Rotonda dei Pentri. Un 'porto di mare' tra prostituzione e tentativi di rapina

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Cinque, al massimo dieci minuti. Sostare in maniera "scomposta", magari non allineato alle altre auto parcheggiate, e restare all'interno dell'abitacolo. Ecco arrivare una prima auto, poi la seconda: uomini sulla cinquantina, ti girano intorno, scrutano alla ricerca di un cenno d'intesa, poi vanno via. Qualcuno insiste, si ripresenta. A qualche metro di distanza due auto ferme, dentro due donne, sportello aperto all'ombra di uno dei pochi alberi del piazzale: attendono clienti, qualcuno arriverà e non fa differenza se sono le sette del mattino o le sette di sera. Questo che vi raccontiamo è solo uno spaccato quotidiano di quello che accade, ogni giorno, nel piazzale della Rotonda dei Pentri, alle porte di Benevento ovest. Bruttezze infinite e, stavolta, la discutibile statua di S.Pio con chioma al vento (classificata da una nota rivista di settore, come opera tra le più brutte d'Italia) non c'entra nulla: "Questo posto è uno schifo - afferma senza pensarci troppo, un commerciante che ha un'attività a pochi metri di distanza - un porto di mare e non è solo la prostituzione il problema". Qualcuno lascia le auto in sosta, altri invece "ci lavorano". C'è sempre qualcuno che ti guarda in maniera strana se metti la freccia ed entri nel piazzale: sei nuovo, non ti conoscono, qualcuno è dubbioso e non si fida, i più audaci se ne infischiano e ti girano come squali intorno alla macchina: "Non credo ci sia dietro la malavita - ci spiega un cittadino che va a ritirare la sua auto in sosta - spesso li vedo, sono vecchietti. A me non dicono niente - afferma sorridendo - lascio sempre la macchina qui. Se mi fido? Certo, mica ti mangiano". Le due donne in attesa all'ombra di quell'albero del piazzale ci sono sempre. Siamo venuti sul posto per due giorni, sempre in orari diversi. Loro sono sempre lì, in attesa. In realtà questo piazzale è stato sempre oggetto di controlli da parte delle forze dell'ordine: sia Carabinieri che Polizia hanno più volte "beccato" prostitute e clienti sul fatto, suscitando sdegno tra i beneventani. Vero, ogni periferia ha i suoi difetti ma questa rotonda sembra davvero un porto di mare. A poca distanza, proprio all'imbocco della zona industriale di contrada Pezzapiana, ci sono venditori ambulanti con i loro camioncini: qualcuno vende frutta, un altro cianfrusaglie varie. Nessuno dei due ha voglia di parlare, anzi ci respingono senza troppi complimenti. Alle loro spalle, abbandonati tra le siepi, tanti rifiuti: tra le cassette di plastica della frutta spunta anche una lavatrice. Riusciamo ad avere qualche informazione da un'altra persona che è ferma in auto: prima si imbarazza, poi, candidamente ci rivela che è lì per "guardare". Cerchiamo di capire come si fa, la risposta è elementare: "Non devi fare niente, devi solo stare fermo ed aspettare che qualcosa sempre succede".

LA 'ROTONDA' PERICOLOSA E GLI STRANI TENTATIVI DI RAPINA
"Un porto di mare e non è solo la prostituzione il problema" aveva affermato uno dei nostri intervistati. Effettivamente c'è qualcosa di molto più pericoloso che ci è stato raccontato da due persone: tentativi di rapina. Nessuno dei due ha voluto denunciare l'accaduto alla forze dell'ordine. Due uomini, anziani e residenti in due comuni della provincia di Benevento: la loro unica "colpa" è stata quella di transitare nell'area della rotonda dei Pentri a velocità ridotta. Poi l'aggressione: "Ero in macchina da solo e stavo prendendo l'uscita per la Valle Vitulanese - ci ha spiegato L. - poi ho sentito un colpo che ha centrato la mia auto. Ho pensato ad una foratura di un pneumatico inizialmente e stavo per scendere dal veicolo quando mi sono accorto che una macchina bianca con due ragazzi a bordo mi ha affiancato e, istintivamente ho accelerato. Hanno tentato di speronarmi, fortuna che tra me e loro si era messo di mezzo un camion e sono riuscito a guadagnare l'uscita verso Vitulano, poi ho guidato senza mai voltarmi indietro, ho avuto paura, non me l'aspettavo". Tutto questo in pieno giorno, così come è accaduto ad un'altra persona, residente in un comune montano del Sannio. E' ancora terrorizzato. Con lui gli "aggressori" sono stati più insistenti. Stesse modalità del primo caso, forse i malviventi hanno sparato un colpo o lanciato qualcosa verso l'auto del malcapitato per simulare un guasto meccanico o una foratura ma, anche in questo caso l'autista non si è fermato. Ed allora via all'inseguimento: "Mi hanno affiancato, erano minacciosi, non mollavano. Poi ho preso il telefonino ed appena hanno visto che stavo chiamando se ne sono andati". Imprevisti alle porte della città.

Gaetano Vessichelli

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