Incidenti davanti Palazzo Mosti. La nota del L@p Asilo 31

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"Ci si è chiesti come un Comune di 60000 abitanti possa far valere a seconda della convenienza una norma sulla sicurezza di un'aula consiliare che non può ospitare cittadini ad ascoltare?". E' la domanda che si pongono gli attivisti del L@p Asilo 31, dopo gli incidenti avvenuti martedì davanti Palazzo Mosti: "Il Consiglio Comunale di martedì al momento del presidio - si legge nella nota - ospitava consiglieri comunali, giornalisti e tre delegati Uil e si è detto che 25 persone non potevano entrare. In occasione della cittadinanza onoraria di Manganelli la sala consiliare era strapiena e nessuno osò utilizzare il pretesto delle norme sulla sicurezza". Per gli attivisti "fomentare tensione da giorni è stata la strategia messa in atto per giustificare la chiusura delle porte di Palazzo Mosti il giorno del consiglio comunale. Dopo gli avvenimenti di martedì è necessario abolire quell'assurda norma sulla sicurezza che tra l'altro viene applicata solo per chi osa contestare. Un 'amministrazione forte delle proprie idee e delle proprie scelte avrebbe tenuto aperte le porte di Palazzo Mosti a avrebbe affrontato il confronto con i cittadini, invece il continuare ad utilizzare a pretesto la retorica della violenza non è stato altro che un modo per nascondere e distogliere l'attenzione dal fatto che quest'amministrazione sta svendendo l'intero patrimonio comunale per sanare un debito che non è dei cittadini. Abbiamo letto assurde tesi - si legge nella nota - secondo le quali i manifestanti avrebbero usato lacrimogeni che non sono in possesso di cittadini come anche i bambini sanno e mentre ci si presta a queste operazioni di prostituzione intellettuale nessuno scrive che un agente in servizio non può prendere a pugni i cittadini ma può utilizzare soltanto gli strumenti in dotazione per allontanare. Dare pugni gratuiti per far indietreggiare un gruppo di persone inermi è illegale e violento ma ovviamente questo elemento viene sottaciuto dalla stampa cittadina nonostante ci fossero i video a testimoniarlo. La giornata di martedì ha segnato la nascita di un nuovo fronte comune fatto di cittadini, movimenti, associazioni, famiglie che hanno deciso di camminare insieme per impedire ad una classe dirigente che difende gli interessi della minoranza ricca della città di depredare l'intera comunità. Questo nuovo fronte comune non si farà dividere in violenti e non violenti come qualcuno spera ma continuerà, nonostante molti proveranno ad ometterlo, a far valere la forza delle proprie idee, dei propri contenuti, delle proprie proposte a dispetto di chi impone le proprie scelte chiudendo le porte al confronto".

Pubblicata la nota del L@P Asilo 31, riportiamo la cronaca de 'Il Quaderno.it' poche ore dopo gli scontri.
"Benevento: Botte davanti Palazzo Mosti, colpita una ragazza. Consiglio comunale a porte chiuse".
Una situazione gestibile degenerata per un paio di scelte sbagliate. La prima, quella del Comune di Benevento, di tenere il consiglio comunale a porte chiuse respingendo anche la richiesta dei manifestanti, circa trecento, di entrare ed assistere ai lavori consiliari con una delegazione di 25-30 persone (ammessi solo cinque delegati che, però, sono saliti prima dell'inzio dei lavori per chiedere al sindaco di Benevento, Fausto Pepe, di accettare la delegazione di trenta persone, richiesta non andata a buon fine); la seconda, quella di aver chiamato da Napoli un gruppo della Celere, apparso fin troppo nervoso già da quando i poliziotti si sono schierati a "difesa" del portone principale di Palazzo Mosti: ne è venuta fuori una carica, durata fortunatamente solo una ventina di secondi, ma che è bastata per seminare scompiglio ed alzare la tensione. Una scazzottata "a mani nude" e ad avere la peggio è stata una ragazza che si è presa un pugno sul naso da un poliziotto ed è stato necessario l'arrivo dell'ambulanza in una via Annunziata chiusa al traffico, per medicare una contusione al naso. E' quanto è accaduto stamattina all'ingresso di Palazzo Mosti dove stava per cominciare il consiglio comunale: oltre al Bilancio di Previsione, in programma anche la possibile vendita dei beni immobili: una lista composta da oltre quaranta strutture (dai campi sportivi ad abitazioni, passando per ex scuole, box, garage fino a luoghi simbolo della città come Villa dei Papi) che ha fatto andare su tutte le furie associazioni e movimenti che hanno puntato il dito contro il sindaco Fausto Pepe: nella 'lista' dei beni in vendita, sembra esserci anche il pattinodromo di via Mustilli, che dal 1999 è meglio noto alla città ed ai beneventani come 'Centro Sociale Depistaggio', oltre all'asilo di via Firenze (gestito dal L@p Asilo 31) e diverse unità abitative che hanno portato in piazza il Movimento di Lotta per la Casa. Ma non solo: al corteo che stamattina è partito poco dopo le 9.30 da piazza Orsini, c'erano anche alcune associazioni culturali per dire "no" alla vendita del teatro San Nicola, oltre a studenti e singoli cittadini.

Il POLIZIOTTO NERVOSO: 'COLLEGA, STAI CON NOI O CONTRO DI NOI?'
Trecento persone che, giunti all'altezza di piazza Roma, hanno "svoltato" raggiungendo Palazzo Mosti: ad attenderli un gruppo della Celere di Napoli oltre alla Digos ed ai Carabinieri di Benevento. Nonostante la buona partecipazione, il corteo ha arrestato la sua corsa davanti le porte del Comune di Benevento in maniera pacifica, chiedendo a gran voce di entrare all'inteno dell'aula consiliare: richiesta, chiaramente, non accettata visto che i manifestanti erano almeno trecento e allora si è chiesto di dare il via libera ad una delegazione di non oltre trenta persone. Troppe. Mentre era in corso la trattativa una scintilla (probabilmente qualche spintone di un gruppetto di studenti che stava ballando al ritmo della musica proveniente dalle casse del "Movimento" e che ha urtato i celerini in tenuta antisommossa ) è degenerata in una scazzottata tra le parti: un manifestante è caduto a terra subendo diversi colpi in faccia che gli hanno fatto volare via gli occhiali da vista; una ragazza si è beccata un pugno sul naso. La tensione, a quel punto, è salita alle stelle ed i manifestanti hanno risposto con un lancio di uova sui caschi degli agenti. Grottesco il "recupero" degli occhiali del manifestante, finiti al di là del cordone dei poliziotti: un agente della Digos di Benevento ha chiesto di passare per riconsegnare gli occhiali al ragazzo, un poliziotto napoletano ha fermato il collega beneventano ammonendolo ad alta voce: "Collega, ma stai dalla parte nostra oppure stai contro di noi?". La tensione si è stemperata dopo pochi minuti. Ma a questo punto i manifestanti, non avendo ottenuto la possibilità di entrare a Palazzo Mosti secondo le loro richieste, hanno bloccato l'accesso ai consiglieri comunali che volevano entrare all'interno di Palazzo Mosti: è stato necessario un filtro dei poliziotti per farli passare. Poco dopo è arrivato il "pass" per cinque manifestanti che sono stati ricevuti dal sindaco Pepe: poco dopo mezzogiorno i manifestanti hanno lasciato via Annunziata per trasferirsi a Palazzo Paolo V, occupato simbolicamente per dare vita ad un'assemblea pubblica. Tutto questo mentre i lavori consiliari erano cominciati solo da pochi minuti.






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