Partito Democratico: durata e valori
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Durante il convegno, della sinistra diesse, a Benevento, il 5 Febbraio scorso: “Luoghi, non luoghi. Soggetti della politica. Cosa diciamo noi oggi quando diciamo socialismo”, ospite d’eccezione, al Museo del Sannio, è stato il ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica, Fabio Mussi. Il dibattito è stato l’occasione per ribadire il rifiuto dell’esponente di spicco della Quercia per la scelta del Partito Democratico.
Di seguito l’opinione di un lettore.
Forse, per le mie condizioni di salute (ho molti anni), non dovrei pormi il problema del futuro del mio partito. Mi piacerebbe però conoscere la fine che farà.
Non potrò più pentirmi e, mai, saprò se nella mia vita ho sbagliato qualcosa nel credere a un ideale di uguaglianza e di giustizia tra tutti gli esseri umani, come nel PCI, PDS, DS.
Finora i sostenitori dello scioglimento non mi hanno ancora spiegato su quale base di valori comuni, politici e morali ritengono opportuna la fondazione di una nuova identità, di ideologia politica e, sopratutto, quanta vita lunga può avere un nuovo partito nato su basi non democratiche e condivise da pochi? Un cordiale saluto da un vero compagno. Severino Simionato