Codice degli appalti, la nuova normativa tra luci e ombre. Il Convegno all'Unisannio

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Confronto tra magistrati e tecnici nell’evento organizzato dall’Istituto Grandi Infrastrutture di Roma e il Consorzio Medil.

Gli scenari normativi alla luce della revisione del codice degli appalti pubblici e della legge delega che ne prevede la riforma. È stato il tema del convegno che si è tenuto ieri, venerdì 26 febbraio, presso una gremita Aula Magna della facoltà di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi del Sannio, organizzato dall’Igi – Istituto Grandi Infrastrutture – di Roma insieme con il Consorzio Medil, suo associato e unica realtà imprenditoriale a rappresentare il Mezzogiorno d’Italia. Un momento di alto confronto tra magistrati ed esperti del settore per analizzarne luci ed ombre. Il cambio marcia, infatti, introdurrà una fase intermedia che non si preannuncia scevra da difficoltà, soprattutto applicative. Le direttive europee 2014, confluite nello schema legislativo, rappresentano un punto di rottura rispetto al passato sia da un punto di vista formale che contenutistico. Introducono e favoriscono trasparenza, semplificazione e lotta alla corruzione, ma pongono pure una serie di questioni controverse.

“L’approvazione da parte del Parlamento del nuovo codice degli appalti – ha spiegato Flavian Basile, presidente Consorzio Medil - è un passo fondamentale per una profonda riforma del sistema. Non possiamo non apprezzarne i principi volti a promuovere trasparenza, semplificazione, realizzazione delle opere in tempi e costi adeguati, rafforzando la qualità dei progetti ed evitando l’uso indiscriminato delle varianti. Tuttavia non posso non sottolineare alcune criticità di questo progetto normativo. Anzitutto, la riscrittura del codice in due fasi temporali e l’abrogazione del regolamento generale; l’indicazione dei nominativi dei subappaltatori in gara: il notevole lasso di tempo che potrebbe intercorrere tra l’aggiudicazione del contratto di appalto e l’esecuzione dei lavori in subappalto, potrebbe rendere l’indicazione in gara dei subappaltatori un onere troppo gravoso per il concorrente, soprattutto se si tratta di un’impresa di piccole-medie dimensioni. Fumosa anche la qualificazione mediante le attività effettivamente eseguite: andrebbe chiarito che il riferimento non deve precludere la possibilità, per l’appaltatore principale, di qualificarsi, in quota parte, anche attraverso i lavori eseguiti in subappalto”.

“Questo convegno – ha dichiarato l’on. Giuseppe Zamberletti, presidente Igi – ci dà la possibilità, in anteprima, di discutere del nuovo codice degli appalti e di fare delle riflessioni. Si tratta dell’atto conclusivo di un percorso avviato dalla Commissione europea, di cui recepiamo le direttive. Chiaramente, ad oggi, mancano ancora molti passaggi, solo l’applicazione concreta potrà permettere di esprimere un parere in merito”.

Un grosso contributo alla regolamentazione sarà svolto dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione per cui era presente l’ingegnere Angelo Pepe che ha parlato, tra l’altro, anche dai pericoli insiti dietro il metodo della ‘migliore offerta’.

“Complessivamente – ha aggiunto il sottosegretario di Stato alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro - è stato fatto un buon lavoro, rispetto alla nuova legislazione in materia di appalti pubblici. Il testo di recepimento delle direttive rappresenta un provvedimento decisivo, essenziale per le richieste del mercato ma pure per favorire la crescita sostenibile del codice degli appalti. Il nuovo codice reca una normativa applicativa snella che garantisce tempi brevi di realizzazione delle opere. Le linee guida assicurano maggiore trasparenza e restringono i tempi. Finora l'assetto normativo è stato sempre complesso e dinamico rispetto agli altri settori. Il corpus iuris era composto da oltre 680 articoli a cui si sono aggiunte numerose modifiche nel corso degli anni. La regolamentazione eccessiva ha avuto come risultato quello di aumentare i tempi di gara e i contenziosi. Non era garantito un efficiente funzionamento del sistema. Il nuovo codice prevede, in tal senso, uno snellimento”.

Ha arricchito la discussione anche Luigi Giampaolino, presidente emerito della Corte dei Conti attraverso la propria relazione introduttiva. Hanno offerto il proprio contributo durante i lavori: gli ordini professionali dei commercialisti, degli architetti, degli avvocati; Confindustria; l’Università degli Studi del Sannio; Mario Ferraro (direttore tecnico Ferraro costruzioni); Paolo Giugliano, Francesco Rota e Antonella Tartaglia Polcini (docenti Unisannio) che hanno ricevuto il plauso da Giampaolino; Giovanni Kisslinger (presidente Consulta delle Regioni e coordinatore regionale Oice Sud Italia); Alessandro Botto (presidente commissione normativa Igi); Luigi Carvelli (studio legale Zimatore); Carlo Dell’Olio (magistrato Tar Campania); Domenico Galli (direttore Affari Legali e Societari Trenitalia); Fabrizio Magrì (Cba – studio legale e tributario); Laura Savelli (consulente Igi) e Federico Titomanlio (segretario generale Igi) nella duplice funzione di relatore e moderatore del convegno.



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