Giornata contro la violenza sulle donne. Dati in calo in Campania ma bisogna ancora informare tanto

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Il 25 novembre è Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Numerose le iniziative in tutta Italia, ma qual è lo stato delle cose? 

Il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza. È il dato shock fornito dall’Onu che il 17 dicembre del 1999 istituì, con una risoluzione, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre di ogni anno.La data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, in Repubblica Dominicana, che provarono ad opporsi al regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.

In Italia i dati non sono confortanti. Secondo l’Istat, “la violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso”. Sarebbero 6 milioni 788 mila le donne hanno subìto violenza, che sia essa sessuale o fisica, nel corso della propria vita. “Il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri”.

La violenza, potrebbe sembrare un assurdo, non conosce discriminazione perchè le donne straniere hanno subito violenze uguali alle donne italiane. C’è un dato però che emerge dalla ricerca Istat, “la violenza fisica è più frequente fra le straniere, 25,7% contro 19,6%, mentre quella sessuale più tra le italiane, 21,5% contro 16,2%. Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri, 7,7% contro 5,1%. Le donne moldave 37,3%, rumene 33,9% e ucraine 33,2% subiscono più violenze”.

Ma chi commette le violenze? Gli identikit portano in maniera diritta ai partner o agli ex che commettono, “le violenze più gravi: il 62,7% degli stupri” ad esempio. Mentre le molestie a commetterle sono di solito degli sconosciuti, almeno nel 76,8% dei casi.

Ci sono donne, che hanno subìto violenze prima dei 16 anni, 10,6%, ed in molti casi i figli sono testimoni di quello accade. A subire le maggiori violenze, sono le donne che hanno provato a troncare un rapporto. Dunque, divorziate e separate. È difficile dunque per l’uomo, accettare un rifiuto. Credere che una donna che subisce violenza possa andare via e mettere la parola fine su un “rapporto malato”. Infatti, le donne che hanno deciso di abbandonare il proprio partner subiscono il 51,4% delle violenze mentre c’è un altro dato che spaventa. Le donne con problemi di salute e “limitazioni gravi” subiscono rispettivamente il 36% ed il 36,6% delle violenze.

Solo nel 2014 i femminicidi sono stati 152 a colpire sempre e solo l’uomo. Secondo il rapporto Eures, i casi al sud stanno diminuendo, 42,7% mentre al Nord si registra un incremento dell’8,3%. Secondo l’Eures anche i femminicidi sono calati rispetto al 2013 del 15,1%. La maglia nera in Italia spetta alla Lombardia che ha registrato un aumento del 58% e ben 30 vittime.

Non va meglio anche se con numeri minori neanche in Toscana, Veneto, Basilicata, Liguria e Sicilia e Lazio. Il calo più significativo si è registrato invece in Campania "solo" 7 casi dai 20 precedenti, mentre calano gli episodi anche in Puglia e Calabria. Regioni virtuose invece sono Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Molise e Valle d’Aosta. Qui nel 2014 di femminicidi non se ne sono registrati.

Se i dati calano è anche grazie ai numerosi centri antiviolenza nati sul territorio, alle maggiore informazione, alla indisponibilità delle donne a subire la violenza. Ad un processo di cambiamento culturale che, anche se lento, sta cominciando a generare i propri frutti. Infatti, secondo l’Istat, le donne sempre “più spesso considerano la violenza subita un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell'ordine (dal 6,7% all'11,8%). Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner”.

Rispetto al 2006 però, anche l’indice di gradimento del lavoro svolto dalle forze dell’ordine è aumentato fino a raggiungere il 28,5% mentre conclude l’Istat, sono state “3 milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne. Di queste, 1 milione 524 mila l'ha subìto dall'ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall'ex partner”.

C’è una domanda che però in queste occasioni – 8 marzo festa della donna, 14 febbraio One Billion Rising, 25 novembre – assillano non solo le donne e gli attivisti che si battono quotidianamente contro violenza e congetture. Basta quello che facciamo? La politica su ciò si è interrogata ed ha provato a legiferare sul tema, così come le Regioni anche se problemi si registrano un po’ ovunque soprattutto nei centri antiviolenza. C’è bisogno però che i riflettori non si accendano solo nel momento in cui uno dei tanti eventi accade. C’è bisogno di tenerli accesi sempre, e quale modo migliore se non partire dalle scuole per formare le nuove coscienze.

Michele Palmieri 



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