Alluvione due anni dopo. La burocrazia ristagna piu' dell'acqua

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Alluvione a Benevento 2 anni dopoAlluvione a Benevento 2 anni dopo

A due anni dal tragico evento dell’alluvione i cittadini di Pantano fanno il punto, amaro, della situazione.

Nessun comitato di quartiere, ma un gruppo di cittadini, direttamente interessati, ha convocato la stampa locale oggi pomeriggio alle ore 18.00 in località Pantano presso l’abitazione di Giuseppe Catalano, agrotecnico. Avrebbero voluto mostrare, a due anni dal tragico evento, i segni della ricostruzione, invece sono costretti a mostrare quelli dell’inettitudine burocratica, che spegne le speranze dei cittadini e accende la rabbia.

La burocrazia ci ammazza più dell’alluvione” ci dice sfiduciato Alessandro Ciullo, abitante della zona. “Sono riuscito con la mia famiglia a ricostruire la mia casa con il mio impegno economico, ma ad una prossima esondazione potrei perdere tutto di nuovo e temo non solo per la casa”. Ci mostrano il paesaggio attuale e ci indicano come dovrebbe invece essere. La morfologia del territorio è cambiata. Gli abitanti hanno denunciato l’imminente pericolo in caso di nuove abbondanti piogge. L’accumulo di terreni trascinati dalle acque e la crescita smisurata di alberi negli alvei del calore, uniti allo stato di incuria e di assenza di manutenzione sono allarmanti. Gli Enti pubblici preposti fanno a scaricabarile.

La Regione ha delegato alla Province alcune funzioni inerenti le acque pubbliche già con legge regionale n.54 del 29/05/1980, ma cavilli burocratici attivano giochi al rimpiattino tra Comune, Provincia e Regione. L’art. 15 delle norme di attuazione del vigente Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni (PSDA) ribadisce la necessità di interventi di pulizia degli alvei fluviali, con abbattimento di fusti morti o pericolanti, ma lo stesso è totalmente disatteso. I cittadini lamentano anche l’intervento inopportuno di ambientalisti e animalisti che, di fatto, rallenterebbero le iniziative di pulizia.

La popolazione locale teme che il ristagno d’acqua che ancora interessa l’area di Serretelle, possa arrecare gravi danni alle colture alla prima piena. L’inverno è alle porte e i cittadini sono già in allerta. Il presidente De Luca ha invitato alla progettazione di un piano di rimozione degli intralci al fiume, senza il quale non può autorizzare alcun finanziamento. Ma la burocrazia riesce ad impantanarsi più dell’acqua e Ignazio Repola, che di fronte all’inerzia burocratica si è fatto carico delle spese per un piano progettuale di pulizia costatogli 4.500 euro, si è sentito rispondere che il piano progettuale non può passare dai cittadini comuni. Ricorda il suo passato da trasportatore per la ditta Feleppa. “Provvedevamo a liberare il fiume del terreno e dalle scorie eccedenti mantenendone il livello al di sotto di 4 m. rispetto al livello del terreno”.

Insieme al terreno e alle piante che impediscono il regolare flusso delle acque si è arenata anche la speranza dei cittadini di Pantano di ottenere attenzione dagli enti preposti e una soluzione prima dell’arrivo del nuovo inverno. Di fatto la petizione firmata in data 20/12/2016 per una richiesta di intervento per un piano di manutenzione dell’area golenale e dell’alveo dei fiumi è rimasta tuttora inevasa.  Non potendo contare sulle risorse umane ai cittadini di Pantano non rimane che confidare in un inverno mite e nelle preghiere dei devoti ai santi locali.

Sonia Caputo



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