I manifestanti a Palazzo Paolo V: 'Non siamo pazzi, i beneventani devono reagire'

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"Una ragazza ferita con un pugno da un poliziotto, altri picchiati a mani nude. E la colpa di chi è? Perchè non ci hanno voluto aprire le porte? Sindaco, assessori e consiglieri sono stati eletti, il consiglio comunale non è vietato, abbiamo fatto una richiesta ragionevole: 25 persone su 300 manifestanti potevano entrare". Sono arrabbiati i ragazzi che, questa mattina, hanno prima tenuto un corteo partito da piazza Orsini, e poi hanno raggiunto Palazzo Mosti, sede del Comune di Benevento, con la volontà di assistere ai lavori consiliari visto che in ballo c'era la vendita dei beni immobiliari della città. Dopo una carica della Celere di Napoli e l'impossibilità di assistere ai lavori del consiglio comunale (sono saliti solo in cinque), i manifestanti hanno occupato Palazzo Paolo V, al corso Garibaldi, dove, nel primo pomeriggio, hanno tenuto un'assembela pubblica nella sala conferenze. A prendere la parola gli attivisti del Movimento di Lotta per la Casa, (tirata in ballo l'occupazione di via Episcopio), del Lap Asilo 31, del Depistaggio e di associazioni culturali (ripresa più volte la questione relativa al teatro S.Nicola "che si trova in condizioni inaccessibili e non lo si vuole concedere alle associazioni culturali"). Primo capitolo, gli scontri di via Annunziata: "Oggi siamo stati aggrediti - hanno più volte ribadito - senza motivo, a mani nude, come dei criminali. Eravamo in trecento ed abbiamo chiesto di salire in trenta, così come è successo tante altre volte durante precedenti consigli comunali. Chissà perchè, proprio questa volta, non è stato possibile farlo". Per i manifestanti la responsabilità è del sindaco Pepe "che non ha avuto il coraggio di decidere e di farci salire, facendo l'ennesimo scaricabarile su chi doveva darci l'ok legato all'agibilità della sala consiliare", ma una grossa fetta di responsabilità è di chi "si trova attualmente a ricoprire il posto di assessore, consigliere o dirigente comunale. Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire: sono tutti responsabili, perchè eletti dal popolo, quel popolo che oggi hanno tenuto fuori la porta. La società reale oggi è stata malmenata, chi si è rinchiso in aula consiliare invece, non ha niente a che vedere con la società reale e non ci rappresenta più da un bel pezzo e questo discorso vale per la maggioranza e per l'opposizione".

'NON DIFENDIAMO IL NOSTRO ORTICELLO, MA LA CITTA'
Schiumata la rabbia per gli scontri con la Celere di Napoli, ecco che i manifestanti hanno aperto una lunga discussione sulla vendita dei beni immobili della città: "Il nostro obiettivo non è quello di difendere il nostro orticello - hanno assicurato nei loro interventi - ma non intendiamo pagare una crisi che non abbiamo creato noi con la svendita a privati di spazi sociali, strutture sportive, case e scuole. Abbiamo dimostrato concretamente che questi spazi sociali sono stati apprezzati dai cittadini". E proprio ai beneventani che va l'appello più importante: "Oggi eravamo tanti, ma i beneventani devono capire che questo è un problema che interessa tutta la città. E' paradossale che buona parte della città è disinteressata: questa non è una battaglia dei centri sociali, dei senza casa o delle associazioni culturali, questa è una battaglia per Benevento". E su questo punto gli attivisti insistono "perchè non vogliamo essere strumentalizzati, non siamo pazzi. Oggi chi vuole svendere un patrimonio per fare cassa vuol dire che non è stato in grado di amministrare. Questo discorso vale per l'amministrazione attuale, così come vale per quelle precedenti". Poi un affondo: "Abbiamo già parlato con diverse società sportive e nessuno è interessato ad acquistare un palazzo dello sport o un campo di gioco. Ma chi se li compra? Che razza di politica è questa? Il vero interesse è non toccare i potenti della città". Insomma, "la crisi non la paghiamo è già vecchio come slogan, visto che ora vogliono farci pagare anche la ripresa". L'assemblea si è sciolta con l'impegno a nuove azioni di lotta prima della fine dell'anno: "Devono capire che esistono cittadini che non sono più disposti a subire e basta, torneremo in assemblea e lo faremo dove oggi non ci hanno fatto entrare: Palazzo Mosti" mentre sulla vendita dei beni immobili "anche se passa la delibera in consiglio comunale, bloccheremo aste e bandi di gara, impediremo la vendita di qualsiasi bene".

IL COMUNICATO: 'MOBILITAZIONE PERMANENTE APERTA A TUTTI'
"Oggi centinaia di persone tra studenti, precari, attivisti del movimento di lotta per la casa, centri sociali, hanno assediato simbolicamente Palazzo Mosti chiedendo di partecipare al Consiglio Comunale in cui si decideva il piano di dismissione del patrimonio pubblico. La risposta delle istituzioni e del Sindaco Pepe è stata quella di negare l'accesso ai cittadini appellandosi per l'ennesima volta ad una ridicola delibera interna sulla sicurezza dell'aula consiliare. Di fronte alla determinazione di chi presidiava Palazzo Mosti a voler partecipare ad una discussione che è e doveva essere pubblica, c'è stata una reazione violenta ed ingiustificata delle forze del disordine pubblico culminata nel ferimento di alcuni attivisti, tra cui una giovane donna e mamma del movimento di lotta per la casa. Dinanzi alla totale indifferenza del Sindaco che non si è assunto alcun tipo di responsabilità, i manifestanti hanno occupato Palazzo Paolo V dove si è svolta una partecipatissima assemblea pubblica per decidere come proseguire la mobilitazione. L'assemblea ha espresso in maniera chiara e netta la totale contrarietà al piano di dismissione imposto alla città di Benevento per sanare un debito evidentemente contratto da chi ha amministrato in questi anni e tuttora amministra. Lanciamo una mobilitazione permanente invitando tutti e tutte a prendervi parte e per questo convocheremo un consiglio comunale aperto e dal basso ancora a Palazzo Mosti per restituire la parola a chi ne ha la legittimità: chi abita questo territorio e subisce quotidianamente il ricatto della precarietà.

Assemblea Permanente contro la dismissione del patrimonio comunale: Movimento di Lotta per la Casa, Collettivo Autonmo Studentesco, L@p Asilo 31, Csoa Depistaggio, Unione Sindacale di Base, Operatori della Cultura e dello Spettacolo, Precari e Precarie della città, Coordinamento No Triv Sannio Irpinia
G.V.

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