A Benevento il corteo dell'Anpi con sindacati e migranti all'insegna dell'accoglienza - FOTO

12:52:26 5055 stampa questo articolo
25 aprile 201725 aprile 2017

A Benevento il corteo dell'Anpi, un tripudio di bandiere e cori nel giorno in cui si ricorda la Liberazione dal nazi-fascismo.

In tanti stamani hanno preso parte, a Benevento, al corteo che organizzato dall’ANPI in occasione della Festa della Liberazione. Corteo, quello del 25 aprile, che partendo da piazza Orsini e dopo aver percorso Corso Garibaldi ha raggiunto piazza Matteotti. Presenti i sindacati: Cgil, Cisl e Uil, Libera, il partigiano Giuseppe Crocco "Caramba" la Provincia di Benevento rappresentata da Renato Lombardi, il Comune di Benevento con il vicesindaco Erminia Mazzoni, il consigliere regionale Mino Mortaruolo, i sindaci di Sant’Agata de’ Goti, Telese Terme e Arpaise, Articolo1, gli orlandini, il L@p Asilo31, Exit Strategy, gli anarchici del Janara Squat, l'Unione degli Studenti, Oltreconfine, Atletico Brigante e CSA Depistaggio.

Nessuno, ha voluto mancare l’appuntamento - da tempo non si vedeva un corteo così numeroso - che non è mera ricorrenza ma esercizio della memoria, è ricordare i valori della Resistenza Partigiana e la lotta per la libertà per la liberazione dell’Italia dall’Antifascismo, anticamera per la nascita della Costituzione e della Repubblica: laica, libera e democratica. La Resistenza simbolo della contrapposizione alle politiche del ventennio fascista: dal colonialismo alle leggi razziali.

Oggi, però, era anche il giorno del ricordo del partigiano Alfredo Festa, nativo di San Lorenzello e scomparso nel dicembre scorso e della partigiana Maria Penna. Il partigiano Festa, dopo l'8 settembre, entrò nelle formazioni partigiane dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo. Per venti mesi, fino al maggio del 1945, prende parte alla lotta contro l'invasore e presta la sua opera di infermiere presso l'Ospedale del 9° Corpo d'armata dell'E.P.L.J., in una zona cruciale della Lotta di liberazione Jugoslava.

“Resistere al fascismo, oggi – ha ricordato nel suo messaggio il presidente dell’ANPI sannita Amerigo Ciervo – significa resistere alle ideologie dei muri, della xenofobia, della paura del diverso, resistere a tutti quei fenomeni, cioè, che stanno diventando veri e proprio programmi politici attraverso cui forze e movimenti sfruttano le paure e il disagio provocati dalle profonde trasformazioni in atto. Ricordare la Resistenza, oggi, significa continuare a testimoniare (e raccontarlo con rigore scientifico ai più giovani) come essa debba essere considerata il muro portante della Costituzione repubblicana, che quest’anno raggiunge, in ottima salute, i settant’anni e che aspetta ancora di essere pienamente attuata. Questo, dunque, insegnano, ancora oggi, i vecchi partigiani. Questo ci ha insegnato Alfredo Festa, che, nel dicembre scorso, ci ha lasciato e questo, il 25 aprile dell’anno passato, sotto una pioggia incalzante, testimoniò, ancora una volta a tutti noi. È questa la nostra missione. E a tale scopo servirà lo spazio che, da oggi, mettiamo a disposizione della nostra comunità”.

In piazza anche tantissimi migranti a testimoniare che la Resistenza è un obbligo quotidiano, così come la lotta per la pace. Oggi essere partigiani significa anche “opporsi” ai muri di divisione, a leggi che non tutelano i diritti e l’umanità di migliaia di persone in cammino, significa accogliere, denunciare le ingiustizie, essere solidali con i popoli in lotta per la libertà, lanciare esperienze di comunità che dal basso siano capaci di innescare veri processi democratici. 

Il commento del segretario Uil, Fioravante Bosco. "Senza la Resistenza non ci sarebbe l’Italia libera e democratica, e non avremmo mai conosciuto un periodo così lungo di pace, di diritti e di sviluppo civile. La Resistenza indicò nella rivolta popolare la strada per ridare una speranza all’Italia.  E oggi più di allora  dobbiamo difendere quei valori poiché vi è un tentativo, nemmeno tanto velato, di far retrocedere il Paese in un baratro, ove vincerebbero lavoro nero e precarietà. Vinta la battaglia sull’eliminazione dei voucher, istituto che aveva disastrato il mondo del lavoro, a causa dell’uso dissennato che se ne faceva, ora bisogna riprendere la lotta per affermare il diritto al lavoro di tutti i cittadini, poiché solo il lavoro, come dimostra l’art. 1 della Costituzione, è il simbolo della dignità umana”.



Articolo di Attualità / Commenti