Airola. La rivolta dei detenuti provoca 30 mila euro di danni e tre feriti

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Nel pomeriggio di ieri ad Airola è scoppiata la protesta dei detenuti del carcere minorile. Tre gli agenti feriti ed ingenti i danni. Dure le reazioni del mondo sindacale. 

Circa 30mila euro di danni, un muro sfondato, tre agenti in ospedale. Sono questi i numeri della rivolta scoppiata ieri nell’Istituto Penale per minorenni di Airola. La violenta ‘protesta’ dei detenuti sarebbe scoppiata al momento del rientro dalla mensa alle celle per la mancata distribuzione delle sigarette. 

Appena scoppiata la protesta, il corso principale del centro caudino ‘Corso Montella’ è stato interdetto al traffico e sopraggiungono la Polizia Municipale, i Carabinieri della locale Stazione insieme al Radiomobile e la Polizia di Stato. Il perimetro dell’Istituto penitenziario minorile che ospita 49 detenuti, di cui 12 maggiorenni, è stato messo in sicurezza, all’interno sopraggiungono i rinforzi: altri agenti della penitenziaria. Due dei tre agenti feriti invece, sono stati trasportati in ospedale a Sant’Agata de’Goti per le cure del caso. Mentre, solo in serata 3 giovani vengono portatati via in manette a bordo di un furgone della Penitenziaria.

Sul posto è giunto anche Giuseppe Centomani, dirigente del Centro Giustizia Minorile della Campania, che spiega. “Il tutto sarà durato mezz’ora, il problema – continua – non è la presunta appartenenza ai clan ma il fatto che siano ragazzi e anche le allenanze le amicizie variano cambiando la geografia dei rapporti”. La chiave di lettura di quanto accaduto per Centomani è questa, “ragazzi che cercano di far vedere che loro non hanno paura, sono grandi, sono capaci”. 

Un evento che rimbalza su tutte le cronache e sul quale interviene da Bologna – la dichiarazione è riportata da Libero – anche Andrea Orlando, ministro della Giustizia, che stigmatizza. "Come ogni caso di rivolta e' un fatto preoccupante, cercheremo di capire che cosa e' successo anche se devo dire che l'universo dell'esecuzione penale minorile e' un'eccellenza che si distingue in positivo dal sistema penitenziario del Paese e che, quindi, non vive neanche particolari condizioni di carenza di organico a differenza di altri settori. Si tratterà di capire che cosa e' successo senza però individuare in questa vicenda il sintomo di un male più grave che ad oggi possiamo dire non c'è”.

Nella serata di ieri sulla vicenda era intervenuto anche il Nuovo Centrodestra e l’Ugl Polizia Penitenziaria mentre ora a parlare è anche la Fns – Cisl. “Gli sforzi profusi dal governo tramite apposite leggi relative al superamento del sovraffollamento e quindi la realizzazione di miglior condizioni sia per il detenuto che per chi ci lavora non ha prodotto risultati tangibili in particolare riguardo la salvaguardia dell’incolumità del personale di custodia. L’ulteriore episodio di violenza – dice Pompeo Mannone segretario generale Fns Cisl – che ha determinato ferite e traumi ai colleghi della Polizia Penitenziaria al carcere minorile di Airola ne è la riprova. Troppo spesso si riserva la massima attenzione anche dei mass media alla condizione del detenuto e si trascura quella in cui deve operare chi ha la responsabilità di vigilare e recuperare alla società il reo.”

Sotto accusa la possibilità per i maggiorenni che hanno però condanne da espiare per reati commessi nella minore età di poter stare all’interno degli Istituti di pena minorile. “L’allungamento dell’età del detenuto fino a 25 anni – continua Mannone – per il carcere minorile ha determinato di fatto problemi sia per i minori d’età ristretti sia difficoltà nel garantire la sicurezza degli Istituti. Confidiamo che l’Amministrazione a fronte di tali accadimenti sviluppi un organico studio sul territorio riguardo gli effetti negativi per poter eventualmente correggere il contesto giuridico e nell’immediato assumere provvedimenti che superino la specifica situazione allontanando gli autori della violenta protesta e nel contempo salvaguardino l’operato degli agenti della Polizia Penitenziaria”.

Sulla vicenda interviene anche l’Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria (OSAPP) e lo fa attraverso il segretario regionale Vincenzo Palmieri ed il segretario provinciale Pietro Riccardi.

“La causa scatenante delle violenze – spiegano – pare sia stata il ritardo nella consegna delle sigarette. Uno dei tanti generi acquistabili dai reclusi. Possibile invece una lotta interna tra fazioni appartenenti a clan diversi per dimostrare la propria forza e il proprio predominio. Ben 14 detenuti con l'ausilio di una branda, hanno tentato con una violenza mai registrata fino ad oggi,di sfondare letteralmente le pareti dell'istituto di pena Caudino per guadagnare l'uscita e darsi così alla fuga. Incendiati anche suppellettili e arredi”.

“La gravità della situazione – continuano Palmieri e Riccardi – ha imposto sia l'intervento esterno del personale di Polizia Penitenziaria inviato in supporto ( 7 le Unità partite dalla Casa Circondariale di Benevento) e di altre forze di dell'Ordine tra cui Carabinieri, Polizia Municipale nonché delle ambulanze del locale 118. Per ragioni di sicurezza è stato necessario bloccare al traffico e al transito dei pedoni la strada adiacente l'Istituto.Nel tentativo di placare la sommossa, tre Agenti della Polizia Penitenziaria in servizio presso l'Istituto di Airola sono stati selvaggiamente aggrediti dai reclusi con oggetti contundenti. Per due di loro è stato necessario l'accompagnamento al Pronto Soccorso del nosocomio di Sant’Agata dei Goti dove sono stati sottoposti alle cure del caso. Solo grazie al proprio coraggio, un altro Agente è riuscito a svincolarsi da un vero e proprio sequestro. Solo nel tardo pomeriggio, la Polizia Penitenziaria è riuscita ad avere ragione dei rivoltosi e a ripristinare l'ordine e la sicurezza”.

"Quanto accaduto - dichiara il segretario OSAPP Palmieri- è solo la cronaca di un disastro annunciato, la prova conclamata di una necessità oramai divenuta urgente ed inderogabile, di un avvicendamento ai vertici della struttura per minori di Airola. Già all'indomani dei fatti di cronaca accaduti tre mesi fa, dove una violenta lite tra tre detenuti fu di fatto sminuita e archiviata frettolosamente, l'OSAPP aveva rappresentato direttamente al Dirigente del Centro Giustizia per minori dott. Giuseppe Centomani tale necessità, che oggi, alla luce di quanto accaduto è quanto mai opportuna. L'OSAPP - conclude Palmieri- vigilerà attentamente sull'evoluzione della vicenda attuando, tutte le forme di tutela previste per il Personale di Polizia Penitenziaria ed organizzando sit in di protesta dinanzi alle sedi Istituzionali per sensibilizzare la politica e l'opinione pubblica sulla necessità di modifiche alla riforma del 2014 che ha di fatto esteso l'esecuzione penale minorile fino al venticinquesimo anno di età senza tener conto delle diverse tipologie di detenuti”. Il segretario provinciale dell'OSAPP Pietro Riccardi ha inoltre espresso la propria “vicinanza ai poliziotti feriti e alle proprie famiglie, auguro a tutti una pronta e completa guarigione”.

“Secondo alcune indiscrezioni – fa sapere invece la Fp Cgil di Benevento – la rivolta ha provocato la rottura di televisioni, termosifoni, tubature e suppellettili oltre lo sfondamento dei divisori di una cella con brande metalliche che ha permesso ai minori di accedere in un'altra cella detentiva. La rivolta è stata sedata nel più breve tempo possibile con l’invio sul posto di agenti di Polizia Penitenziaria provenienti da Benevento, Nisida e dal CPA di Napoli coadiuvati da operatori appartenenti ad altre forze di polizia”.

Anche la Fp Cgil dunque attraverso il segretario generale Giannaserena Franzè ed il coordinatore provinciale Fabrizio Minicozzi “esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi feriti e alle loro famiglie ed auspica interventi concreti ed efficaci da parte della DGM nonché degli organi regionali per ristabilire le condizioni di ordine e sicurezza all’interno dell’ IPM, volte innanzitutto alla salvaguardia dell’incolumità di tutti gli operatori penitenziari che giornalmente sono dediti allo svolgimento dei compiti istituzionali all’interno dell’istituto” .

“Tali criticità e disagi – continua la sigla confederale - erano state già ampiamente segnalate dalla Fp Cgil di Benevento ai primi di agosto, al Direttore dell’Ipm, la quale aveva risposto che l’utilizzo della terminologia ‘fatiscente’ risultasse offensiva e lesiva della dignità del personale che ivi vi opera e che le ‘carenze strutturali di tale istituto sono ampiamente riconosciute dalla direzione in questione tanto da non destare alcuna preoccupazione’, ma i fatti invece hanno dimostrato il contrario. Auspichiamo che vengano presi provvedimenti adeguati che limitino questa spirale di violenza che si registra ultimamente nelle carceri italiane, soprattutto attraverso l’assunzione di nuovi agenti, in considerazione della grave carenza di organico che attanaglia il corpo di Polizia Penitenziaria operante sul territorio nazionale, al fine anche di contenere l’aumento degli eventi critici”. 



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