A Pietrelcina De Luca e Sepe. Una folla immensa e' ancora in attesa

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San Pio torna a  PietrelcinaSan Pio torna a Pietrelcina

Continua senza sosta l'arrivo dei fedeli a Pietrelcina per venerare le spoglie di San Pio. Nel pomeriggio hanno raggiunto il centro sannita anche il presidente De Luca, Nunzia De Girolamo, Claudio Ricci ed il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. 

Era attesa a Pietrelcina la venuta di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Attesa come il ripristino della linea ferroviaria che collega il borgo sannita a Benevento, 13 km che dopo la firma del protocollo stipulato quest’oggi proprio nel paese natio di San Pio tra Regione, Rfi e comune di Pietrelcina renderanno molto più brevi le distanze e gli spostamenti dei pellegrini.

 

Da giovedì, secondo una prima stima, i fedeli giunti a venerare il Santo cappuccino sono stati circa 70mila e da un calcolo approssimativo basato sul numero di fedeli che ogni minuto scorre dinanzi alle spoglie mortali di San Pio saranno altri 30mila quelli che si succederanno nelle prossime ore. Un afflusso enorme, se si considera che nell’arco dell’anno sono circa 700mila i fedeli che giungono a Pietrelcina; 500mila quelli che invece hanno avuto modo di venerare il San Pio e San Leopoldo nella città eterna.

Va proprio letta in questo senso la firma del protocollo di quest’oggi. Per il primo cittadino Domenico Masone, “Oggi siamo testimoni di una profezia, negli occhi del presidente De Luca ho letto empatia morale, voglia di costruire. Pietrelcina nasce così come è nata la Casa Sollievo della Sofferenza (ospedale voluto con tanta ostinazione da San Pio ed oggi polo di eccellenza, ndr). Vorremmo – continua il sindaco – che questo luogo diventi come Assisi, un ospedale dello spirito”. 



“Ogni volta che vengo qui mi chiedono come mi sento – dice Vincenzo De Luca – e rispondo che provo e vedo serenità, la semplicità che di solito si riscontra in una famiglia, profondità spirituale che uno sia o no credente. Qui si respira un senso di spiritualità profonda”. Anche De Luca torna poi sul parallelismo Pietrelcina – Assisi. “Perché non immaginare questo posto come Assisi, un luogo in cui è possibile staccare dalle fatiche del mondo, in cui è possibile lo sviluppo dei lavori della spiritualità e dell’accoglienza. Perché non avere qui una reliquia di San Pio e su questa vecchia decisione della Cei – asserisce poi il presidente – c’è un ragionamento da fare. Oggi siamo qui per inaugurare un itinerario religioso che sia più agevole al pellegrino”.

Il riferimento è tutto al ripristino della tratta ferroviaria Benevento – Pietrelcina. Con la firma del protocollo infatti si è dato l’avvio alla progettazione che terminerà nel 2017 ed avrà un costo di circa 600mila euro e sarà finanziato dalla Regione Campania tramite i fondi PAC. Il costo complessivo dell’opera invece è stimato intorno ai 20milioni di euro.

“Il collegamento rapido con Napoli – ha continuato De Luca – aprirà Pietrelcina ai grandi flussi turistici della città metropolitana. Una svolta questa per tutta la Campania anche a livello economico. Certo dovremmo poi essere in grado di offrire anche ospitalità e servizi ai fedeli. Questo – ha concluso poi De Luca – è un obiettivo ambizioso ma da perseverare sancito con il Patto per il Sud che verrà firmato a breve dal Governo”.



Masone invece precisa questa voglia di sviluppo dell’area di Pietrelcina, ovvero quella di non snaturare il paese, non si tratta dunque di costruire nuove opere ma di conservare quello che c’è. “Prima della Beatificazione di San Pio, Pietrelcina veniva scambiata per Provincia di Foggia. Questo non è un luogo turistico ma di pellegrinaggio, bisogna prima di tutto condividere le potenzialità di Pietrelcina con il territorio e dunque i paesi limitrofi. Offrire qualità, generare spiritualità come ad Assisi e non cercare la quantità”. Pietrelcina inoltre, secondo una legge regionale è equiparata, pur avendo 3mila abitanti, ad una città di 15mila. Una legge ad hoc per il centro per il centro studiata proprio per offrire servizi ulteriori in queste grandi occasioni ma anche nel weekend quando il borgo si affolla di fedeli. “Questo De Luca lo sa – ha concluso Masone – la legge va finanziata ma ne riparleremo a tempo debito”.

Presente a Pietrelcina anche Costantino Boffa, consigliere di De Luca sulla Napoli-Bari che illustra anche cosa avverrà lungo la tratta Benevento – Pietrelcina. “I binari saranno sostituiti e tutta la linea verrà elettrificata. In realtà, il treno diretto Napoli – Pietrelcina fu sperimentato già nel 2002 quando San Pio venne beatificato. L’idea è quella di attivarla in un primo momento nel week-end per poi essere resa fruibile anche durante la settimana”.

Boffa accenna anche al progetto dell’Unitalsi su Pietrelcina, confermato poi dal sindaco Masone. Un progetto che prevede nel Sannio l’arrivo di un notevole afflusso di pellegrini che l’attivazione della linea renderebbe sicuramente più semplice.

Un bilancio di questo evento storico, è stato fornito anche dall’assessore al Turismo del centro sannita Salvatore Mazzone. “Per noi, questo è il più grande evento che potesse accadere. L’organizzazione ha retto questo afflusso imprevedibile di fedeli. Oggi Pietrelcina diventa terra di pace e d’amore. Qui la cultura dell’accoglienza si evoluta raggiungendo un livello alto. La nostra peculiarità è proprio il nostro essere rimasti piccoli, umili come San Pio ed è questo anche il tratto distintivo della nostra comunità”.



A Pietrelcina nel pomeriggio è giunto anche il cardinale Crescenzio Sepe. “Qui si rivivono i tempi passati – ha detto – è come tornare a casa. San Pio non è diventato santo a 60anni ma ha cominciato ad esserlo qui, lavorando nei campi, rispettando i genitori. Ogni albero – ha poi concluso – ha le sue radici”.

Durante l’omelia, concelebrata dall’arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Andrea Mugione e mons. Pasquale Cascio, vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco e Bisaccia, ha ricordato le parole dette da Paolo VI nel 1971. “Guardate che fama ha avuto. Che clientela mondiale ha adunato intorno a sé. Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? No. Perché diceva Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore. Era un uomo di preghiera ed i sofferenza”.

Parole quelle di Sepe che fanno da preambolo al racconto della vita del Santo di Pietrelcina, della sua profonda fede, del suo carattere che il cardinale ricorda, “Fu qui a Pietrelcina che Francesco Forgione imparò a temprare”. Non dimentica Sepe, neanche le sofferenze che San Pio ha dovuto vivere in vita. “P. Pio fu dotato di doni eccezionali: stimmate, guarigioni, scrutazione dei cuori, conversioni ma dovette anche accettare dolori e sofferenze fisiche e morali «sono contento più che mai – scriveva nel 1917 – di soffrire… nella sofferenza Gesù è più vicino»”. Sofferenze che Sepe paragona ad un “rosario vivente”.

Poi il monito. “Prendiamo esempio anche noi, che siamo continuamente esposti alle tante tentazioni, come la brama del potere ad ogni costo, che è la febbre che consuma l’uomo e oppone al fratello o anche lo rende complice dei fratelli; la tentazione della sfiducia e della disperazione, che sono come la malattia mortale dell’uomo di oggi; la tentazione del denaro e del consumismo, che allontana da Dio e ci materializza; la tentazione della violenza praticata da tante organizzazioni criminali che spargono sangue anche di innocenti per dominare e schiavizzare la nostra gente”.





“Non facciamoci rubare la speranza “ ha poi concluso proseguendo nella funzione liturgica alla quale hanno partecipato i vertici militari, il questore ed il prefetto di Benevento, Antonio Borrelli e Paola Galeone, il presidente della Provincia, Claudio Ricci, la deputata sannita Nunzia De Girolamo, il presidente De Luca il sindaco Masone ed altre fasce tricolori. Fuori però, una folla trepidante che non accenna a diminuire attende di poter far accesso nella Chiesa conventuale della “Sacra Famiglia”. 

Da Pietrelcina. 
Michele Palmieri

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