).
Ore 09.00: Partenza.
Ore 12.00: Pranzo a sacco.
Ore 15.00: Arrivo al presidio.
Ore 16.00: Smontaggio campeggio.



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