Morti bianche: Benevento scende dal sesto al ventesimo posto ma è prima in Campania

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Dal sesto al ventesimo posto. Questo è quanto emerge dall'indagine degli ingegneri dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre (periodo gennaio-luglio 2013) su quella che resta una piaga sociale di enorme rilevanza, le morti bianche sul lavoro. Sono 44 le vittime registrate dall'osservatorio, e 284 lavoratori che hanno perso la vita in Italia nei primi sette mesi del 2013. Benevento e provincia, dunque, sono al ventesimo posto su scala nazionale per indice di rischio di mortalità, con due casi, per un'incidenza sugli occupanti del 23,9%: un dato, quello sannita, leggermente migliorato se si considera che nel 2013 Benevento era sesta su scala nazionale, 4 casi per un'incidenza sugli occupanti del 45,7%. Il triste primato lo detiene Chieti, seguita da Oristano, Ogliastra, Vibo Valentia, Foggia, Trapani e Genova. Nonostante la 20esima piazza, i casi totali di Benevento non sono altissimi se si considera che Brescia, Salerno, Cuneo, Reggio Emilia, Parma o Bologna, hanno fatto registrare una media tra i 6 e i 9 casi, ma chiaramente la graduatoria è rapportata in base alla popolosità del territorio (dati Istat 2012). Drammatico il caso di Genova, ottava in gradutatoria, con ben 14 morti bianche in sette mesi, seguita da Chieti e Milano (9), da Foggia, Cosenza, Bologna e Roma (8). Ritornando all'indice di mortalità, a livello regionale, il dato di Benevento è poco edificante: dietro tutte le altre con Avellino 28esima, Salerno 36esima, Caserta 59esima e Napoli 83esima. Cresce drammaticamente la percentuale degli infortuni mortali in agricoltura arrivando ad oltre il 47% del totale, quasi la metà dei decessi. il 17%nelle Costruzioni, il 7,7% nel commercio ed attività artigianali. In Lombardia sono 37 le vittime, seguita da Emilia Romagna (32), Sicilia (22), Piemonte (20) ed al quinto posto dalla Campania con 19 morti bianche. Gli indicatori di rischio di mortalità più elevati, rispetto alla popolazione lavoratoriva però, vengono rilevati in Arbuzzo, Liguria e Calabria. Tra le cause principali di morte emergono quelle dovute al ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (28,5% dei casi), alla caduta dall’alto (21,5%) e allo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti (19%). Rispetto ai primi sette mesi del 2012 nel 2013 si rileva un decremento della mortalità pari all’8,4 % (flessione in calo però rispetto ai mesi precedenti).“Rispetto al 2010, invece - ha precisato il Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering - il numero di vittime è addirittura aumentato. Nei primi sette mesi di tre anni fa, infatti, i decessi erano 280. E questo è un dato allarmante considerando il calo occupazionale e la crisi”. Altro dato sconfortante poi giunge dal mondo del lavoro femminile. Perché sono già 14 le donne che hanno perso la vita al lavoro. In tutto il 2012 erano decedute 9 lavoratrici. La fascia d’età più coinvolta nell’emergenza morti bianche nel primo semestre 2013 continua ad essere quella degli ultrasessantacinquenni. Sempre gli ‘over 65’ quella a maggior rischio di mortalità considerando la popolazione lavorativa.

Gaetano Vessichelli



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