Rifiuti a S.Agata de' Goti. Gli investigatori prendono in esame le vecchie delibere

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N.S. -Continuano ad emergere documentazioni e delibere degli anni ’80 sulla scia delle indagini che il Nucleo Investigativo della Forestale sta conducendo in località Capellini – Palmentata su quella che potrebbe essere la ‘cava Picone’ adibita, in via provvisoria, in discarica. Il documento in questione risale al 1° febbraio 1989, anno in cui sullo scranno più alto di Palazzo San Francesco sedeva Arturo Mongillo. L’oggetto della delibera è un’indagine qualitativa e quantitativa dei rifiuti abbandonati il 1° agosto dell’anno precedente con incarico alla ditta Ecosannio srl di Cerreto Sannita. Secondo quanto riportato nel documento, il consiglio comunale aveva impegnato all’epoca 10milioni di lire (da saldare dopo la consegna della relazione finale) per condurre l’indagine. Come allegato alla delibera, poi, c’è la proposta d’intervento della Ecosannio, con Pier Rocco Mazza come Direttore Tecnico, che si proponeva di condurre un’indagine conoscitiva sul materiale di rifiuto scaricato abusivamente in una cava di tufo abbandonata. L’Ecosannio proponeva tre fasi di lavoro. Nella prima si sarebbe provveduto alla verifica reale dell’esistenza di scorie, all’esame del loro stato ed ai prelievi di campioni. “Le opere di messa a giorno delle scorie – si legge nella proposta – sarà affidata direttamente dal Comune ad idonea impresa locale”. La seconda fase prevedeva le analisi chimiche e la terza la relazione conclusiva con la quantificazione dei prodotti deposti abusivamente, la loro identificazione e classificazione. Solo “con questi elementi disponibile, potrà essere affrontato con i responsabili della Pubblica Amministrazione, il discorso degli eventi successivi: bonifica o trasferimento o decisione dell’Ente dell’esecuzione dei lavori e relativo onere finanziario”. Dalla delibera di Giunta Comunale, però, non è specificato di quale cava si tratta nello specifico: tenendo conto che la zona di Capellini e fino a Presta era piena di cave estrattive utilizzate a pieno ritmo tra gli anni ’60-’70, resta un po’ troppo vaga la deliberazione. Inoltre, ci piacerebbe conoscere, ora, i risultati dell’indagine condotta dall’Ecosannio srl e gli eventuali provvedimenti messi in atto dal Comune.



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