Benevento e il dramma casa. Evitare la guerra tra poveri e rendere vivibili gli alloggi di Ponticelli

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Non si è affatto spenta la polemica relativa allo sgombero di martedì scorso dei senza casa che avevano occupato l'ex Orsoline. Un inizio settimana di fuoco per la città di Benevento: lunedì mattina una ventina di famiglie beneventane (la maggior parte sfrattate) aveva occupato uno stabile di Palazzo De Matteis al Rione Ferrovia, tra viale Principe di Napoli e via Clino Ricci. Una occupazione-lampo, terminata in serata, dopo che i rappresentanti del Movimento di Lotta per la Casa, che sono a sostegno delle famiglie in difficoltà, avevano strappato a Palazzo Mosti, un accordo con il sindaco Pepe ed il rappresentante della Caritas sannita, Don Nicola De Blasio, per lo spostamento delle famiglie nell'ex scuola di via Cupa Ponticelli. Ed è proprio qui che si è accesa la miccia, perchè le strutture dell'ex scuola sono già parzialmente occupate da altre famiglie in difficoltà: insomma, si è in troppi, la palazzina è insufficiente.
A queste condizioni i senza casa hanno deciso, già martedì mattina, di occupare i piani alti dell'ex istituto Orsoline. L'edificio presenta due entrate: quello di via Bosco Lucarelli dove è attiva la scuola gestita dalla Fondazione 'De Martini', e quella di via Gaetano Rummo che è chiusa in attesa di lavori di ripristino dei piani alti. Cosa è successo poi è risaputo: i senza casa sono entrati dal portone della scuola e c'è stata tensione tra maestre, personale e genitori dei bimbi del 'De Martini', nei confronti degli occupanti. Diverbio acceso, parole grosse e incomprensioni: gli occupanti sono entrati, i responsabili del 'De Martini' hanno denunciato l'accaduto. Nel primo pomeriggio è partito lo sgombero della Celere, poi la protesta si è spostata nella vicina Caritas in via Episcopio. Bersaglio preferito dei senza casa è Don Nicola De Blasio, reo di non aver mantenuto le promesse. Ieri la nota del responsabile Caritas intervistato da 'Il Quaderno.it': "La verità è che c'è in piedi un progetto per realizzare un dormitorio pubblico, aperto a tutti, e non solo ai rifugiati ed ai richiedenti asilo. Caritas e Comune di Benevento hanno chiesto un finanziamento alla Fondazione Sud per realizzarlo" ed ancora "Il varco di via Rummo non poteva essere aperto così facilmente, occorrono non solo lavori ma anche permessi del Ministero della Pubblica Istruzione perchè nei piani bassi c'è una scuola. Va realizzata la doppia entrata, poi deve essere fatta la suddivisione delle utenze: la 'De Martini' non può certo sobbarcarsi le spese dei piani alti della struttura. Dateci il tempo necessario a rendere agibile la struttura ed a non disturbare la scuola che deve comunque essere tutelata, e tutto sarà risolto".

"Le bugie hanno le gambe corte e infatti poco alla volta Don Nicola De Blasio comincia a svelare le vere motivazioni che sono alla base dello sgombero di ieri ponendosi più volte in contraddizione con le cose raccontate". Continua la polemica, a poche ore dallo sgombero coatto delle famiglie beneventane che avevano occupato i piani alti dell'Istituto ex Orsoline in via Bosco Lucarelli: dopo la nota del Movimento di Lotta per la Casa che aveva accusato la Curia sannita di essere la vera responsabile dello sgombero delle famiglie, ieri su questo portale abbiamo pubblicato la posizione di Don Nicola De Blasio, chiamato in causa dal 'Movimento'. Il responsabile della Caritas beneventana ha chiarito alcuni aspetti della vicenda: risposte che però non hanno affatto soddisfatto gli attivisti del Movimento di Lotta per la Casa che, con un altro comunicato stampa, hanno replicato alle dichiarazioni di De Blasio: "Ci preme sottolineare - si legge nella nota - che il Vescovo doveva rammaricarsi ieri mattina e non oggi dopo aver fatto denuncia nei confronti dei senza casa. Il rappresentante legale della fondazione ha di certo agito dopo aver consultato il Consiglio di Amministrazione e il presidente, ovvero l'arcivescovo Mugione al quale quindi ricordiamo che le lacrime da coccodrillo servono a poco. Con una mediazione ed una trattativa, con l'apertura di un ingresso di via Rummo si poteva tranquillamente dare ospitalità a quelle famiglie che ricordiamo ancora ad oggi non sanno dove andare continuando ad arrangiarsi in sistemazioni precarie al limite della vivibilità". Secondo il Movimento di Lotta per la Casa, dunque, l'apertura del portone di via Rummo poteva essere tranquillamente attivata, al di là dei tempi prestabiliti per l'apertura dello stabile. Poi una precisazione sull'attuale situazione delle famiglie che avevano occupato il piano altro dell'edificio ex Orsoline visto che attualmente si trovano nell'ex scuola di Ponticelli: "Ci sono ventuno nuclei familiari che vivono in una condizione vergognosa, senza docce, bidet e servizi essenziali. La vera inagibilità è invivibilità è quella a cui Caritas, Curia, Fondazione, Comune hanno destinato queste famiglie". Don Nicola De Blasio, nell'intervista rilasciata a 'Il Quaderno.it', aveva dichiarato la possibile creazione di un dormitorio pubblico, "a 360 gradi", aperto non solo ai rifugiati e richiedenti asilo provenienti dai Paesi in guerra, ma anche ai senza casa: "Come si fa a presentare un progetto di finanziamento su di una struttura inagibile - si legge nella nota - e di cui non si ha alcuna competenza questo non è dato sapersi. Precisiamo che non abbiamo nulla contro i migranti e che anzi quella struttura può ospitare tutti senza problemi e senza scatenare guerre tra poveri ma il fatto scandaloso da evidenziare è il progetto teso ad ottenere profitto sui rifugiati. Il finanziamento e i proventi che dalla gestione di questa struttura si potranno ottenere sono la vera posta in gioco, sulla quale la Curia di Benevento non fa di certo una bella figura". Il Movimento punta il dito contro tutti: innanzitutto il Vescovo che 'ha consentito lo sgombero', poi la Caritas e il Comune di Benevento che "potevano mediare e non lo hanno fatto. In occasione dell'emergenza dello scorso anno i senza casa furono mandati a Ponticelli e a San Modesto in una situazione di irregolarità sanata poi successivamente dagli uffici tecnici di Palazzo Mosti, a testimonianza di questa tesi ci fu la vicenda delle residenze che furono ottenute dopo diversi mesi e dopo aver messo le carte a posto. Le autorizzazioni e le questioni burocratiche - conclude la nota- potevano essere anche bypassate a fronte di un'emergenza vera e propia". Polemiche a parte, quello che ora maggiormente preoccupa è la condizione delle 21 famiglie beneventane, ammassate nell'ex scuola di Ponticelli. Un dramma che merita una risposta veloce, immediata e netta, capace di stemperare i toni della polemica, non perdere di vista il vero obiettivo della questione e ridare dignità a cittadini in difficoltà.
G.V.

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