'Terra dei Fuochi' a S. Agata. La gente racconta dei camion e delle denunce inascoltate

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Cava palmentataCava palmentata

Questa mattina S. Agata de’ Goti si è svegliata con una consapevolezza in più. Le voci che per anni sono circolate nel borgo caudino, uno delle realtà più apprezzate e visitate nel Sannio, sembrerebbero prendere sempre più corpo. Il fatto che si sia cominciato a fare ricerche in quelle che per anni sono state le cave da cui si è estratto il tufo a S. Agata, hanno forse dato coraggio ai santagatesi ed a sbottonarsi, a raccontare. E’ di certo la notizia del giorno quello degli scavi a Capellini – Palmentata: tutti nel parlano, si domandano, raccontano. “Tu non ti ricordi perché sei giovane, ma dagli anni ’80 c’è una collezione di denunce fatte alla Procura della Repubblica sui camion che venivano a sversare nelle nostre cave” – racconta un santagatese senza neanche troppa sollecitazione. Allo stesso modo, qualcuno più temerario, racconta di denunce che aveva firmato personalmente, a cui non c’è stato un seguito, se non personale: macchina bruciata e fatta ritrovare carbonizzata nella periferia napoletana. Non si nasconde, invece, il presidente dell’Archeoclub d'Italia di Sant'Agata dei Goti, Michele Biscardi, che dalla sua pagina Facebook ricorda le innumerevoli denuncie fatte nel corso degli anni. “Abbiamo denunciato i proprietari di alcune cave alle autorità competenti per lo sversamento abusivo in siti non autorizzati di rifiuti e nonostante le sentenze dei giudici che ci ha visti uscire dai tribunali vittoriosi e con la soddisfazione di veder condannati i proprietari di alcune cave dismesse, non si è mai fatto un serio censimento di questi siti e una seria indagine su quello che da decenni vi si è sversato abusivamente”. Non è affatto meravigliato “tutti sapevano e hanno fatto finta di non sapere e vedere, consapevoli dei rischi che si sarebbero potuti correre. Anzi, ci meravigliamo che finalmente qualcuno ha avuto il coraggio civile di metterci mano e ci aspettiamo una seria indagine anche in tutti gli altri siti che gravitano in quella zona e che forse sono diventati motivo di ‘attenzione’ delle ecomafie sia casertane che napoletane”. L’ultimo passaggio del post è per ,l’amministrazione in carica: “un’amministrazione degna di questo nome che amministra anche la salute dei cittadini, non dovrebbe neanche pensarci e senza perdere neanche un secondo si deve costituire parte lesa, per dimostrare alla Comunità il senso del dovere e del rispetto che ha della salute della gente che gli da i voti e li onora di rappresentarli”.

Nella Melenzio



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