A Santa Croce del Sannio il Convegno sullo eolico, primo atto di una resistenza civile alla speculazione

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Sala consiliare gremita a Santa Croce del Sannio in occasione del convegno ‘Non fateci girare le pale – eolico selvaggio’ messo in piedi con tenacia e passione dai giovani componenti del Comitato Civico Pro Sannio, dal Comune di Santa Croce del Sannio in collaborazione con il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna. Protagonisti autorevoli, parole forti come tutela, salvaguardia e programmazione, seguite dall’assunzione di impegni precisi. Potrebbe essere questo - se ridotto ai minimi termini - il frutto delle due ore di discussione.
Il neonato comitato, costituitosi solo lo scorso 30 dicembre, si è posto l’obiettivo di tutelare l’ambiente, la salute e difendere il territorio della valle del Tammaro che potrebbe vivere nei prossimi mesi un attacco senza precedenti sia sul piano paesaggistico, che della qualità della vita con i vari progetti in atto per gli innumerevoli parchi eolici in progetto e l’arrivo delle trivelle. Tutto ciò lo sa bene il sindaco Antonio Di Maria che ha scelto da che parte stare, dalla parte dei cittadini e ha ribadito nel corso dell’evento come le zone interne devono candidarsi ad essere alternative alla qualità della vita cittadina. Essere considerati aree interne non vuol dire solo avere poco peso politico ma anche consapevolezza di possedere peculiarità che vanno oltre il misero saccheggio del territorio.
Questo lo sa bene anche il consigliere regionale Giulia Abbate da sempre sulle barricate per difendere il territorio dalle speculazioni. “L’avversione – asserisce – non è ottusa ma deriva dalla mancanza di norme che potrebbero mettere a serio rischio anche quelle aree naturali e SIC”. Battaglia quella portata avanti dall’Abbate con determinazione, che va anche allo scontro frontale con le direttive nazionali del suo stesso partito il Pd, e ad alzare la voce più volte verso le istituzioni preposte alla conservazione dei beni culturali e alla governance politica campana. Azioni, come il blocco della conferenza dei servizi, coordinate con il vicepresidente della giunta Regione Molise, Michele Pietraroia. Battagliera anche la Coldiretti rappresentata da Vincenzo Ianniello, attende con ansia il ricorso al TAR verso il D.R. n. 256/2013 che di fatto colpisce l’imprenditoria agricola con gravi ricadute anche sui prodotti di qualità del territorio. Anche la LIPU con Marcello Stefanucci ha analizzato ed illustrato i danni causati dall’inserimento selvaggio ed intensivo dell’eolico sulla fauna in una zona ZPS (IBA – Important Bird Areas) nata proprio per la conservazione delle specie di uccelli minacciati o rari come il Nibbio Reale, Aquila dei Serpenti. Stefanucci che mette a nudo anche come l’indotto lavorativo intorno all’eolico sia notevolmente basso rispetto al settore turistico.
Il Professor Iannace della Seconda Università degli Studi di Napoli ha ricordato invece che non esiste l’impatto zero analizzando in termini di acustica ambientale il rumore emesso dalle mega pale eoliche. Impatto che non rimane circoscritto a questo ma va analizzato nel complesso con l’effetto ombra, il campo elettromagnetico, le vibrazioni.
Parola poi ai Comitati con Michele Ponte del ‘Comitato a Civico per la tutela e la salvaguardia della Montagna di Morcone’ che ha invitato i contadini a diffidare di chi li “lascia intravedere la luna nel pozzo”.
Pinuccio Fappiano del ‘Fronte Sannita per la Difesa della Montagna’ che ha illustrato come il problema dell’eolico non sia solo visivo ma anche invisibile, perché le profondissime fondamenta delle piattaforme inquinerebbero falde acquifere impoverendo ancora di più i territori.
Un video proiettato all’alba del convegno e montato proprio dal F.S.D.M. ha evidenziato come il ‘business’ dell’eolico utilizzi le piccole srl per radicarsi nel territorio per poi acquistarle con una transazione fittizia visto che in realtà sono già controllate dalle major. Business che si lega in maniera viscerale a quello dei ‘certificati verdi’. Territori e comunità a cui vengono promessi esose risorse (royalty) le più basse d’Europa ed inoltre vincolate che in realtà sono briciole rispetto ai guadagni milionari delle multinazionali del vento è una truffa rispetto alle promesse dell’abbassamento dei costi per il comune e delle tasse per i cittadini. Come una truffa potrebbero essere i contratti che i contadini potrebbero firmare in cambio di un affitto irrisorio. Prima della chiusura è stato Nicola Gagliarde a parlare a nome della ‘Cooperativa Lentamente’ che è l’esempio lampante di chi crede nelle potenzialità del proprio territorio ed ha deciso nonostante tutto d’investirci idee e sperimentare colture che altrimenti sarebbero scomparse di lì a poco in maniera biologica e dinamica.
A chiudere è stata la presidente del ‘Comitato Civico Pro Sannio’ Elena Di Maria che ha spronato i suoi concittadini a non essere ‘Fontamaresi’ riferendosi al romanzo Fontamara di Ignazio Silone che si videro trafugare la loro unica risorsa, a non subire i soprusi in maniera maniera passiva.
Se la resistenza civile, per la tutela del territorio, dell’ambiente dei prodotti alimentari e la salvaguardia del futuro passa dall’informazione dei cittadini e dall’unità d’intenti, a Santa Croce si è scritta una pagina indelebile di lotta democratica.

Michele Palmieri



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